29 Marzo 2024

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Fondi strutturali Ue e zero barriere architettoniche. Michela Giuffrida: «Una Sicilia a misura di disabili»

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Catania, 23 dicembre 2014 – Un «piano urbanistico per l’abbattimento delle barriere architettoniche» che la Commissione europea deve sollecitare ai singoli Stati, la garanzia che «parte dei fondi strutturali» siano destinati a «infrastrutture e servizi per garantire la fruibilità anche alle persone con disabilità» e «azioni positive per assicurare un elevato livello di integrazione e di partecipazione indipendente alla vita sociale». Questi sono i tre punti principali di un’interrogazione che l’eurodeputato del Pd Michela Giuffrida ha presentato alla Commissione europea. Il contenuto dell’atto parlamentare è stato anticipato nel corso del focus «L’Europa per i diritti delle persone con disabilità», svoltosi oggi pomeriggio allo Sheraton di Acicastello, con il patrocinio del gruppo S&D (Alleanza progressista dei Socialisti&Democratici) al Parlamento europeo.
«L’Unione europea – ha affermato Michela Giuffrida – deve sostenere e completare le azioni nazionali indirizzate a migliorare l’accessibilità dei disabili e a lottare contro la discriminazione attraverso i canali di finanziamenti ordinari, alla corretta applicazione dell’articolo 16 del regolamento generale sui Fondi strutturali, e massimizzando i requisiti in materia di accessibilità nelle procedure di appalti pubblici».
Un riferimento preciso anche allo scenario siciliano: «Nella programmazione dei fondi comunitari 2014/2020, ad esempio, bisogna vigilare affinché la Regione, oltre che prevedere delle misure ad hoc per la disabilità, inserisca trasversalmente in tutto il «pacchetto» delle azioni che possano trasversalmente migliorare l’inclusione sociale e la qualità della vita delle persone disabili», ha affermato il parlamentare europeo del Pd. Concludendo: «Soltanto così possiamo arrivare a un risultato per il quale io sto lavorando a Bruxelles e a Strasburgo: far sì che l’Europa unita della moneta, della crisi economica e dei buoni propositi diventi anche l’Europa unita del cuore».
Numerose e qualificate le relazioni, con i saluti del sindaco di Catania, Enzo Bianco, e dell’assessore comunale al Welfare, Angelo Villari. I rappresentanti di Palazzo degli Elefanti hanno annunciato un piano «per una città a misura di disabile», sollecitando inoltre «un’azione vigorosa nei confronti della Regione per il recepimento di tutte le norme nazionali».
Raffaele Ciccio (Assemblea italiana disabled people international) ha sottolineato l’aspetto della «tutela della persona disabile come rientrante nella categoria dei diritti umani», ammettendo che in Sicilia il livello di indipendenza è «piuttosto basso soprattutto in assistenza e trasporti». Giuseppe Di Natale, portavoce del Forum terzo settore Sicilia, ha ricordato che ««la legislazione siciliana in materia è avanzata, non dobbiamo inventarci nulla, ma basta applicare gli strumenti che abbiamo». Francesco Marcellino (consulente legale disabilità) ha fatto un excursus sulla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ammettendo che «in Italia e in Sicilia è rimasta quasi un libro dei sogni». Santino Scirè (vicepresidente nazionale Acli), stigmatizzando «il sostanziale fallimento della legge 68/99 sull’occupazione», ha lanciato una proposta rivoluzionaria: «Creare una corsia previdenziale privilegiata per il prepensionamento dei genitori di figli con disabilità». Salvo Sorbello (delegato nazionale Anci famiglia) si è invece soffermato sull’abbattimento delle barriere architettoniche citando Franco Basaglia («Siamo tutti disabili») e affermando che «non sono in questione i diritti dei disabili come categoria da proteggere, ma della persona in quanto tale»; Roberto Speziale (presidente nazionale Anfass) ha ammesso che «dalla comparazione fra Europa e Italia si evince che nel nostro Paese c’è un ottimo assetto normativo ma una pessima applicazione della norma stessa».
«Inclusione sociale, diritti dei disabili, abbattimento delle barriere architettoniche: devono essere fatti concreti, da tradurre in tutte le lingue dei Paesi dell’Unione europa, perché è un’assurdità – ha concluso Michela Giuffrida – non uniformare la qualità del welfare per i disabili in tutti gli Stati membri. E un questo contesto, ve lo assicuro, la nostra Sicilia sarà una protagonista di primissimo piano».

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