29 Marzo 2024

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Prof. Porcasi su incontro tra Papa Francesco e Kirill

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Prof. Porcasi a Radio Cusano Campus: “E’ l’incontro tra il Vescovo di Roma e il suo omologo di Mosca. Il Papa vuole riavvicinare la Chiesa d’Occidente a quella d’Oriente. Putin è il 13° Apostolo per gli ortodossi”

ROMA – Il Prof. Vincenzo Porcasi, docente di politiche europee di vicinato e prossimità presso l’Università Niccolò Cusano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’UniCusano (www.unicusano.it).

Avverrà oggi a Cuba lo storico incontro tra Papa Francesco e il patriarca russo Kirill. Si tratta del primo colloquio in assoluto tra un capo della Chiesa di Roma e uno di quella ortodossa di Mosca. “Non è l’incontro tra il Papa e il Patriarca –ha spiegato Porcasi-. E’ il Vescovo di Roma che incontra un confratello, perché quello di patriarca è un titolo omologo. L’avvicinamento verso la Chiesa acefala, che non dipende da altri come sovranità, avviene nel quadro più complessivo tra la Chiesa cattolica e le chiese separate come quella ortodossa. L’Occidente sta crollando su se stesso, i valori stanno andando perduti, con un laicismo imperante e un settarismo particolareggiato, in cui non c’è una visione forte del mondo, ma c’è un relativismo assoluto e imperante. La Chiesa quindi vuole cercare di ristabilire un comune valore nei Paesi occidentali, così come si è riscoperto a Oriente. E poi si vuole affrontare insieme il mondo, tra ortodossi e cattolici. Questo sta avvenendo già in America Latina, nel Centro America. La Chiesa di Roma vuole spostare il proprio baricentro al servizio di queste comunità, trasformandole da periferie a parti centrali del dialogo ecclesiastico”.

“In Africa –ha affermato Porcasi- gruppi terroristici come Boko Haram stanno agendo nei confronti, non solo dei cattolici, ma di tutto l’universo cristiano. Quindi si pone un problema di difesa. Chiesa Cattolica e Ortodossa vogliono precisare che insieme si farà una strada per la difesa dei più deboli, dei poveri, dei cristiani perseguitati. Questo può avvenire perché a capo della Chiesa c’è un gesuita come Francesco”.

“La Chiesa di Roma –ha spiegato Porcasi-, una volta caduto l’Impero romano d’Occidente, si era trovata a dover supplire all’autorità imperiale e a confrontarsi con varie eresie che erano presenti in Occidente. In Occidente la figura dell’Imperatore era in antitesi con la figura del Papa, anzi l’Imperatore era addirittura succube. Invece nella Chiesa d’Oriente avveniva il contrario. La figura dell’Imperatore era talmente dominante e protagonista che i primi concili dell’epoca furono indetti dall’Imperatore. L’Imperatore romano d’Oriente era considerato 13° Apostolo, cioè continua a vivere insieme con Cristo. Dopo la caduta di Costantinopoli, il 13° Apostolo risiede a Mosca e oggi è Putin, che è l’erede della tradizione, quindi il capo dell’ortodossia. Gli ortodossi lo vedono come l’ultimo difensore dei cristiani”.

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