29 Marzo 2024

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Un milione a piazza San Giovanni con la Cgil. Camusso: a Renzi chiediamo lavoro e diritti

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Roma, 25 ott 2014 – In migliaia sfilano a Roma per la manifestazione nazionale della Cgil contro il Jobs Act e la politica economica del governo. Gremita la Piazza San Giovanni, dove sono confluiti i due cortei partiti rispettivamente da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani.
Sul palco allestito per la chiusura della manifestazione ‘Lavoro, dignità, uguaglianza. Per cambiare l’Italia’ si alternano gli interventi di lavoratrici, lavoratori, precari, migranti in attesa che la parola passi al segretario generale Susanna Camusso. Tanti anche i bambini presenti alla manifestazione che si sta svolgendo senza incidenti e che ha raccolto manifestanti arrivati da ogni parte del Paese. Massiccia la partecipazione di studenti e pensionati.

Sono arrivati da tutta Italia i manifestanti che hanno partecipato al corteo. Lavoratori, studenti, pensionati, hanno attraversato le strade della capitale per protestare contro le politiche del governo Renzi. Striscioni che raccontano storie di lavoratori in mobilità, in cassa integrazione. ‘Renzi pifferaio’, ‘Pd partito di destra’ si legge su alcuni cartelli. Ad accompagnare il corteo l’immancabile ‘Bella Ciao’, ‘Fischia il vento’, i tamburi dei lavoratori immigrati.

Grande partecipazione delle regioni nel corteo che è partito da Piazza dei Partigiani. Massiccia la presenza dalla Sardegna ma anche da Toscana e Puglia. Tra i palloncini e le bandiere rosse della Cgil tanti gli slogan scanditi dai manifestanti. “Basta prese per il sedere, il Governo Renzi deve cadere”, “Il maghino Renzino fa sparire i diritti” tra gli altri.

La manifestazione partita da piazza della Repubblica, a fronte dalla grande partecipazione, si è mossa con largo anticipo rispetto al programma. In testa al corteo, aperto dallo striscione dove campeggia lo slogan della manifestazione “Lavoro, dignità, uguaglianza. Per Cambiare l’Italia”, c’era il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

«Continueremo la nostra iniziativa con tutte le forme necessarie», ha detto Camusso, interpellata dai giornalisti sul possibile ricorso allo sciopero generale. «E’ una grande manifestazione, c’è tantissima gente, bella, colorata, arrivata da tutta Italia. A Renzi chiediamo lavoro, giustizia fiscale e di cambiare legge delega», ha aggiunto.

Non cambia verso per Camusso la legge di stabilità: «il rigore dell’Unione europea continuerà a mantenere il Paese nella stagnazione, la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare strada». La manovra non può essere costruita, ha detto Camusso con «qualche taglio in più e qualche bonus, è insufficiente a creare giustizia». Giustizia e uguaglianza, ha precisato Camusso non sono parole «antiche», ma «sono la preocondizione del futuro». Per la dirigente sindacale «non si può fare la guerra tra poveri» per evitarla è indispensabile «una tassa sulle grandi ricchezze, progressività e giustizia fiscale».

Sull’articolo 18, la leader della CGIL ha ribadito a gran voce, con esultanza della piazza “nessuno può dire che sia un totem ideologico, è una norma che difende la libertà dei lavoratori, si tratta di tutele concrete non ideologiche che fanno la differenza fra il lavoro servile e il lavoro moderno” e ha aggiunto “nessuno può dire in buona fede che togliere l’articolo 18 serva per la crescita”.

Il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha sottolineato: «E’ una manifestazione, bella, enorme che dimostra che sulle questioni economiche e del lavoro il governo non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere devono lavorare». «Il governo – aggiunge – deve fare i conti con questo».«Questa piazza lo chiede e chiede che il sindacato e la Cgil faccia sul serio, che non si fermi – continua -. Dobbiamo andare avanti fino a far cambiare idea al governo». «Credo – sottolinea ancora- che andare allo sciopero generale, proseguire con iniziative nel Paese e nelle fabbriche sia il modo per creare le condizioni per un cambiamento vero nel Paese».  «Con questa piazza – afferma – la Cgil dimostra di essere non solo rappresentativa ma un’organizzazione che sa unire il Paese a differenza del governo che vorrebbe dividerlo contrapponendo tra di loro le persone».

La manifestazione nazionale di oggi è solo una tappa. La CGIL è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo anche con lo sciopero generale. I prossimi appuntamenti come ricordato dal Segretario Generale della CGIL saranno: il 5 novembre al fianco dei pensionati e l’8 novembre in piazza con i lavoratori del pubblico impiego.
“E noi che non abbiamo paura della memoria, gridiamo come una volta ‘al lavoro e alla lotta’”. Così ha concluso il suo discorso dal palco di San Giovanni, il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso, mentre come sottofondo si sentono le note di “un’ora sola ti vorrei” , in riferimento all’ultimo incontro del presidente Renzi con le organizzazioni sindacali, a cui aveva concesso un incontro di un’ora.

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