16 Aprile 2024

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Quotidiano on-line

La scuola oggi… riflessioni di una operatrice del settore.

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Vittoria. 27/11/2017
Riceviamo e pubblichiamo da Franca Privitelli, docente.
Con la legge sull’autonomia (Legge n°59/97) nel sistema scolastico italiano è cambiato completamente l’assetto e l’immagine della Scuola Italiana che da rigida Istituzione pedagogico-educativa, dipendente da un sistema centrale ( Ministero dell’Istruzione), si trasforma in un’ azienda autonoma di servizi educativi.. Cambia totalmente la modalità di gestione e la figura del Direttore Didattico , viene sostituito dal Dirigente Scolastico, il quale è diventato un burocrate immerso nelle procedure amministrative, un manager che deve far affluire risorse verso la propria scuola, e una figura autorevole che deve pubblicizzare bene la propria Scuola e renderla appetibile nel territorio su cui opera , in modo da richiamare genitori e alunni; ed infine coordina e cerca di valorizzare le risorse professionali dei docenti , indirizzandoli verso nuove metodologie e didattiche innovative , attraverso il PTOF( Piano triennale dell’offerta formativa) . La trasformazione della Scuola in un azienda apre un dibattito, persino sulla definizione di alunni e genitori, disquisendo sulla necessità di un cambio del termine: da utenti a clienti. Personalmente credo che la definizione di cliente sia più rispondente al consumatore che acquista un prodotto o un servizio, da un’ azienda privata, la quale dietro pagamento e in condizioni di diversi confort, offre diverse opportunità di acquisto di vari prodotti e di diversi servizi ad personam; mentre la definizione di utente è più appropriata a chi si avvale di un servizio di un bene pubblico, fornito gratuitamente dallo Stato , utile alla collettività, e con finalità formativo- educative dei propri cittadini, servizio che non può essere oggetto di negoziazione tra genitori e docenti , ma tra docenti ( impiegati dello Stato) ed esigenze educative degli alunni. E se è vero che da una parte la famiglia ha il diritto di scegliere liberamente le proprie linee educative per i propri figli, è anche vero che se la famiglia sceglie di rivolgersi alla Scuola Pubblica Statale, in qualità di Istituzione Pedagogico-educativa ancora Pubblica , questa è regolata dalle leggi dello Stato, in cui operano figure professionali con contratti collettivi pubblici, in cui sono definiti ruoli e compiti ben precisi. Mi rifererisco ai docenti ,assunti dallo Stato per Concorso pubblico , valutati da una commissione di esperti , pubblica anch’essa , la quale li riconosce idonei allo svolgimento della funzione di educatore e formatore. Pertanto sarà compito esclusivo dei docenti, valutare i bisogni e le esigenze degli alunni, mentre compito delle famiglia sarebbe quello di riporre fiducia in questi docenti e su tutto il sistema di Istruzione Pubblica. Purtroppo con l’introduzione dei Decreti Delegati del 74 che ha consentito l’apertura alla partecipazione democratica delle famiglie, nella scuola italiana tale partecipazione ha sovvertito l’ordine dell’autorità e annullato ogni forma di autorevolezza dei docenti e dell’Istituzione tutta, i genitori chiedono la preferenza dell’insegnante, come se gli altri valessero meno, preferenza che andrebbe abolita immediatamente, perché crea solo discriminazioni e disordini ; e trovo che la cosa non sia assolutamente legittimo, ma vi immaginate, è come se andassimo in un ospedale pubblico ,e in pronto soccorso o ricoverati, decidessimo noi quale dottore dovrebbe curarci, o quale specialista dovrebbe fare le nostre analisi del sangue . La crescente prevaricazione dei genitori sui docenti e su ogni ambito dell’organizzazione del sistema scolastico, ha determinato non solo un’ ingerenza nei meriti della didattica, nella scelta dei contenuti, nelle scelte metodologiche dei docenti, ma soprattutto ha creato uno scontro che ha pregiudicato ogni rapporto di collaborazione tra scuola –famiglia. Lo scontro maggiore avviene soprattutto in campo disciplinare e nelle scelte di regole educative ed etiche da parte dei docenti che dovrebbero essere condivise, con la famiglia , ma che invece vengono