Acate. “Alba d’oro ” di Antonio Cammarana. Con il commento di Salvatore Stornello
2 min readAntonio Cammarana, Acate (RG), 14 dicembre 2016.- Esiste un legame tra genialità e delirio lirico? Già Platone, nel “ Fedro ”, aveva scritto che la creatività artistica nasce quando alla capacità intellettiva si unisce l’ebbrezza del canto delle Muse; e dal fuoco della “ bella follia ” germina la vera poesia.
Questa intensità letteraria, questo delirio impetuoso di versi sembra emergere dalla lirica di Antonio Cammarana, “ Alba d’oro “ , che arriva a noi alla fine di un itinerario spirituale, che ha trovato espressione nella “ parola prima” della silloge “ Fiaba d’inverno e altre poesie” (2011) e conclusione nelle “ parole ultime” della silloge “ Occidente e nuove ballate liriche “ (2016 ), di cui “ Alba d’oro “, pur nel crepuscolo di una vita e di un mondo, è fiamma di un’anima errante, che ha raggiunto l’acme dell’esistenza lirica.
In uno stile unico e autentico, “ Alba d’oro “ racchiude, infatti, l’alfa e l’omega del tragitto esistenziale vissuto dal poeta, che, come viandante nella terra occidentale (da lui – non primo, non ultimo – intesa come terra della sera, del tramonto, della fine), ha maturato le tappe di un continuo divenire artistico, per arrivare infine alla superiore sintesi di una poetica violentemente pura, nell’epoca che la nuova ragione storica definisce della “ Post verità “ .
Salvatore Stornello
Alba d’oro
Il fuoco del delirio
ha dato
il suo frutto,
ora che
il più lungo giorno
è prossimo alla fine,
ora che
la più lunga notte
prende già il mio cuore di viandante
nella terra occidentale.
Ho bevuto fino in fondo
nel boccale dell’estasi,
dalle mie labbra riarse
lingue rossastre
colano
nel mare inquieto dell’Arte,
che la bella follia naviga ed agita,
raggiungono
il crogiuolo ribollente della creatività.
Il mio pensiero
diventa
abisso turbinante,
vortice impetuoso,
fantastica fiamma,
congiunge
i demòni degli elementi inferi
al grembo oscuro della terra,
genera
il frutto del fuoco
splendente di universa luce:
l’alba d’oro della poesia,
arcano mistero iniziatico,
che magico incanto
alla mente percossa da fulgore lirico
infonde
e al verso, divoratore di morte,
che la tenebra oscura dissolve.
Ora che
Il più lungo giorno è prossimo alla fine,
ora che
la più lunga notte prende
il mio cuore di viandante
nella terra occidentale,
la terra della sera, del tramonto, della fine.
Antonio Cammarana
(Tratto da: “Occidente e nuove ballate liriche-2016”)