19 Aprile 2024

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“Io donna di Ragusa”: Sabato 8 aprile al Garibaldi

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Io donna di Ragusa. E’ la storia di Maria Occhipinti che appartiene alla nostra terra. Scritta da Maricla Boggio sabato andrà in scena al Teatro Garibaldi

MODICA – Io donna di Ragusa di Maricla Boggio per la regia di Jacopo Bezzi in scena la Teatro Garibaldi sabato 8 aprile alle ore 21.00, è una storia che ci riguarda.
I protagonisti Nicoletta La Terra e Massimo Roberto Beato interpretano un testo che rispecchia un pezzo di storia del nostro territorio perché legato alla vicenda del “nun si parti” che vide protagonista nel maggio del 1945 Maria Occhipinti, donna di grande personalità e vigore, che ebbe il coraggio, incinta di cinque mesi, di stendersi sotto le ruote di un camion militare per opporsi alla chiamata alle armi di giovani siciliani per opporsi, assieme agli alleati anglo americani, all’avanzata nazista.
Maria Occhipinti ha raccontato la sua vicenda con un libro. La prima edizione di Una donna di Ragusa è stata pubblicata nel 1957 (Landi editore, e riedito da Feltrinelli nel 1976 e nel 1993 con Sellerio); un libro che ha ispirato l’opera teatrale.
Il racconto teatrale avviene da un carcere, dove Maria Occhipinti fu costretta ma conobbe anche il confino, dove passa in rassegna un’ immaginaria sequela di fotogrammi dove passano in sequela figure di uomini che l’hanno tradita, rimossa dal concesso civile, ostacolata in una terra Ragusa dove si è sentita come straniera in patria.
La storia gli ha forse ridato un credito inaspettato; quel credito non avuto in vita essendo Maria Occhipinti figura troppo avanzata sulla frontiera di avanguardie sociali che troppo ha disturbato il perbenismo interessato di un epoca bigotta e paludosa e per niente propensa a condividere le sue scelte di vita e soprattutto quelle politiche.
Carlo Levi, inquadra da par suo la figura di Maria Occhipinti nel contesto siciliano dell’epoca e che noi vogliamo porre all’attenzione del lettore.

“Non c’è stata una Resistenza in Sicilia. Mentre a nord i comitati di liberazione combattevano, in Sicilia i governi militari alleati, e poi quelli del «Regno del Sud», cercavano di ricostruire una nuova convivenza. O c’è stata? Ed erano Resistenza, un’altra Resistenza, le lotte per il pane, le insurrezioni contro il richiamo alle armi e, in certo modo, anche le lotte contadine per la terra (una resistenza mimetizzata dal destino della Sicilia, di essere sempre inattuale nelle sue speranze, di dislocarsi, nelle sue tentate resurrezioni, in un senso a parte della storia)? La risposta è della scienza storica. Una Donna di Ragusa, comunque, racconta la Resistenza in Sicilia – che ci fu o non ci fu. Maria Occhipinti, ventenne, fu il capo della rivolta contro il richiamo alle armi, nel dicembre-gennaio ’44-’45. Prima era stata una ragazzina povera, in una città e in un tempo in cui i poveri erano molti, ed esserlo significava molto di più di una semplice privazione materiale: uno spaesamento generale dell’anima e del corpo. Dopo, per la sua ribellione conobbe il confino e il carcere. E l’emigrazione, la solitudine, l’illusione e la delusione. E infine il silenzio sulla sua Resistenza. Donna, povera, intelligente, siciliana, generosa, ribelle, d’animo libero e di mente curiosa: vale a dire una vita, quella qui raccontata, in un senso a parte della storia”.

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