disattese dagli stessi genitori . Purtroppo un’escalation di ineducazione , di comportamenti inadeguati e la totale mancanza di rispetto dei ruoli di ciascuno e delle normali regole di convivenza civile , sia nei confronti dei singoli docenti che dell’Istituzione tutta, ha reso l’ambiente della scuola quasi del tutto invivibile. Tutto questo nasce da una profonda trasformazione della famiglia e dalla crisi di valori etici, morali e sociali che all’interno del nostro sistema educativo scolastico ed extrascolastico ,sta portando ad una vera e propria deriva sociale e al fallimento del ruolo e dei compiti che la Scuola è chiamata a svolgere all’interno della società . I docenti tra l’altro, hanno spesso chiesto aiuto ai propri dirigenti scolastici, proponendo loro eventuali incontri e seminari di formazione, atti a contrastare i comportamenti ostili da parte di alcuni genitori e cercare di migliorare le relazioni tra scuola e docenti. Ma non sempre ciò è attuabile, poiché i dirigenti cercano di arginare tale problematica, in quanto comporterebbe loro una cattiva esposizione e una lesione di immagine della propria scuola. Conseguenza di ciò è sempre la legge sull’autonomia, che avendo tolto ogni vincolo di iscrizione per territorialità, rende l’utente libero di scegliere la propria istituzione scolastica, consentendogli di iscriversi nella scuola che più gradisce, sulla base delle offerte formative che la scuola propone. E poiché i soldi con cui una scuola si amministra, arrivano al fondo d’istituto ,sulla base della popolazione scolastica, è facile comprendere come ogni dirigente ha interesse soprattutto a far crescere il maggior numero di iscritti. Questa la dice lunga su come in qualche modo la scuola sia in ostaggio dell’utenza, la quale deve essere trattata con una certa cautela, per evitare l’esodo verso altre istituzioni. L’autonomia scolastica non ha portato alcun beneficio al nostro sistema d’istruzione pubblica, soprattutto per ciò che concerne anche la progettazione del curricolo al posto dei “ I Programmi” , istruzioni da far applicare esecutivamente in ogni classe della penisola, bensì vincoli nazionali che ogni scuola è chiamata autonomamente ad interpretare e ad adattare alle esigenze della propria realtà formativa, che in parte prevede contenuti standard stabiliti dalle indicazioni nazionali e in parte contenuti legati alla cultura del proprio territorio, che si traduce anche di tener conto del grado di preparazione culturale locale . Questo spesso equivale a porre l’asticella più in basso, rispetto ad altre realtà locali, e non è affatto vero che nonostante si parta da livelli di partenza diversi si arrivi al raggiungimento del successo scolastico con un grado di preparazione culturale , uguale su tutto il territorio nazionale, e ciò lo dimostrano i dati OCSE e Fondazione Agnelli.
Personalmente credo che sarebbe il momento di riformare seriamente la Scuola, a partire da quella dell’obbligo sino agli ordini superiori, attraverso una riforma seria ed uniforme , uniformando su tutto il territorio nazionale tutti i livelli di contenuti e di competenze standard ,con un sistema di controllo centralizzato e con ispettori scolastici nazionali che verificassero il buon funzionamento amministrativo e didattico di ogni singola istituzione. Nella scuola dell’obbligo la promozione non va garantita d’ufficio, come un riconoscimento del diritto di eguale opportunità formativa, ma deve tener conto del merito e del profitto, diversamente il titolo di promozione morale, andrebbe riconosciuta, ma con la prescrizione di non poter accedere a corsi superiori o limitandone l’indirizzo.