28 Marzo 2024

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Trapani. La Polizia sequestra 6 Milioni di Euro

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TRAPANI – Nella giornata di Martedì 8, Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Trapani e Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani stanno eseguendo in Trapani frazione Fulgatore, Valderice (TP), Paceco (TP), Palermo, Prizzi (PA) il sequestro anticipato di beni ai fini della confisca ai sensi dell’art.20 del d.lvo n. 159 del 2011, per un valore stimato di circa 6 milioni di euro, nei confronti di CANDELA SALVATORE, cl. ‘67 e del di lui zio CANDELA Nicolò, cl. ‘46, imprenditori collusi con esponenti di “famiglie mafiose” di questa provincia, attivi nel settore edile, da anni operanti soprattutto nel lucroso settore dei lavori appaltati da enti pubblici in Sicilia.

Il Provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani su Proposta del Questore di Trapani, datata 19 gennaio u.s., per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale redatta ai sensi degli artt. 4, 16 e segg. del decreto legislativo n. 159 del 2011 (Testo unico Antimafia) a conclusione di analisi condotte su pregresse acquisizioni degli organi di polizia giudiziaria e all’esito di indagini societarie e patrimoniali, ai sensi dell’art. 19 del decreto legislativo n. 159 del 2011, svolte congiuntamente dalla Divisione Anticrimine della Questura e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, mediante la costituzione di un apposito “Gruppo di Lavoro”, quale soluzione sinergica e strutturata di contrasto alle organizzazioni criminali che, dal gennaio 2011, ha già portato a 5 importanti operazioni di sequestro antimafia (maggio 2011, “operazione Salus Iniqua”; gennaio 2012, “operazione Panoramic”; settembre 2012, “operazione Araknos”; aprile 2013,“operazione Corrupti Mores”; dicembre 2013, “operazione Niceta – Guttadauro”; agosto 2014, “operazione FUNARO & FUNARO”).

Le attività investigative svolte dalla locale Squadra Mobile, in particolar modo tra la seconda metà degli anni ’90 e il più recente periodo, hanno permesso di accertare, nel tempo, l’asservimento del gruppo imprenditoriale “CANDELA” alla famiglia trapanese di Cosa Nostra, alla quale i CANDELA hanno garantito ingenti risorse economiche nel redditizio settore degli appalti pubblici.

E’ emerso, infatti, come i CANDELA abbiano da sempre agito, forti di una protezione derivante dagli stretti legami con la locale consorteria mafiosa e dalla condivisione delle sue logiche e modalità operative, attraverso imprese strettamente interconnesse tra di loro in un unico gruppo imprenditoriale, in particolare la SICANIA SERVIZI s.r.l., la CANDELA NICOLÒ s.r.l. e la CO.MA.CA. s.r.l., che hanno tratto rilevanti vantaggi economici dall’illecita aggiudicazione di appalti pubblici fino ad epoca recente. Innanzitutto, dalle indagini esperite dalla locale Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione antimafia c.d. “PROGETTO PROMETEO”, veniva accertata la vicinanza degli stessi con la famiglia mafiosa VIRGA, in particolare con il VIRGA PIETRO, figlio del boss VIRGA VINCENZO ed altri accoliti dell’organizzazione mafiosa tra cui il COPPOLA GIUSEPPE, in relazione all’illecita assegnazione di appalti pubblici indetti nel 1999 dal Comune di Valderice concernenti i lavori di sistemazione della viabilità dell’area in ampliamento adibita a cappelle gentilizie e sistemazione della viabilità esistente nel Cimitero comunale sito in contrada Ragosia e i lavori di sistemazione della strada panoramica Maltempo – Linciasella.

Dalle indagini della locale Squadra Mobile tra il 2004 e il 2007nell’ambito del progetto MAFIA APPALTI TRAPANI FASI I E III. i CANDELA risultavano pienamente inseriti nel gruppo degli imprenditori asserviti e beneficiati dal sistema di condizionamento mafioso del settore degli appalti pubblici, voluto dal vertice trapanese di cosa nostra ed attuato pure grazie alla compiacenza di funzionari corrotti anch’essi asserviti alle medesime strategie.

Noti imprenditori locali e principali referenti operativi dell’allora reggente della famiglia mafiosa trapanese PACE Francesco, con particolare riferimento alla tentata turbativa del pubblico incanto presso la Provincia di Trapani concernente i lavori di adeguamento dell’Istituto Tecnico per Geometri di Trapani in ragione del quale era stata pattuita la tangente di Lire 50 milioni e che, invece, veniva aggiudicato ad altra impresa per mero “errore” nell’indicare il ribasso offerto.

A ulteriore testimonianza della adesione dei CANDELA al sistema estorsivo anche al di fuori del territorio trapanese, si rileva il loro coinvolgimento anche in episodi estorsivi in relazione ad appalti relativi ai lavori aggiudicati dagli stessi, a partire dal 2001, nella provincia di Palermo presso l’aeroporto Falcone – Borsellino e presso la caserma militare Beghelli, sita nel quartiere San Lorenzo, come dimostrato dall’esame dei “pizzini” rinvenuti in occasione della cattura dei LO PICCOLO SALVATORE e SANDRO, ritenuti ai vertici della consorteria mafiosa palermitana.

Altri soggetti facenti parte del medesimo cartello di imprenditori collusi con cosa nostra trapanese, vale a dire il TARANTOLO Vito, già destinatario di decreto di confisca di beni ed i FUNARO Pietro e Domenico, già destinatari del decreto di sequestro anticipato di beni, con i quali sono emersi rapporti di illecita cointeressenza caratterizzati in modo particolare dalla costituzione di società consortili per l’esecuzione di appalti pubblici.

Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell’applicazione della misura personale e patrimoniale, è stato ottenuto dal locale Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, ai sensi degli artt. 4, 16 e segg. del decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011, il sequestro anticipato ai fini della confisca di nr. 8 beni immobili, nr. 37 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici), nr. 5 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), nr. 10 partecipazioni in altre società, nr. 114 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato in atti, di circa 6 milioni di euro.

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