Introduzione alla storia del cinema italiano.
2 min read
Salvatore Stornello, Acate (Rg). Si afferma per antonomasia che i padri indiscussi del cinematografo sono stati i fratelli Lumiere, ma le ricerche attuali, però, hanno dimostrato che essi furono il punto d’arrivo di un complicato processo d’animazione fotografica.
L’apparecchio cinematografico dei Fratelli Auguste e Louise Lumiere è datato 13 febbraio 1895, brevettato con il numero 245036. In Italia, pochi mesi dopo, Filoteo Alberini, brevetta un apparecchio per le riprese molto simile a quello francese, di cui non si conosce però nessun prototipo.
Nel 1900, Vittorio Calcina e Luca Comerio, ottengono dalla famiglia Savoia la concessione a riprendere i regnanti nella loro vita sia pubblica che privata. Proprio Calcina, fu colui che nel 1900 riprese i funerali di re Umberto. Oltre Calcina e Comerio, altri operatori sono passati alla storia, come per esempio: Roberto Omegna, Giovanni Vitrotti, Luigi Fiorio.
A differenza dell’America, che riuscì fin da subito a far progredire l’industria cinematografica, in Italia purtroppo abbiamo un processo di sviluppo marginale svolto su due fronti: da una parte un’industria a conduzione familiare, dall’altro un’organizzazione su base capitalistica.
Grazie alle ricerche di Bernardini, oggi, abbiamo un quadro dettagliato di tutte le case di produzione dell’epoca. A Torino, per esempio, abbiamo Arturo Ambrosio, che dopo aver avuto successo con due documentari dal titolo “la prima corsa automobilistica Susa Moncenisio” con operatore Roberto Omegna, e “le manovre degli alpini al colle della Renzola”, riprenderà l’anno successivo il terremoto in Calabria.
Nel 1905, secondo gli storici, si ha in Italia la produzione del primo film a soggetto, dal titolo “la presa di Roma”, realizzato dai cinematografi della ditta Alberini – Santoni, che l’anno seguente si trasforma in società per azioni chiamata Cines, con capitale iniziale di 250.000 lire.
Bibliografia
Storia del cinema italiano. (2002). Pagine. Roma.