29 Marzo 2024

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Vittoria. Cavanna – giustizia è fatta –

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VITTORIA 19 settembre 2020
Walter Cavanna, 64 anni, ex dipendente comunale, prima presso la polizia municipale, lavoro che ha iniziato a Cologno Monzese, poi presso il Comando di Vittoria, infine assegnato a diversi uffici con incarichi tra quelli che si usa definire, più o meno “rognosi”.
Dopo anni di peripezie per essere stato accusato, a vario titolo di corruzione, adesso il suo presunto reato, è stato archiviato. Ci ha scritto una lunghissima lettera con cui racconta una parte della sua vita, la più travagliata, perché, incolpevole, stando a quella che è la soluzione giudiziaria finale del suo problema, ha dovuto difendersi da accuse infamanti che lo hanno indotto, persino, a chiedere il collocamento a riposo, aderendo a quota cento, e rinunciando così ad una parte consistente del suo compenso pensionistico, fin quando vivrà; noi gli auguriamo ancora tanti anni.
Pubblichiamo integralmente la sua lunga lettera, perché riteniamo doveroso rendergli giustizia, dopo che ci siamo occupati della sua vicenda quando ebbe inizio.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE E SENZA AVERE APPORTATO ALCUNA MODIFICA.

“Tempo fa avevo promesso che avrei portato a conoscenza, dei i miei amici, dei miei conoscenti, dei miei detrattori, di quelli a cui sto antipatico a pelle e di quelle poche o tante persone che di me hanno stima, la vicenda kafkiana cui sono stato coinvolto, che da due anni mi ha levato parte dell’allegria e del sorriso che mi accompagnano da sempre.
Senza considerare le notti insonni, tante, e la decisione di andare in pensione sfruttando la Legge “100”, nonostante la voglia di continuare a lavorare, rimettendoci anche qualche euro che, nei rimanenti anni di lavoro, avrebbero contribuito a farmi ottenere una pensione più dignitosa.
Ma quando l’ambiente in cui vivi giornalmente per il tuo lavoro, lo percepisci con diffidenza e imbarazzo, la passione scema e comprendi che è arrivata l’ora di lasciare.
Ora il momento è giunto, giusto per fare chiarezza.
Un pomeriggio del settembre 2018, iuntorno alle 17.30 bussò qualcuno a casa mia, dopo avere aperto, si presentarono a me due colleghi ( continuo a definirli tali per i miei trascorsi nella P.M.) del Commissariato di P.S. di Vittoria, uno dei quali lo conoscevo da tempo.
Notai in quest’ultimo un certo imbarazzo e quando chiesi a cosa dovevo la visita, mi rispose che doveva notificarmi un atto.
Ero, improvvisamente e a mia insaputa, diventato persona sottoposta ad indagini in accusato dell’infamante reato di corruzione.
Confesso che per diversi minuti ho perso la capacità dialettica e mi si è annebbiata un po’ la mente e quando ho chiesto per quale motivo o da cosa era nata questa situazione mi rispose, giustamente, “Non mettermi in difficoltà”.
Sul posto, nominai il mio difensore di fiducia che, oltre ad essere un caro amico, mi ha assistito nel migliore dei modi e con lui mi presentai alcuni giorni dopo presso la Questura per essere sottoposto a interrogatorio.
Già quest’ultima frase mi fa ancora tremare i polsi.
La sensazione che provai, seduto in quella sedia davanti a colleghi che non mi conoscevano e per i quali ciò che sei stato nella tua vita conta poco, pur nel garbo con cui hanno svolto il ruolo di investigatori, per loro e per me, è stata terribile.
Mi sono sentito un delinquente pur avendo vissuto correttamente la mia vita.
Man mano che le domande scorrevano focalizzavo sempre di più il motivo per cui io mi trovavo, in quel momento, al cospetto della Legge e lo ritenevo profondamente ingiusto.
Occorre fare un passo indietro di circa 3 anni.
Siamo nell’anno 2015, ero il responsabile dell’ufficio Direzione Mercati.
Ci fu un bando pubblico per l’assegnazione di 6 box al Mercato Ortofrutticolo e io fui nominato segretario verbalizzante della Commissione esaminatrice delle domande e contestualmente RUP – Responsabile Unico del Procedimento – che significa responsabile della corretta tenuta degli atti amministrativi e di quanto altro attenesse alla gara di assegnazione.
Il segretario verbalizzante ha un ruolo ben preciso, scrivere e mettere a verbale le decisioni della Commissione e non può entrare nel merito di nulla. Per dirla in poche parole: non ha alcun potere.

