28 Aprile 2024

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A VITTORIA IL BATTESIMO DEL DIRETTIVO DI CONFIMPRESE IBLEA

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Non c’è più tempo da perdere dopo 11 mesi di chiusure a ripetizione. Non sono stati certo i ristoranti, messi in sicurezza, a favorire i contagi. “Non c’è stato un solo focolaio che è partito da un ristorante e non si capisce questo accanimento contro la nostra categoria – hanno ribadito i ristoratori nel corso dell’assemblea”. Hanno scelto di unire le forze, non più come comitato spontaneo, ma all’interno di un’organizzazione strutturata a livello nazionale. A Vittoria il battesimo ufficiale del direttivo territoriale di Confimprese iblea. Il presidente provinciale Pippo Occhipinti ha delegato Giovanni Fichera a costituire il gruppo di Vittoria e Scoglitti. “Vogliamo ritornare a fare il nostro lavoro nulla di più – spiega Fichera –in un contesto economico molto difficile. Inizieremo ad organizzare una serie di incontri con i nostri colleghi di Scoglitti e Vittoria”. I ristoratori sono pronti ad istituire una class action, con richiesta al Governo, dei danni procurati dal lockdown prolungato. Questo a seguito della lunga chiusura forzata subita dai loro locali. “Nell’ultimo report del comitato tecnico scientifico – aggiunge Fichera – c’era scritto che il rischio dei contagi, nei ristoranti, era molto basso. Nonostante ciò il governo ha deciso per la chiusura totale” . Incertezza, assenza di programmazione, obblighi e divieti, orari ristretti e penalizzanti, incassi azzerati ma spese costanti, ristori insufficienti hanno esasperato gli imprenditori. “Siamo nati come comitato spontaneo – aggiunge Raffaele Fiaccavento, presidente del direttivo di Santa Croce Camerina – grazie ad un gruppo coeso di colleghi di Santa Croce. Abbiamo avuto un primo incontro con il sindaco e la nostra deputazione”. Da domani Confimprese iblea avrà una marcia in più. Con i direttivi di Ragusa, Santa Croce Camerina e Vittoria. Fino ad oggi, però, sia dal governo nazionale che da quello regionale, quello che doveva essere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione, stenta a farsi vedere. I ristoratori chiedono la defiscalizzazione e decontribuzione, del costo del lavoro, per tutte le mensilità interessate dalla pandemia, compresa la tredicesima, l’ esenzione della tassazione per tutto il 2020 e 2021 e riduzione al 50% per i successivi tre anni e una Moratoria dei mutui e di qualsiasi impegno finanziario contratto in precedenza dalle aziende. Tra le richieste anche le agevolazioni fiscali ai Locatari di immobili concessi in affitto ai ristoratori ai quali verrà riservato un abbattimento dei canoni di locazione. Infine l’accesso agevolato a un credito senza interessi e una retribuzione degli interessi passivi, dei consorzi, con la regione Sicilia fermi al 2013.

 

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