29 Marzo 2024

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Palermo 28°osservatorio congiunturale fondazione Curella. Busetta: “Ponte sullo stretto resta tra le priorità”

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carmelo raffa

Palermo, 29 nov 2014 – E’ in corso a Palermo presso il Grand Hotel delle Palme un incontro promosso dal Centro Ricerche Economiche della Fondazione Curella allo scopo di presentare i dati elaborati   rilevati dal 28° Ossevatorio Congiunturale.

Hanno portato i saluti il Presidente della Banca Popolare Sant’Angelo Nicolò Curella ed il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Leoluca Orlando, nel constatare che troppo spesso ci si sofferma sulla Finanza e sull’Economia ed altrettanto non viene fatto per quanto riguarda gli spazi di vita della Gente,   ha auspicato che la Sicilia non guardi soltanto all’Europa ma che riscopra le proprie radici ed assuma conseguentemente  il ruolo di città mediorientale, sempre all’interno dell’ Europa. In tal modo, secondo il Sindaco di Palermo, si attirerebbe l’attenzione degli investitori internazionali sulla nostra Regione.

Il Prof. Pietro Busetta, Presidente della Fondazione Curella, dopo essersi soffermato sui dati economici negativi per l’Italia ed in particolare per la Sicilia ed il mezzogiorno che evidenziano anche tassi elevatissimi di disoccupazione, ha auspicato che venga  attuato il progetto per costruire il Ponte sullo stretto, anche perché se ciò non  accadesse, oltre a provocare danni di crescita alla nostra isola, accollerebbe allo Stato circa 800 milioni di euro di penale.

Busetta si è dichiarato fiducioso all’imminente uscita dal tunnel del profondo  rosso raggiunto e che occorra,quindi , pensare a ricostruire un percorso di fiducia nell’Unione e nell’area Euro.

Per quanto attiene la ripresa economica in Sicilia e nel Mezzogiorno il Prof. Busetta  ha aggiunto che diventa indispensabile affrontare alcune problematiche che la impediscono:

-criminalità, costo del lavoro, regole del lavoro, fiscalità.

A questo punto è chiaro che il Presidente della Fondazione Curella vorrebbe

1)-una lotta più incisiva nei confronti della criminalità organizzata;

2)-un costo del lavoro più basso (nuove gabbie salariali?);

3)-una deregulation che consente più libertà di licenziamento;

4)-una fiscalità di vantaggio per le aree depresse

Se possiamo convenire con Busetta sulla lotta alla criminalità e sulla fiscalità di vantaggio, per la quale da tempo sproniamo i Governanti Nazionali,  qualche serio dubbio lo nutriamo nei confronti della tematica relativa al costo del lavoro poiché i redditi sono già molto bassi e sicuramente non potremmo accettare, per ciò che concerne i licenziamenti,  un super job act per i meridionali.

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