19 Aprile 2024

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Acate. Resoconto Convegno “La crisi di oggi e la difesa del valore dell’uomo e della vita”

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…del Prof. Orazio Sansone

Acate, 24 ottobre 2015 – Nella meravigliosa ed incantevole location del Castello dei Principi di Biscari si è svolto, il 30 settembre scorso, il Convegno “La crisi di oggi e la difesa del valore dell’uomo e della vita” promosso ed organizzato dal Prof. Orazio Sansone.

Relatori:

Prof. Don Mario Cascone, docente di teologia morale;
Prof.ssa Tullia Giardina, docente di Lettere e dottore di ricerca;
Dott.ssa Alessia Vacante, laureata in Scienze filosofiche.

Interventi:

Prof. Francesco Lantino, docente e fotografo;
Dott. Gino Casì, esperto in economia politica e finanziaria.

Introduzione ai lavori e coordinamento:
Prof. Orazio Sansone.

Dopo avere dato il benvenuto ai partecipanti e ringraziato quanti si sono impegnati per la riuscita del Convegno e in particolare gli sponsor che, con il loro contributo, hanno consentito la realizzazione dell’evento, il moderatore Prof. Sansone apre i lavori strutturando il suo intervento in modo da rendere la problematica di studio particolarmente significativa e di scottante attualità per le implicazioni e le ricadute o effetti che la stessa ha sulla vita concreta di quanti vivono il dramma della crisi e sperano in una possibile ripresa o soluzione di essa.
La tematica è stata trattata sotto diverse angolature tutte interessanti che hanno preso il via dall’ampia ed articolata relazione introduttiva la quale ha sottolineato i vari aspetti della crisi, evidenziando gli scenari e i contesti che essa pone e nello stesso tempo le opportunità e i rischi che la società post-moderna e la globalizzazione presentano.
È emersa l’esigenza inderogabile di ripartire dall’educazione dalla quale dipendono l’economia, la politica e il futuro della società e dei giovani. Impegno categorico e urgente rimettere al primo posto i valori e la centralità della persona.
La relazione del Prof. Sansone si è soffermata, quindi, sui fattori che minacciano l’identità e il valore dell’uomo e della vita per mettere in evidenza che è necessario cambiare mentalità per recuperare e difendere la natura e la dignità dell’uomo e adottare un modello di sviluppo “antropocentrico” che ponga al centro dei processi la persona e ne salvaguardi le componenti essenziali.
È stato ribadito a chiare lettere e con forza che ogni giorno che passa ci troviamo ad essere sempre più poveri perché veniamo “espropriati” di qualcosa che riguarda la nostra natura, la nostra essenza, ciò che di più prezioso abbiamo.
Diversi fattori minacciano la nostra integrità e la nostra natura e concorrono alla distruzione dell’uomo.
Da più parti, infatti, c’è il tentativo perverso di demolire l’uomo, sia fisicamente che spiritualmente, interiormente.
Si è pervenuti alla seguente riflessione:
La vita, che fino ad oggi è stata ed è un miracolo che avviene all’interno della nostra natura umana, domani sarà affidata alla scienza e alla tecnica, alle macchine. È il delirio di onnipotenza, l’onnipotenza scientista e il dominio della tecnologia.
È opportuno, pertanto, porsi alcune domande sul senso della vita, della realtà per capire chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo per cui anche noi siamo alla ricerca di un senso, di una direzione da dare alla nostra esistenza.
Una cosa è certa: non possiamo arrenderci, gettare la spugna; dobbiamo trovare in noi la forza e la voglia di ricominciare, di ricostruire, di farcela, di riuscire come hanno fatto i nostri padri. Non possiamo isolarci o chiudere in noi stessi; dobbiamo aprire il cuore alla speranza.
Ci viene in aiuto il significato del termine crisi desunto dalle diverse lingue e nazioni, ad incominciare dalla nostra, che invita all’azione, all’impegno, ad essere ottimisti, a non perdersi d’animo.
È stato fatto riferimento ad alcuni studiosi, poeti, giornalisti, scrittori quali: Pietro Barcellona, Antonino Zichichi, Tony Zermo, Quasimodo, Ungaretti, Pirandello, Umberto Galimberti, nonché alla teoria sistemica o ecologica e al pensiero di alcuni filosofi che sostengono e difendono il valore dell’uomo e della vita e di altri che negano tale valore attraverso teorie discutibili, ma pur sempre dannose quali il relativismo, il nichilismo, il conformismo, il consumismo che mietono tante vittime soprattutto tra i giovani.
