19 Aprile 2024

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Palermo. L’Oca del Cairo, domani Davide Enia debutta nella regia lirica

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Il palermitano Davide Enia debutta nella regia lirica. Da domani al Teatro Massimo “L’Oca del Cairo”, l’opera buffa incompiuta di Mozart

PALERMO. È la prima regia lirica di Davide Enia, scrittore, drammaturgo, narratore palermitano. Ed è una regia che si misura con L’Oca del Cairo, opera buffa incompiuta di Mozart, che andrà in scena al Teatro Massimo di Palermo (Sala Onu) da domani, giovedì 20 aprile a domenica 30 aprile, direttore Silvia Spinnato, Orchestra del Teatro Massimo. Spettacoli mattutini per le scuole, alle 9.30 e alle 11.30, e poi, sabato 22 aprile e sabato 29 aprile, repliche alle 17.30 aperte a tutti.
Il manoscritto originale de L’Oca del Cairo, conservato nella Biblioteca di Berlino, comprende un recitativo, due arie e sei pezzi completi nelle parti vocali e nella parte del basso armonico, a volte arricchiti di alcune battute interamente orchestrate, a volte di soli accenni di orchestrazione.
“Mozart, che iniziò a comporla a 27 anni, nella sua piena maturità musicale, non la completò per due ragioni – spiega Enia – la prima è perché erano finiti i soldi, la seconda perché il libretto non funzionava assolutamente. Io e il direttore Silvia Spinnato abbiamo fatto un’operazione di ricomposizione dopo un lavoro scrupoloso sulla partitura musicale grazie al quale abbiamo espunto tutto quello che mozartiano non era, e che era stato aggiunto successivamente. E abbiamo integrato quel che mancava con brani de Il Flauto magico. Ne viene fuori, per così dire, un ultra-Mozart”.
Recite prese d’assalto e già esaurite per uno spettacolo pieno di invenzioni registiche costruite a misura della sala Onu del Teatro Massimo, di forma circolare. A partire dalla collocazione del pubblico, che si siede a metà, tra l’orchestra (posta dietro) e i cantanti (posta davanti). I cantanti sono su pedane staccate l’una dall’altra, mentre i servi si muovono sulla scena.
Il tema è il desiderio amoroso. “Ho lavorato – dice Enia – sull’amore licenzioso, divertente, che però diventa struggente tra innamorati. Immergiamo il pubblico dentro il desiderio”.
Mozart cominciò a scrivere seguendo i canoni dell’opera buffa: un intrigo amoroso, una servetta maliziosa, varietà di situazioni e stati d’animo ed ecco servito il grande divertimento che secondo il compositore l’opera comica italiana doveva avere. Una giocosa tessitura che culmina con l’entrata in scena di un’oca meccanica che nasconde uno dei protagonisti. Così il lavoro evoca elementi “poveri” capaci di ispirare il fantastico, come in ogni gioco accade. Al libretto Enia ha aggiunto un’ouverture e un finale. “Nell’ouverture il pubblico entra mentre l’orchestra ha appena finito di accordare gli strumenti e mentre i cantanti si preparano facendo gorgheggi, un modo di svelare il meccanismo teatrale, di vederlo aperto”.
Enia si misura con l’opera lirica dopo avere raccontato, due anni fa al Teatro Massimo, Lucia di Lammermoor per il ciclo “Ti racconto l’opera”. “Da lì – dice – mi sono addentrato nei meccanismi drammaturgici, nelle logiche teatrali dell’opera lirica, questo straordinario patrimonio tutto italiano”.

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