28 Marzo 2024

ITALREPORT

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Tea Ranno scrittrice e autrice di Sentimi

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“Sentimi”  La Forza e lo Stupore

 

 Recensione a cura di Liliana Russo                                                                                              

 “Sentimi”, il nuovo romanzo, di Tea Ranno, racconta vite  di donne sull’onda  di un’avventura dello spirito che può,  non solo  modificare la percezione di una realtà dei fatti ,  fondata  sulla “ diceria”,  su “quel sentito dire “, che instilla illazioni, ma, anche, riscattare le sue  femmine ( come ama definirle) dalla calunnia  infondata. Con uno stile linguistico,  contaminato dalla musicalità della “parlata” siciliana, tuttavia, forte e  implosivo, il prepotente  Daimon della scrittrice,  nutrito dal cibo dell’attenzione, della conoscenza e dei ricordi, costringe con forza la penna, a dar voce al loro dolore,  sino a  irrompere   sul  silenzio: un  compito arduo, ma possibile, quello di  sdoganare la violenza, oltre ogni muro. Varcando la soglia dei costrutti, l’autrice propone una   narrazione che  svela il suo “divenire,  come  il suono di una goccia che scava e scava, fino a penetrare nelle viscere della madre terra”. Una scelta, la sua, che deriva dall’idea di rappresentare quel mondo violato delle donne, in una forma letteraria che esprimesse la carne poetica, la vertigine, la passione che produsse l’impeto di sdegno, artefice delle loro morti.

“Durante un  viaggio immaginario verso la  Sicilia, nel paese natale, nella nebbia di una notte inquietante,   una folla di ombre femminili giungono da un oltre luogo e, decisa a farsi ascoltare, circondano la scrittrice. Storie  di gelosia e violenza danno  origine ad una serie di racconti: se il fulcro della narrazione è la gravosità della  follia di Rosario che, dopo aver ucciso la moglie e l’amante, vorrebbe ad ogni costo eliminare anche il frutto di questa unione, ovvero, la bambina con i capelli rossi, mediante la quale rivive  il tormento del il tradimento subito,  allo stesso modo lo   è  la vicenda, in cui si  racconta dell’ immondo prete, responsabile di aver reso gravida una suora e, poi, di averla fatta abortire; del meccanico divorato dal senso di colpa, per un incidente causato dalla propria superficialità; della sorella disperata per la crudeltà del fratello, ai danni di suo marito e suo figlio; dell’usuraia, che scrive lettere anonime; del litigioso, che uccide ai piedi della statua della Madonna”.

Le  diverse vicende  convergono magistralmente in un’ unica storia. Lo stile narrativo fluido,  a tratti vellutato, appassionante, pone altresì, l’accento, sul ruolo del narratore, sull’ identità di un popolo: aspro e accogliente, brillante e discriminante.

Un inno alla “sicilitudine”, come la definì Sciascia, caratteristica di un territorio detentore di un patrimonio

di particolare bellezze, con quel tratto di appartenenza insulare di duplice polarità: luce e tenebre, tragico e comico, incanto e disincanto; ma, anche la celebrazione agli incontri di “sorellanza” che, unite all’energia e al coraggio,  rivendicano il diritto alla libertà e alla vita.

In altre parole, è un romanzo dai contenuti di alto spessore emotivo, che si rivela un’opera di  sensibilizzazione, una fonte di informazione, nonché  una forza di rinnovamento sociale e culturale.

Note sull’autrice

Tea Ranno nasce a  Melilli, in provincia di Siracusa. Laureata in giurisprudenza ha sempre affiancato allo studio del diritto la pratica della scrittura. Dal 1994 vive e lavora a Roma. Altre pubblicazioni hanno preceduto il romanzo Sentimi, edito nel 2018, dalla Fassinelli : Cenere, finalista al Premio Calvino, nel 2005 e, nel 2006, finalista al Premio Berto, vincitore del Premio Chianti nel 2008; mentre, nel 2007, viene pubblicato  In una lingua che non so più dire. Nel 2012 per   Mondadori esce La sposa vermiglia, romanzo vincitore del Premio Rea e, nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari.

 

Liliana Russo dialoga con l’autrice

 

Tea Ranno: Sentimi ! Un imperativo che va oltre il suo comando. Quale?

Un imperativo che pretende attenzione: un’attenzione vigile, una compartecipazione emotiva, una compassione che significa condividere lo stesso dolore, ardere della stessa rabbia, provare lo stesso bisogno di riscatto. Sentimi! Con la pelle e i polpastrelli, con le orecchie e con l’anima; entra   dentro di me e brucia dello stesso fuoco che mi consuma.

Un romanzo toccante che celebra la “sorellanza”. Perché?

Perché “sorellanza” è opportunità di ulteriore forza, è collante tra donne che si mettono a disposizione le une delle altre per arricchirsi reciprocamente, per fare dei loro talenti un dono da condividere, affinché tutte diventino più ricche, più libere, più consapevoli del proprio valore. È la forza muta della “sorellanza” che salva la vita di molte donne, non solo dalla miseria e dall’ignoranza, ma, anche, dalle prevaricazioni di un maschile  spesso incapace di guardare oltre se stesso.

Esiste un messaggio di speranza, racchiuso tra le righe della narrazione. Quale?

Che l’amore vince. L’amore nelle sue molteplici forme: il bene, l’affetto, l’amicizia, la “sorellanza”, la condivisione, la maternità – non solo di ventre ma, anche, di cuore – la tenacia con cui si salvaguarda una creatura che, altrimenti, perderebbe la vita. “Sentimi” è un libro sull’amore, “quello” come dice Pietra “che ti cuoce piano,  piano e ti fa fare, nella maggior parte dei casi, la cosa giusta”.

 

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