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Passato al Senato il decreto sulla violenza negli Stadi

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Roma, 16 ottobre 2014 – Passato al Senato il decreto sulla violenza negli Stadi. Adesso il provvedimento è approvato in via definitiva e prevede una serie di misure atte a contenere la violenza, vista troppo spesso, tra i delinquenti che frequentano gli stadi camuffati da tifosi di calcio.
Al cittadino medio italiano, afflitto dalla crisi e con tanti problemi seri come le bollette, ticket salute, tasse, imposte, canoni e balzelli infiniti, deve sembrare strana e spropositata la reazione della Lega A, che ritiene iniqua una piccolissima tassa (1 – 3%) sui biglietti venduti come contributo economico per l’ordine pubblico. Del resto è per una nicchia “viziata” di pseudo sportivi violenti che vengono mobilitate le forze dell’ordine (pagate da tutti gli Italiani, tifosi o non tifosi). Purtroppo le società calcistiche, ora come nel passato, hanno dimostrato nei confronti  di certa tifoseria più che semplice tolleranza. Altra cosa, certamente, è il tifo sportivo autentico, la passione per il calcio ed il sano passatempo ad esso legato, come la libertà di andare allo stadio senza rischiare l’incolumità fisica. Entriamo nel merito del provvedimento: viene introdotto il concetto di Daspo di gruppo e ai tifosi più violenti lo stadio sarà interdetto più a lungo, da almeno 3 anni, fino a 8 anni con l’obbligo di presentazione in Commissariato. Giro di vite anche su chi espone striscioni offensivi, razzisti o inneggianti alla violenza. Il provvedimento si estende anche ai responsabili di fatti criminosi compiuti all’estero. Chi inoltre viene pizzicato a combinare partire, adesso rischia fino a 9 anni di reclusione. Entra in vigore anche il divieto di trasferta: il ministro dell’Interno, per una durata fino a due anni, può infatti chiudere il settore ospiti e vietare la vendita di biglietti ai tifosi che risiedono nella provincia della squadra avversaria. Altro nuovo concetto è il cosiddetto arresto in flagranza differito, consentito anche contro chi intona cori o innalza striscioni che incitano alla discriminazione o alla violenza. Viene introdotta anche per gli Ultrà, come per mafiosi e terroristi, la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, che può essere integrata dal divieto o, a seconda, dall’obbligo di soggiorno. Finalmente giunge un elemento in più per la difesa personale delle Forze dell’ordine che adesso saranno dotate del Taser, una pistola elettrica non letale, che stordisce temporaneamente i soggetti violenti per consentire agli operatori della pubblica sicurezza di eseguirne l’arresto. Si tratta di una dotazione in via sperimentale accompagnata da una sequela di raccomandazioni di cautela all’uso.

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