Per vicende di cui preferisco non fare cenno, ma delle quali ho ampiamente spiegato all’A.G., nel dicembre del 2015, da solo, assumendomi le mie responsabilità, come sempre, feci una dettagliata esposizione di alcuni fatti, fornendo atti probatori a sostegno della mia tesi.
Di questa mia denuncia/segnalazione hanno saputo in pochi.
Il 9 dicembre del 2015 di mattina presto, mi arrivò una telefonata anonima sul mio cellulare di servizio che non ritenni pericolosa, ma io ho una gestione del pericolo e della tensione particolare, sarà sana incoscienza ma non sopravvaluto certe cose, anzi, le sminuisco.
La stessa telefonata anonima, non so se con lo stesso contenuto o meno della mia, giunse ai componenti della commissione che, turbata, rassegnò le dimissioni e fece una denuncia alla Procura della Repubblica di RG.
Caduta commissione, caduto segretario verbalizzante.
Giugno 2016 vengo spostato quasi d’imperio dalla Direzione Mercati e assegnato all’ufficio trasporto urbano della Direzione Sviluppo economico.
Del bando non si seppe più nulla.
Torniamo al 2018.
Marzo 2018 per l’esattezza.
Il TAR di Catania intima al Comune, a seguito di ricorso di alcuni partecipanti al vecchio bando, di riattivare quanto necessario per valutare le domande e procedere all’espletamento e assegnazione di quei 6 box entro il 30 aprile 2018.
Si forma una nuova commissione e un nuovo segretario verbalizzante e il 23 aprile (notare data) mi viene richiesto di consegnare i documenti inerenti alla Commissione dimissionata.
Faccio una nota e consegno i verbali 1.2.3.4 redatti dalla vecchia Commissione, al segretario verbalizzante specificando che l’iter amministrativo cessò a gennaio 2016 con le dimissioni della Commissione e che io da giugno 2016 ero stato trasferito ad altro servizio e che tutta la documentazione inerente alla gara si trovava regolarmente custodita nell’armadio dell’ufficio della Direzione Mercati rigorosamente chiuso a chiave.
Il 24 aprile 2018 mi viene reiterata la richiesta degli atti con l’attestazione della loro conservabilità.
Il 26 aprile 2018 alle ore 16.00 (notare orario), a Commissione riunita consegno nelle loro mani, un’altra nota con cui specifico ulteriormente che potevo essere responsabile della conservabiltà degli atti fino a giugno del 2016 e che gli stessi furono lasciati chiusi a chiave nell’armadio di cui sopra e che le chiavi dello stesso erano a disposizione di chi mi aveva sostituito nel servizio che era, tra l’altro, anche il segretario verbalizzante della nuova Commissione.
Detto e fatto questo mi allontano e raggiungo il mio ufficio, posto nel palazzo di fronte Palazzo Iacono dove tutti, e ripeto tutti, sapevano.
Il 5 maggio 2018 mentre stavo in ufficio mi arrivò una telefonata di un amico del mercato ortofrutticolo, che dopo avermi salutato mi chiese: “ direttù pirchi nun ci vosi rari i carti?” (direttore perchè non gli ha voluto dare le carte?) E io risposi ma di cosa stai parlando? E l’amico continuò dicendomi che c’era un verbale pubblicato su sito del Comune in cui c’era scritto che mi ero rifiutato di dare le carte inerenti alla vecchia commissione.
Sbalordito, andai sul sito web del Comune e trovai pubblicato (deve essere ancora li ben visibile) il verbale n. 4 del 26 aprile 2018.
Era il verbale redatto dalla commissione a cui avevo consegnato brevi manu la seconda nota e, in esso, si leggeva una dichiarazione nella quale si sosteneva che io avessi lasciato i verbali 1.2.3.4 sul tavolo dell’ufficio della Direzione Mercati, lasciando successivamente i locali, ipotizzando persino, che io fossi stato quasi inseguito dal nuovo segretario verbalizzante perché mi ero rifiutato di fare il verbale di consegna.
