18 Aprile 2024

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A Vittoria si celebra la “Festa di San Giovanni ri Jnnaru”

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L’11 Gennaio ricorre il 324° Anniversario del Terremoto che colpì tutta la Val di Noto. A Vittoria,  la festa in onore del Santo patrono, a cura della Basilica San Giovanni Battista e del Comitato Festeggiamenti Patronali,  si celebra anche in questa data, a ricordo di quel terribile evento che nel 1693 distrusse la Sicilia sud-orientale.

Le prime scosse furono avvertite la sera del venerdì 9 gennaio e causarono gravissimi danni e centinaia di morti. La scossa più forte e spaventosa si verificò domenica 11 alle 21 quando le chiese erano piene di fedeli.

Vittoria registrò pochi morti ma furono gravemente danneggiate la chiesa Madre e due conventi, quello delle Grazie e quello di San Francesco di Paola. In quell’occasione la città attribuì a San Giovanni il merito di averla salvata dal terremoto che aveva devastato le città vicine e lo elesse a suo patrono.

Per l’occasione le celebrazioni Eucaristiche nella Basilica di San Giovanni saranno:

• Mercoledì 11 Gennaio alle ore 8 – 9 – 10.30 – 12 e 18.
• Domenica 15 Gennaio alle ore 8 – 9 – 10.30 (a seguire la processione con il Simulacro per le vie della città) – 13.30 e 18.

Giorno 10 Gennaio si terrà inoltre, alle ore 17,00, presso la Sala Emanuele Mandarà, una conferenza sul terremoto del 1693, a cura delle Associazioni ANTEA, Italia Nostra e Filo di Seta. Interverranno Luciano D’Amico, direttore del Museo Diocesano Mons. Federico La China, che parlerà del terremoto e della devozione del popolo vittoriese a san Giovanni Battista; la prof.ssa Laura Piccione, restauratrice, che relazionerà sul restauro della statua di San Giovanni e il dott. Umberto Copani, radiologo, che mostrerà l’esame radiologico sulla statua di San Giovanni Battista.

Inoltre, nei giorni 11 (10 – 13.30/19 – 21) e 15 (19-21) Gennaio apertura straordinaria del Presepe Biblico allestito nel complesso monumentale di Sant’Antonio Abate in via Magenta angolo via Bari e dal 10 al 29 Gennaio il Museo Diocesano D’Arte Sacra Mons. Federico La China sarà aperto tutti i giorni tranne il venerdì secondo i seguenti orari: mattina 9-13, pomeriggio 16-20. Il venerdì solo mattina 9 -13 e il lunedì chiuso. Per gruppi e scolaresche è possibile concordare aperture straordinarie.

Uno sguardo alle leggende…

Attorno alla devozione al Santo Protettore della città aleggiano due leggende.

Una narra che i vittoriesi non sapevano quale santo ringraziare per essersi salvati, decisero quindi di mettere i nomi all’interno di un’urna e sorteggiarli. Per tre volte di seguito sarebbe venuto fuori il nome di San Giovanni.

Un’altra narra, invece, che la statua di San Giovanni fu trovata decapitata dopo il sisma, segno questo che fu interpretato come un sacrificio che salvò la sua chiesa e la città.

Si gridò così al miracolo dicendo che nuovamente il Santo aveva dato la propria vita per la salvezza della città, che in gran parte andò risparmiata.

In verità esiste una precisa disposizione delle autorità spagnole dell’epoca che nell’approssimarsi del primo anniversario del sisma stabilì che ciascuna città rendesse onore al suo santo protettore.

Ma le leggende non finiscono qui. La Statua recisa, infatti, necessitava di un restauro. Per non incorrere nelle ire e nei giudizi dei cittadini, e per non arrecar offesa al santo in caso di lavoro male eseguito, nessun vittoriese volle prendersi la licenza di farlo.

Fu così che si fece vivo un anziano signore, mai visto prima a Vittoria, che si offrì di effettuare il restauro ma alle seguenti condizioni: che fosse lasciato per tre giorni solo con la statua, e gli fosse dato lo stretto necessario per vivere, pane e acqua. Con grande sollievo, i vittoriesi lo concessero e scaduti i tre giorni lo stupore fu grande.

La statua infatti fu ritrovata perfettamente integra e tornata al suo antico splendore. E il vecchio? Del vecchio nessuna traccia! Sparito, volatilizzato. Si gridò al secondo miracolo!

Per la gente dell’epoca era stato San Giovanni stesso ad assumere le sembianze di anziano artigiano e ad avere restaurato la statua che gli era stata dedicata. Ancora una volta, San Giovanni era stato vicino al suo popolo.

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