18 Aprile 2024

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Donne a Sud, al via il progetto “Educare alla parità”

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Si è conclusa ieri la settimana di iniziative organizzate per celebrare il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Dopo la presentazione del libro ““Viaggio nel paese degli stereotipi – Lettera a una venusiana sul sessismo” della prof.ssa Graziella Priulla, la partecipazione al momento di sensibilizzazione rivolto agli studenti del Liceo Scientifico, venerdì mattina al fianco della Polizia di Stato, e la camminata solidale che tanto successo ha riscosso domenica mattina in termini di partecipazione, ieri mattina la dr.ssa Deborah Giombarresi, psicologa del centro antiviolenza dell’associazione Donne a Sud, e la rappresentante legale avv. Rossana Caudullo hanno presentato, ai detenuti del carcere di Ragusa, il progetto “Educare alla parità”.

E’ il terzo anno consecutivo che Donne a Sud torna in carcere, nell’ottica della prevenzione e della riabilitazione di chi ha sbagliato e che spesso non si rende conto né del come né del perché. “Il concetto di parità non è ben calibrato in questi uomini – spiega la dr.ssa Giombarresi, curatrice del progetto – perché sono cresciuti in un ambiente che li ha portati a credere nel fatto che la donna certe cose non le possa né le debba fare. Quindi va spiegato loro cosa vuol dire essere uomo ed essere donna, agire sul loro substrato culturale e, attraverso un lavoro di valutazione conclusivo, cercare di capire se è passato il messaggio dell’importanza di aprirsi al mondo guardandolo da una nuova prospettiva, dopo aver rimodulato le competenze e i sistemi percettivi della realtà”.

“Educare alla parità” è ufficialmente partito ieri e, attraverso appuntamenti settimanali, si protrarrà fino in primavera. Dopo i progetti “Emozioni” e “Chi ero, chi sono, chi sarò’ si continua così a lavorare per far si che la percezione del femminile, spesso asimmetrica, torni corretta.

All’iniziativa, che è servita anche per illustrare l’attività dell’associazione e del centro antiviolenza, hanno preso parte la dr.ssa Rosetta Noto, responsabile dell’area trattamentale del programma di recupero dei detenuti del Carcere, e l’attrice Tiziana Bellassai che ha letto due monologhi davvero toccanti tratti dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini. Due storie di donne maltrattate e uccise che hanno commosso anche i circa 40 detenuti presenti.

“A conclusione di questa intensa settimana – dice la presidente Sabrina Mercante – un ringraziamento va alla prof.ssa Priulla, che è ormai un’amica di Donne a Sud, all’associazione Grotte Alte e alla comunità Il Buon Samaritano di Don Beniamino Sacco, ma soprattutto all’associazione Gambe in Spalla che ha creduto moltissimo nell’idea della camminata solidale ed è stata la prima, con i suoi istruttori, a sostenere la nostra iniziativa. Grazie a Gianni Molè e Federica Busacca, che hanno camminato al nostro fianco, e a tutti i partner privati senza i quali le nostre idee non potrebbero concretizzarsi. Già da oggi abbiamo ricominciato a lavorare nel silenzio, con impegno e dedizione, forti delle 35 donne salvate solo nell’ultimo anno, e sono dati ufficiali consegnati alla Prefettura, da situazioni di pericolo”.

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