26 Aprile 2024

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Omicidio Regeni. Noury(Amnesty Italia) a Radio Cusano: “Ora governo italiano fa sul serio, ha messo Giulio prima degli interessi economici”

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Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

I genitori di Giulio Regeni hanno deciso di sottoscrivere l’iniziativa di Amnesty International per chiedere la liberazione del reporter detenuto da oltre 1000 giorni per le foto scattate durante un sit-in della Fratellanza musulmana. “La famiglia di Giulio –ha spiegato Noury- ha conosciuto una tragedia spaventosa, un dolore infinito, e ha deciso di accompagnare la sua battaglia per avere verità sulla sorte di Giulio, unendosi ad Amnesty International in altre attività sui diritti umani in Egitto. Oggi sarà online sul nostro sito un appello per la scarcerazione di Abu Zeid, meglio noto come Shawkan, fotoreporter arrestato il 14 agosto 2013, mentre stava riprendendo per un’agenzia inglese la repressione di una manifestazione a Il Cairo. Incriminato per una decina di reati, rischia la pena di morte. Il processo è stato rimandato più volte. Succedono delle cose devastanti per la vita della famiglia di Giulio e centinaia di famiglie in Egitto, però in Egitto sono sempre di più le persone che scelgono di scendere in piazza con le maglie con la foto di Giulio, con su scritto ‘uno di noi’. Si è aperta finalmente una crepa in questo muro di repressione, spero che questo periodo verrà ricordato come un possibile periodo di cambiamento in Egitto. Noi la sappiamo la verità, però ce la deve dire anche il governo egiziano, perché a un certo punto non basterà soltanto sapere chi ha ucciso Giulio, ma ci dovrà essere anche giustizia nei confronti dei responsabili”.

L’atteggiamento del governo italiano. “Fino ad una settimana fa il governo ha avuto un atteggiamento che io trovo logico –ha affermato Noury-, che è quello di un equilibrista che cammina su una fune tenendo una sbarra orizzontale in mano, da un lato c’è la verità per Giulio e dall’altra i buoni rapporti con l’Egitto. Si è capito però che, per responsabilità egiziana, non è più possibile continuare a mantenere buoni rapporti con quel Paese facendo finta che tutto va bene. Per questo ora la sbarra si è inclinata positivamente, con l’avvio di una serie di misure graduali annunciate dal ministro Gentiloni, che potenzialmente mettono in gioco molto. Ora è una questione diplomatica, ma poi possono entrare in ballo anche questioni commerciali e militari. Mi pare che il governo italiano faccia sul serio, nessuno ha il coraggio umano di tradire questa famiglia e questa è una cosa bella. Nel nostro Paese oggi c’è una solidarietà che non si sta incrinando. Valuteremo già oggi se il governo italiano si comporterà allo stesso modo anche con altri Paesi che violano i dirtti umani. Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla vigilia del suo arrivo a Teheran, ricordandogli che in Iran ci sono una serie di problemi enormi sui diritti umani, non ultimo quello della pena di morte. Vedremo se siamo di fronte a una nuova regola, oppure ad un’eccezione fatta per la vicenda di un nostro connazionale”.

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