20 Aprile 2024

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“Brevi cenni sulla depressione”, della psicologa Sabrina D’Amanti.

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 Sabrina D’Amanti, 24 aprile 2014.- La depressione è un malessere che può togliere per lungo tempo gioia alla vita. In alcuni casi si tratta di una condizione dell’umore permanente, ovvero la persona ha un costante umore triste; in altri la tristezza affiora in modo ricorrente, ma non è persistente; infine nei casi peggiori essa si manifesta in modo devastante, è quanto accade nel “Disturbo Depressivo Maggiore” i cui sintomi principali sono visione nera della realtà e perdita dell’interesse per le cose che si facevano prima. In questi casi il soggetto è privo di forze, non riesce a gioire per nessuna cosa e tende a pensare di non valere nulla, di non essere capace a fare niente e che non merita di vivere. Il rischio di suicidio correlato alla depressione è infatti molto alto. La primavera e l’autunno sono periodi in cui chi soffre di depressione tende ad avere ricadute. Il modo per contrastare questo problema può essere sia farmacologico che psicologico. Il rimedio farmacologico dà sollievo ai sintomi, ma non rimuove le cause che vi stanno sotto quindi, passato il beneficio, il problema tende a ripresentarsi, la terapia psicologica o psicoterapia invece va a fondo alle cause da cui la depressione ha origine, per cui consente di venirne fuori in modo permanente. Le cause psicologiche di questo disturbo vanno rintracciate nella storia personale di chi ne soffre e nel suo stile di pensiero. Da un punto di vista organico, nel disturbo depressivo si registra un alterato funzionamento neurotrasmettitoriale a carico di vari neurotrasmettitori tra cui la serotonina e la noradrenalina, interpretare però questo come causa genetica sarebbe assolutamente riduttivo. Non va sottovalutato che la qualità dei pensieri che facciamo determina il tipo di neurotrasmettitori rilasciati a livello sinaptico. Ne consegue che l’alterato funzionamento neurotrasmettitoriale presente negli stati depressivi è correlato all’insieme di pensieri che caratterizzano e accompagnano tale stato, ovvero a quei pensieri che si riferiscono alla considerazione che la persona ha di se stessa, al modo in cui si rapporta alle situazioni della vita (a quelle piacevoli e a quelle problematiche), al modo in cui si pone in relazione con gli altri, ed è su questi aspetti che occorre lavorare, con la finalità di modificarli, in sede psicoterapica se si vuole realmente fronteggiare il problema.

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