La relazione introduttiva si è conclusa con alcune riflessioni sul rapporto tra politica, economia, finanza, pressione fiscale e tecnocrazia e col ribadire che non è possibile che le diverse esigenze provenienti dal mondo politico e dall’economia schiaccino e annullino la persona.
La politica e l’economia in dialogo dovrebbero porsi al servizio della vita e dell’uomo. Papa Francesco auspica una “visione umanista” dell’economia e una politica che realizzi sempre più e meglio la partecipazione della gente e sradichi la povertà e il male, che restituisca dignità e valore alla persona, all’uomo nella sua totalità e integrità.
Siamo lontani mille miglia dalla realtà e dal modo di intendere l’economia e la politica.
Le riforme non possono e non devono calpestare la dignità del cittadini – incalza il relatore Sansone – ma devono garantirne l’incolumità fisica ed economica.
La politica deve riacquistare la sua funzione e il suo ruolo originari, rivolgendo la sua attenzione e il suo impegno ai problemi reali dei cittadini, al dramma della quotidianità, alle difficoltà di quanti non riescono ad andare avanti.
La corruzione e il malgoverno devono essere estirpati – sottolinea il relatore – pena il ritorno alla barbarie, alla inciviltà, alla violenza nei confronti dei più deboli e indifesi.
Diversamente si dovrebbe ricorrere – sostiene Sansone – ad un colpo di Stato o ad una rivoluzione popolare e sarebbe la sconfitta totale della democrazia che è già in pericolo, in declino.
Il pensiero di Papa Francesco e le affermazioni perentorie di Raniero Cantalamessa hanno fatto da cornice e coronamento a quanto detto in precedenza.
Il moderatore, conclusa la relazione introduttiva, cede la parola al Prof. Don Mario Cascone il quale mette subito in guardia dai rischi che provengono dalle nuove teorie sulla specie che pongono sullo stesso piano l’uomo con gli altri esseri viventi e arrivano addirittura ad affermare che alcuni animali meritano lo stesso rispetto dell’uomo.
Si viene a negare, così, il fondamento metafisico, ontologico della persona, il valore universale e fondante che è la dignità dell’uomo.
La crisi, quindi, è soprattutto “antropologica” – sottolinea don Mario – in quanto rimette in discussione la domanda: “chi è l’uomo”.
Gianni Vattimo sostiene che il soggetto ha perso il fondamento per cui questi è un essere inconsistente.
Si fa riferimento, quindi, al pensiero di alcuni filosofi e a quello dei relativisti per i quali non ci sono verità assolute, valide per tutti e mancano i valori forti condivisi.
Don Mario Cascone conclude affermando che, quando manca un valore assoluto, valido per tutti, e la verità oggettiva quale punto di riferimento generale e parametro di valutazione, viene a mancare la libertà di scelta da parte del soggetto e subentra la legge della giungla, del più forte, anche sotto l’aspetto della “colonizzazione ideologica” alla quale Papa Francesco ha fatto riferimento di recente.
Dopo la relazione di Don Mario, prende la parola la Prof.ssa Tullia Giardina la quale, con un linguaggio appropriato, fluido ed efficace, sotto forma di conversazione, riesce a conquistare il pubblico che ha ascoltato come una melodia, senza distrarsi per un attimo, estasiato, quanto la Giardina andava comunicando con estrema chiarezza e padronanza, ma anche con profonda convinzione.
La Prof.ssa Giardina ha affrontato il problema della crisi dal punto di vista storico-politico, delineando alcune tipologie di essa tra cui: crisi di memoria, di sistema, planetaria, economica, politica, di valori.
Si è soffermata sul capitalismo e sul socialismo sovietico e quindi sul mondo dominato dalle due superpotenze: Stati Uniti e Russia.
Ha messo in guardia dal capitalismo basato sulla ricchezza dei pochi e dal comunismo che toglie la libertà e omologa le coscienze e la società, riducendo l’uomo ad una sola dimensione.
Alla crisi del ’29 ha fatto cenno la Prof.ssa Giardina per evidenziare il fatto che i periodi di crisi, che genera disorientamento, spesso portano a riporre fiducia in qualcuno o qualcosa che poi si rivelano catastrofici e distruttivi come le forme di governo o regimi autoritari e totalitari.