Nello stesso verbale, però, stranamente e incomprensibilmente, citavano il protocollo della precedente mia nota con la quale la consegna era avvenuta.
E faccio notare come un verbale di 3 pagine fitte, con una dichiarazione spontanea, senza manco un errore o una virgola fuori posto, venne redatto in appena 15 minuti, poiché la commissione, come risulta nel verbale stesso, si riunì alle 16.15 e alle 16.30 dichiarò chiusa la seduta.
Una velocità supersonica, mai riscontrata precedentemente in altri atti similari.
Nonostante la mia meraviglia per quello che avevo letto, telefonai quasi subito a chi aveva fatto quella dichiarazione e nella telefonata, debitamente registrata, fu ammesso che i documenti li avevo consegnati nella sede dello Sviluppo Economico e non alla Direzione Mercati come si sosteneva in quella dichiarazione.
Telefonata che consegnai durante l’interrogatorio.
E vidi sgretolarsi alcune certezze da parte di chi mi stava interrogando.
Completai il mio interrogatorio e lasciai gli uffici della Questura con molto amaro in bocca e con una sensazione di impotenza assurda.
Mi rendevo conto che se entri in certi meccanismi, se non hai avuto l’accortezza o la fortuna di esserti preventivamente tutelato hai difficoltà ad uscirne.
In parole povere se non avessi esposto nel 2015 quanto ritenevo anomalo e non avessi registrato quella telefonata io oggi avrei riscontrato serie difficoltà a dimostrare la mia totale esclusione in questa che io definisco una porcheria montata ad arte.
Finalmente, oggi, 14 settembre 2020, ho avuto il decreto di archiviazione della mia posizione per l’infondatezza della notizia di reato.
Dimenticavo… la corruzione… ma chi mai avrei corrotto, o da chi potevo essere stato corrotto? Che potere avevo come segretario verbalizzante?
Nessuno.
Mi viene in aiuto il fascicolo che oggi ho potuto finalmente richiedere…
E’ un vaso di Pandora pieno di bugie e illazioni per le quali ricorrerò in tutte le sedi.
Tre persone, tutte del Comune) dichiarano per iscritto che un ‘altra persona (sempre del Comune) ha detto e dichiarato che il Dott. Cavanna aveva percepito 90.000 euro da una ditta partecipante alla gara, e che non si sa per quale motivo sia stata “incassata” questa somma, in quanto, essendo esclusivamente segretario verbalizzante, non avevo alcun tipo di potere; ma la cosa comica è che il tizio che ha fatto quella dichiarazione, a sua volta interrogato non ha confermato quanto dichiarato dai tre.
E addirittura i tre hanno ipotizzato che le telefonate anonime le avessi fatte io.
Ora, caro Watson, qui qualcuno mente.
E quello non sono io.
Io so solo di aver vissuto per colpa di qualcuno, 2 anni talmente terribili, che non li auguro nemmeno a chi me li ha “procurati” e di essere andato via dal lavoro perché non mi fidavo più delle persone che mi circondavano.
Lo stress e la sensazione di impotenza mi hanno tenuto al palo per 3 anni.
Oggi mi sento parzialmente ripagato da questo verbale di archiviazione ma non finisce qui.
Ricorrerò in tutte le sedi affinchè chiunque, nominato dentro quel fascicolo, possa chierire la propria posizione con la giustizia e non abbia ritenuto, non si capisce per quale motivo e/o interesse, una storia che mi ha coinvolto, mi coinvolge e mi coinvolgerà ancora, insieme alla mia famiglia, che ha vissuto con me questa che io definisco tragedia”.
Walter Cavanna

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