18 Aprile 2024

ITALREPORT

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Ambiente ed ecologia: Dalla terra del Verga ai luoghi del Camilleri

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Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un pezzo di mare morto, e le stoppie riarse della Piana di Catania, e gli aranci sempre verdi di Francofonte, e i sugheri grigi di Resecone, e i pascoli deserti di Passaneto e di Passanitello…

Queste righe di letteratura danno avvio alla novella “La roba” di Giovanni Verga, e le terre attraversate, quelle tra Catania e Ragusa, sono narrate con gli occhi di un viaggiatore di fine ‘800. Cosa vede, invece, il viaggiatore di oggi, percorrendo la statale Catania-Ragusa? Mi sono voluto mettere nei panni di un turista che sbarca o atterra a Catania e che si dirige su ruota verso il ragusano. Egli si aspetta di vedere meraviglie: storia, architettura, natura, sapori e profumi. Ha letto una pubblicità sulla Sicilia: Le bellezze della Sicilia: i luoghi che incantano il viaggiatore.

Il turista passerà dall’azzurro del mare, al verde degli agrumeti della Piana, all’oro dei campi di frumento sugli Iblei, spezzato dal verde-marrone di qualche bosco di ulivi, mandorli e querce. Lungo il tragitto che attraversa le terre verghiane verso i luoghi immortalati da Camilleri cambiano i colori, gli odori, la natura. Ciò che non cambia e che si presenta sempre simile agli occhi del turista, con cadenza di circa un chilometro, cioè ad ogni piazzola di sosta, sono le discariche abusive. Lì, molti cittadini siciliani, conferiscono i loro rifiuti, non solo urbani. Infatti, oltre a sacchetti della spesa pieni di spazzatura varia, si possono notare cassette di frutta e verdura vuote, copertoni usurati, abbigliamento, rottami di auto, elettrodomestici, mobili, materassi e scarti di edilizia. Un vasto repertorio che ruba l’attenzione al turista con un inaspettato e insperato spettacolo, costante e offensivo per gli occhi e per il cuore di ogni cittadino onesto e amante dell’ambiente.

Tornerà quel turista offeso da tanta noncuranza verso la propria terra? Lui farà prevalere le bellezze o le nefandezze che ha osservato? Gli odori di zagara e di erba appena tagliata o di spazzatura decomposta al sole?

Di fronte al grande dono di una bellezza incommensurabile che ci ha fatto Dio, macchiata da questo sudiciume morale e materiale, noi cittadini onesti abbiamo un dovere: restaurare tale bellezza e prevenire nuove offese ad essa. Non c’è in gioco solo la pulizia del territorio, la salute dei cittadini, l’economia del territorio. C’è in gioco il nostro futuro. Saremo dei cittadini vincenti, coscienti dei nostri diritti e dei nostri doveri, o vinti come i personaggi del Verga, come quel Mazzarò, rancoroso e avido, che uccise i suoi animali per portarli via con sé all’atto di morire?

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