(mettendo finalmente un‘argine all’ignoranza) Quando le famiglie e il nostro Governo prenderanno coscienza di questo? Il governo ha l’obbligo morale d intervenire immediatamente e mettere in atto nuove misure atte a potenziare, tutelare e migliorare il Sistema d’ Istruzione Scolastica Pubblica . Bisogna innanzitutto ridare dignità alla Scuola e ai docenti , ristabilendo un equilibrio tra i diversi ruoli che devono essere simmetrici per quanto rigarda alcuni aspetti educativi , ma asimmetrici sul piano didattico : i genitori si preoccupino di educare i figli e far rispettare regole a casa , e i docenti di educare e formare gli alunni a scuola , i quali debbono attenersi a regole idonee al rispetto dell’autorità istituzionale. E’ fondamentale ripristinare il valore del ruolo dei docenti a cui deve esser riconosciuto rispetto e autorevolezza, e in ambito didattico non può esserci commistione tra criteri soggettivi familiari e competenze professionali ,così come è fondamentale che i genitori devono ricostruire un rapporto asimmetrico, distinguendo i differenti piani dell’autorità, tra genitori e figli, fondato sia sul riconoscimento delle libere scelte dei figli , ma anche sul rispetto e sull’autorevolezza , e forse solo così potremo risalire la china. L’autonomia scolastica e l’esasperata apertura democratica alle famiglie ,ha prodotto non solo cattivi rapporti tra scuola e genitori, ma ha sortito un effetto boomerang sulla società, la quale ha prodotto generazioni di giovani , carenti di affettività , di sentimenti, di autonomia, di autostima e di importanti valori educativi e morali. Separiamo ruoli e mestieri ,del resto i risultati fallimentari, sono sotto gli occhi di tutti. Il problema più grave rimane comunque l’atteggiamento dei genitori, per i quali la Scuola non svolge soprattutto un ruolo educativo, ma semplicemente di alfabetizzazione e di intrattenimento dei figli . Di fatto, la priorità delle famiglia è quella di chiedere e pretendere , il maggior numero di ore possibili di permanenza a scuola , chiedendo il tempo pieno ,chiedono l’apertura delle scuole durante le feste e addirittura di ridurre le vacanze estive al solo mese di agosto. ( io invece mi chiedo qual è il tempo che dovrebbero stare in famiglia) per scaricarsi dei problemi dei figli , problemi che delegano in toto alla scuola, ma con scarsa loro partecipazione , in termini di aiuto e di contributo , per la risoluzione di questi. Conclusione : I docenti sono incapaci! . Da troppo tempo ormai i docenti lamentano di vivere una situazione insostenibile , da un punto di vista professionale , morale e psicologico, ma nonostante i diversi casi eclatanti, sia da parte di alunni che dei genitori, portati alla luce anche dai media, come: attacchi verbali ai docenti, offese gratuite , il lancio del cestino delle cartacce sul docente, aggressioni fisiche subite dai docenti da parte di alcuni genitori, danni a macchine e altro, tutti questi fenomeni non hanno sortito alcuna indignazione , presa di posizione o provvedimenti da parte dei nostri governanti politici e il grido dei docenti resta inascoltato. Però, siamo subito pronti a lamentarci e ci indigniamo , quando scoppiano i casi di docenti violenti o che vanno fuori di testa. Preciso che la violenza contro i minori e tutti i comportamenti inaccettabili moralmente , vanno sempre condannati , senza se e senza ma, ma sono fortemente anche dalla parte di tutti quei docenti che lavorano in trincea e in condizioni pessime, senza tutele giuridiche e senza l’ausilio di personale specializzato, con pochissimi strumenti didattici, in scuole dove non esistono condizioni idonee , spazi e laboratori attrezzati , dove lavorano senza un minimo di gratificazione , e con paghe inadeguate , e dove può succedere che essendo esseri umani, l’usura della professione per lungo tempo , in queste condizioni , l’abbandono e l’isolamento che vivono di fronte a gravi problemi che li affliggono , forme di mobbing in generale, possono condurli a malattie professionali come il Burn-out o a turbe del comportamento. Così come è importante sottolineare che i problemi che gli alunni mostrano a scuola, hanno origine soprattutto da carenze affettive e da problemi familiari. I figli non hanno bisogno soltanto di una buona scuola , ma hanno bisogno di una buona famiglia, di genitori presenti che si prendono cura di loro, senza delegare altri, di buoni esempi di modelli di comportamento , hanno bisogno di trascorrere buona parte di tempo in famiglia, circondati dall’ amore e dall’affetto dei genitori e anche dei nonni. Ritengo che sia tempo che Scuola e famiglia trovino il modo di far pace, di rispettarsi nella differenza dei propri ruoli e di stipulare un vero contratto di corresponsabilità educativa o chi ne pagherà le conseguenze, saranno i ragazzi prima e l’intera società dopo.

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