20 Aprile 2024

ITALREPORT

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Call center, spada di Damocle sui 600 dipendenti di Qe’

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A denunciarlo Fistel e Cisl, sottolineando che all’azienda catanese non mancano commesse ma che la crisi “è colpa della cattiva gestione”. Il coinvolgimento del sindacato nazionale e della Regione per un tavolo al ministero dello Sviluppo, a Roma

Ancora call center in crisi. E a rischiare, questa volta, sono 600 lavoratori: 350 a tempo indeterminato inbound e 250 a progetto. Sono i dipendenti di QE’, azienda di Paternò nel Catanese. Sul loro posto pende una spada di Damocle “non perché manchino commesse, che anzi ci sono in abbondanza – denunciano Fistel e Cisl siciliane – ma per colpa di imprenditori improvvisati e non adatti”. QE’, tra l’altro, lavora su commesse Enel, Inps e Sky. È in crisi “a causa della cattiva gestione organizzativa e amministrativa”, affermano alla Cisl rimarcando che “a nulla sono valsi, fin qui, gli incontri che le segreterie provinciali dei sindacati hanno svolto, con la partecipazione di prefetto, sindaco, della più grande azienda committente, Transcom, e di una serie di imprese che operano nel territorio e che potrebbero essere interessate a rilevare QE’”. Per Fistel e Cisl, “obiettivo irrinunciabile è il salvataggio, per evitare la chiusura assicurando, semmai, il rilancio”. “Un territorio già fortemente depresso da una cronica mancanza di buona occupazione, non può permettersi di perdere altri posti di lavoro”, sostengono Mimmo Milazzo e Giuseppe Tomasello, segretari rispettivamente di Cisl e Fistel regionali. “Siamo a fianco dei lavoratori”, aggiungono. “E siamo impegnati a sostenere tutte le azioni utili a dare una positiva soluzione alla vertenza”. Nei prossimi giorni Fistel e Cisl coinvolgeranno, fanno sapere, i vertici nazionali del sindacato e l’assessorato regionale competente. Obiettivo: “verificare se sia possibile aprire al più presto un tavolo al ministero dello Sviluppo economico”.

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