Salvatore Cultraro. Acate (Rg), 17 giugno 2025.- L’estate è una stagione amata da molti, un periodo di relax e di vacanze che, tra le tante cose, offre l’opportunità di trascorrere del tempo all’aperto, sotto l’ombrellone, in spiaggia, in campagna, in veranda, nei pressi di corsi di acqua ecc.. Mentre alcuni possono essere tentati di dedicarsi completamente alle attività di svago c’è, invece, chi preferisce dedicarsi alla lettura la quale offre una miriade di benefici, sia per il corpo che per la mente come, la stimolazione mentale e la riduzione dello stress. Immergersi in qualcosa di avvincente può rappresentare, infatti, una forma di evasione, aiutando a ridurre lo stress e l’ansia. Quindi c’è chi è  passa tutto il tempo sotto il sole, chi a giocare sulla spiaggia, chi a fare escursioni o sport acquatici. E poi c’è chi legge. Lunghe, interminabili ore sotto l’ombrellone lasciando libera la mente di immaginare posti, personaggi e emozioni. Da un recente sondaggio, relativo alle  abitudini di lettura, infatti, è emerso che in estate la voglia di libri cresce. Le vacanze estive generalmente sono intese come sinonimo di riposo, di ricarica delle batterie ma anche di tanta lettura.  In una quotidianità fatta di urgenze, corse affannose, scadenze da rispettare, impegni che si accavallano tra loro cresce sempre  più il bisogno di ritagliarsi del tempo per se stessi, e in questo caso è proprio la lettura a giocare un ruolo non del tutto indifferente. Tra le tante letture da gustare nel corso dell’estate, ci permettiamo di consigliare un recente libro di poesie, edito dall’insegnante in congedo, acatese, ma originaria della provincia di Avellino, Amalia Iannicelli dal particolare, quanto significativo, titolo: “Acufeni”. Per chi non lo sapesse, gli “acufeni”,  sono la percezione di un rumore nelle orecchie o nella testa, spesso in assenza di un rumore esterno. Possono essere ronzii, fischi, sibili o altri suoni, e possono essere avvertiti in un orecchio, in entrambi o nella testa. In sintesi, l’acufene è una percezione soggettiva, ovvero solo chi ne soffre lo avverte. Perchè quindi intitolare “Acufeni”, una raccolta di poesie? “Le mie poesie- ci spiega l’autrice, sono immagini, ricordi, sensazioni che invadono la mente, riempiono i silenzi proprio come quei fastidiosi rumori che non si riesce a mandar via e che, attraversando il muro dell’inconscio- sensibile, diventano parole sul foglio bianco. Non ho la pretesa di essere un poeta,  un artista. Il mio è un modo di comunicare, di lasciare entrare gli altri  nel mio mondo interiore”. “Leggere questa prima raccolta poetica di Amalia Iannicelli- afferma il poeta modicano Domenico Pisana, curatore dell’introduzione del volume- è come intraprendere un viaggio nel quale si avverte l’intreccio di silenzi e di ignoto, di armonie e di ricordi, di improvvisi fremiti e sensazioni uditive. E’ trovarsi di fronte ad una poesia che promana dalla realtà e come rugiada si posa sulle cose e le inclina, e si innalza, poi, carica di emozioni…” “In ognuna delle poesie- continua Pisana- si sente, infatti, vibrare l’anima della poetessa, che trasfigura la parola poetica in dolce e delicata geometria di immagini”. Il volume comprende ben 76 poesie suddivise in tre parti: “piccolo Mondo Antico”, “Pensieri in volo” e “Ruah- Le voci dell’anima”. Liriche nelle quali emergono, ricordi dei luoghi vissuti, emozioni, dolci e affettuosi sentimenti anche verso la propria famiglia ma principalmente una reale e sincera religiosità. Una religiosità, la sua, lontanissima dal fanatismo, dalla teatralità, dal “classico dovere”, ma pura e vera. Non potendo riportare tutte le 76 liriche ne abbiamo scelta una dove si evince, in modo particolare, tutto il travaglio esistenziale dell’autrice: “La pioggia”, presente nella seconda parte della raccolta: “Pensieri in volo”.

 

LA PIOGGIA

Amo la pioggia che cade leggera,

che ristora la mente,

che disseta l’anima.

Amo l’odore di terra antica,

di misteriosi recessi.

Amo le gocce ialine

che sposano le stille setose del pianto

in un amplesso di virgineo candore.

 

 

 

 

Di Salvatore Cultraro

Nato ad Acate. Nel 1986, ha conseguito la specializzazione quale Educatore per disabili in età evolutiva. Dal 1988 dirige il Centro di differenziazione didattica per disabili di Acate. Giornalista pubblicista, dal 1984 al 1990 ha collaborato con il Giornale di Sicilia di Palermo, dal 1991 al 2003 con la Gazzetta del Sud di Messina e dal 2004 al 2008 con la Sicilia di Catania. Nel 2009 ha diretto la redazione giornalistica dell’emittente televisiva locale “Free TV” di Comiso. Inoltre ha diretto il periodico "I 4 Canti" e dal 2001 al 2009 ha tenuto Corsi di Giornalismo presso le scuole elementari e medie di Acate e Vittoria. Appassionato di storia locale, negli anni Ottanta ha pubblicato alcune sue ricerche sulla presenza nel territorio di Acate di alcuni importanti siti rurali risalenti al periodo geco-romano e medioevale. Nel dicembre del 2013 ha dato alle stampe, unitamente al prof. Antonio Cammarana di Acate, un volumetto sull’antico Lavatoio Pubblico di contrada “Canale”.

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