19 Aprile 2024

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Fusione Unicredit, Intesa, M.P.S.? È un’idea di Persone sadiche?

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Cosa c’è di vero su l’ipotesi di fusione tra Unicredit, Intesa e M.P.S.? Sembra essere una fresca bufala che provoca però reazioni forti da parte degli Amministratori delle Banche interessata e dai Sindacati.
Ecco ciò che troviamo sul sito dell’ANSA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/10/02/fusione-intesa-unicredit-mps-banche-smentiscono_9d98871d-6d60-4bf1-b421-23004b55b2b2.html

”La banca ha già smentito, confermo la categorica smentita”. Così il Ceo di Intesa, Carlo Messina, a margine dell’italian conference di Jp Morgan riguardo all’idea di una maxi-fusione Intesa-Unicredit-Mps. Ha visto mai questo dossier? Gli stato chiesto. ”E’ una smentita categorica”, ha ribadito.

Intesa-Unicredit-Mps, voci di fusione – Il Sole 24 Ore riferisce dell’esistenza di un dossier redatto da una banca d’affari in cui si ipotizza una fusione tra Unicredit e Intesa Sanpaolo, con successivo coinvolgimento di Mps. L’operazione porterebbe alla chiusura di 2mila filiali e 20-25mila esuberi. Il quotidiano stesso parla di ipotesi “vicina alla fantafinanza” e riferisce la smentita di Intesa e Unicredit. Interpellati sulla notizia oggi i portavoce di Unicredit e Intesa ribadiscono di smentire categoricamente l’ipotesi.

In una prima fase, il dossier citato dal Sole 24 Ore senza riferire quale sia la banca d’affari al lavoro sull’ipotesi, vorrebbe una maxifusione con uno scambio azionario tra Unicredit e Intesa. Verrebbe quindi scorporata la parte italiana di Unicredit per apportarla a Mps. Secondo il quotidiano “nelle ultime ore il tam tam sull’esistenza del progetto si è fatta insistente e ha inziato a cricolare sia a Milano che a Roma. Come era già accaduto nel 2012 quando, si disse allora, tra gli autori del progetto vie era Claudio Costamagna, all’epoca banchiere d’affari e da poche settimane neo presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Oggi i piani di Unicredit e Intesa, ricorda il Sole, escludono un’ulteriore crescita in Italia e interesse per un’aggregazione con Mps. La combinazione delle due banche, è l’analisi, porterebbe a forti sovrapposizioni territoriali, con pesanti ricadute occupazionali e sul sistema del credito alle imprese. In più Intesa, che questo scenario vorrebbe beneficiare del presunto conferimento della rete estera di Unicredit, si troverebbe a rientrare nella categoria delle Sifi, trovandosi a dover affrontare la richiesta di più elevati coefficienti di capitale. “Nessuno ha apparente interesse a portare avanti un progetto che, a parte risolvere (forse) il nodo dell’aggregazione che Bce continua a pretendere per Mps, sembra rientrare nella fantafinanza”, riferisce infine il Sole 24 Ore, per segnalare quindi come nonostante tutto il dossier circoli.

Dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit anche un portavoce di Mps smentisce le ipotesi di stampa di una maxifusione bancaria che la vedrebbe coinvolta, si vorrebbe, con l’unione agli asset italiani di Unicredit a valle di un’aggregazione tra l’istituto di Piazza Gae Aulenti e Intesa Sanpaolo.” (Fine messaggio ANSA)

Ecco la reazione immediata del leader della Fabi, Lando Maria Sileoni:

IPOTESI AGGREGAZIONE INTESA, UNICREDIT E MPS

SILEONI (FABI):

“FUSIONE INTESA, UNICREDIT E MPS È SPOT PUBBLICITARIO DI BANCHE D’AFFARI”
“In merito alle notizie di stampa di oggi riguardo a una mega fusione Intesa, Unicredit e Mps, proposta da una banca d’affari, che creerebbe 25mila esuberi e un taglio di almeno 2mila sportelli bancari, dichiaro quanto segue.

Com’è ormai noto le proposte autoreferenziali e propagandistiche delle società di consulenza e delle banche d’affari non trovano quasi mai riscontro nella realtà. Più che un suggerimento, l’idea di un’aggregazione tra i tre maggiori istituti del Paese sembra uno spot pubblicitario per acquisire milionari contratti di consulenza e ricevere lauti guadagni. Normalmente, se si vuole stare nel giusto e se si vogliono evitare errori, è sufficiente fare l’esatto contrario di quello che propongono le società di consulenza e le stesse banche d’affari”.

Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza dei bancari.

“Le priorità oggi per il settore bancario sono tre: mantenere gli attuali livelli occupazionali; realizzare un “patto sociale” tra banche, forze politiche e organizzazioni sindacali per sostenere la politica di Abi rispetto a talune incomprensibili posizioni della Banca centrale europea; creare una bad bank costituita attraverso capitali privati, con l’intervento anche della Cassa depositi e prestiti, per migliorare l’erogazione del credito a imprese e famiglie e per scongiurare esuberi nelle prossime fusioni. Se al contrario dietro i pareri di talune banche d’affari si nasconde la volontà di qualche banchiere nel voler amplificare l’argomento esuberi, avvisiamo che, come già fatto per il contratto nazionale, siamo pronti a scendere nuovamente in piazza e a proclamare altre giornate di sciopero”.

A questo punto noi ci chiediamo ma a chi vengono queste strane idee? Ci sono pensatori affetti da sadismo che godono del male altrui?

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