25 Aprile 2024

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Stasi (presidente Confcooperative Campania): “La cooperazione è portatrice di un’economia positiva”

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Perché la cooperativa è un modello di impresa ad impatto sociale? Quali gli strumenti normativi e finanziari a sua disposizione? Ne ha parlato Maria Patrizia Stasi, presidente regionale di Confcooperative a Salerno, in occasione di Sud oltre Expo.

SALERNO – Inquadrare le cooperative per quello che sono: un modello di impresa portatore di un valore aggiunto, in termini di impatto sociale (servizi, occupazione, valore della persona, attenzione al territorio e alle comunità). Un’economia positiva che contribuisce al Pil nazionale con una percentuale dell’8%. Un movimento sommerso dalla cronaca incapace di raccontare l’apporto in termini di sviluppo e di innovazione delle cooperative, necessitanti di accorgimenti normativi, specie in alcuni settori, e di interventi e strumenti finanziari ad hoc.
Ne ha parlato Maria Patrizia Stasi, presidente di Confcooperative Campania, l’Organizzazione regionale di rappresentanza ed assistenza delle imprese cooperative, intervenuta a Salerno, presso la Camera di Commercio, a proposito di cooperazione e quadro normativo nazionale. Lo spunto è nato all’interno del workshop “La finanza sociale”, uno dei tanti focus di Sud Oltre Expo, la convention (22/25 aprile) organizzata dall’università di Salerno, in collaborazione con gli stakeholder (enti profit, enti no profit, organizzazioni, camere di commercio) per creare nel prossimo futuro un network di impresa al sud, guardando oltre l’esposizione milanese. Fare rete è la sfida, ormai improcrastinabile, dell’economia reale e la cooperazione è destinata a giocare da protagonista per la sua capacità di innovarsi e di rispondere ai bisognosi dei soci e delle comunità di riferimento organizzandosi dal basso.
E a proposito del triste binomio, agli onori della cronaca, tra cooperative e corruzione, la Stasi specifica:
“Per tutelare la cooperazione sana, l’Alleanza delle Cooperative (la sigla che aggrega Confcooperative, Legacoop e Agci) ha depositato una proposta di legge ad iniziativa popolare per contrastare la falsa cooperazione, valorizzando ancor più la revisione delle cooperative come momento di controllo e di monitoraggio e sollecitando azioni capillari di verifica, anche da parte del Governo, sui territori.  Si tratta di un vero e proprio pressing sulla politica, che non sempre riesce a darci risposte veloci ed efficaci”.
La Stasi ha poi dedicato diverse battute agli strumenti finanziari a disposizione della cooperazione (la diffusione territoriale delle BCC, il Cooperfidi) che tanto fanno per lo sviluppo dell’impresa cooperativa, sebbene ci siano diverse problematiche come i ritardi dei pagamenti, mai debellati sul serio.

DATI
Confcooperative Campania rappresenta mille imprese, di cui 19 sono Banche di credito cooperativo, per un totale di 75.000 soci. . Oltre il 61,7% degli addetti sono anche soci delle cooperative in cui prestano lavoro. Il 65% degli addetti ha un contratto da dipendente a tempo indeterminato.
Il 49,3% degli addetti è donna.
Il fatturato aggregato (diretto e indiretto) si attesta a circa 850 milioni di euro di cui 250 milioni riconducibili al sistema delle BCC.

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