La Giardiana conclude col sostenere che l’unica possibilità per uscire dalla crisi è quella di rimettere al centro l’uomo con i suoi bisogni fondamentali, la sua vera natura e identità e riportando il pensiero di Baumann il quale afferma che è nella comunità che si crea la relazione e si valorizza la persona e quindi l’uomo.
Alla crisi del ’29 negli Stati Uniti hanno fatto riferimento il Prof. Francesco Lantino e il Dott. Gino Casì.
L’uno con una serie di fotografie che documentano scene di miseria e di degrado e ritraggono un’umanità sofferente, dilaniata dalla povertà e dalla condizione di precarietà esistenziale e col sostenere che la crisi del ’29 rappresentò per gli Stati Uniti una grande occasione per ripensare il modello di società e per risanare l’economia.
L’altro affermando che dalla crisi vengono delle spinte che portano alla ricostruzione, alla ripresa, anche nei momenti più drammatici e difficili come quelli della guerra, così come ha dimostrato uno studioso: Il Keynes, mentre il sistema economico non è in grado di trovare una risposta immediata alla crisi e ai bisogni delle famiglie e dei cittadini.
Addirittura – continua il Dot. Casì – la ripresa e la ricostruzione, nei Paesi colpiti dalla crisi, possono essere tali da generare stabilità, sicurezza economica e ricchezza (Vedi Italia e Paesi disastrati dalla guerra che hanno fatto parte del G7 e Giappone, quale prima potenza economica mondiale; vedi pure espansione dei cinque Dragoni, tra cui la Cina, nel mondo globalizzato).
Il Dot. Casì sottopone all’attenzione dei partecipanti gli eventi storici e rivoluzionari verificatisi nel 1989, a due secoli di distanza dalla rivoluzione francese, e nel 2001 (l’11 settembre) che hanno cambiato radicalmente e senza ombra di dubbio il corso della storia e che resteranno impressi nelle memoria perché hanno dato una lezione indimenticabile al mondo intero. Tali eventi o avvenimenti sono in ordine cronologico: Il crollo del muro di Berlino, l’abbattimento del sistema Comecon e il crollo delle torri gemelle. Il Casì ha messo pure in risalto l’influenza che hanno avuto, con la loro personalità e il loro apporto, tre uomini che hanno cambiato il mondo: Papa Giovanni Paolo II, Gorbaciov e Papa Francesco e ha fatto cenno al movimento di autodeterminazione dei popoli dell’Est avvenuto di recente.
La soluzione per il superamento della crisi potrebbe risiedere, secondo il Dott. Casì, nella valorizzazione e rivalutazione della famiglia e delle piccole e medie imprese che costituiscono risorse preziose e, ovviamente, nella pace e nell’aiuto reciproco.
È stata, quindi, la volta della Dott.ssa Vacante laureata in Scienze filosofiche la quale, con la massima disinvoltura e padronanza di linguaggio, ha posto l’accento sui diversi significati del termine crisi a partire dall’etimologia dello stesso per dimostrare che in ciascuno di essi c’è l’invito all’azione, alla partecipazione attiva e consapevole del soggetto che, in quanto tale, è chiamato a non arrendersi e a cercare le risorse, le energie necessarie per affrontare le situazioni e trovare le soluzioni adeguate.
La dottoressa, a sostegno di quanto affermato, ha fatto ampio riferimento al pensiero dei filosofi antichi (vedi Aristotele) e contemporanei (vedi Adorno).
La Dottoressa, riprendendo un passaggio della relazione di Don Mario Cascone, ribadisce che l’essere umano per operare delle scelte consapevoli e mature, nonché responsabili, deve interrogarsi su cosa egli stesso sia per pervenire alla riscoperta delle dimensioni costitutive fondamentali della persona: quella corporeo-emotiva, quella cognitiva e quella operativo-relazionale che lo portano a rapportarsi con la realtà e le situazioni con tutto se stesso, anima e corpo, senza rinunce e/o lacerazioni.
In definitiva, il Convegno si è rivelato particolarmente interessante ed utile, ricco di spunti di riflessione, di proposte operative, di ipotesi di soluzione e di intervento; occasione preziosa per ripensare, in maniera critica e creativa, la tematica oggetto di studio e di approfondimento e soprattutto per guardare con occhi nuovi la realtà e la vita e per aprire il cuore alla speranza, per continuare a progettare e a sognare.

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