28 Aprile 2024

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Acate. Il Covid 19 ferma anche i riti della Settimana Santa. Considerazioni del sindaco Di Natale ed Ambra Denaro.

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Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 3 aprile 2020.- Dopo aver fermato i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, il “Coronavirus” o Covid 19, ferma anche i tradizionali Riti della “Settimana Santa”.  A darne conferma, anche se sulla loro cancellazione non c’erano dubbi, è stata l’attrice Ambra Denaro, figlia del dottor Luigi Denaro, regista della sacra rappresentazione del Venerdì Santo, denominata “I Setti Parti”, ed il sindaco dottor Giovanni Di Natale. “Nel pieno rispetto delle tradizioni acatesi- si legge in un breve comunicato di Ambra Denaro- bagaglio della nostra cultura, in ottemperanza delle normative messe in atto per arginare la grave epidemia Covid 19 e nell’esortazione a restare tutti a casa, giorno 10 aprile, alle ore 19,00, sarà trasmessa nella pagina Facebook Andrea Andrea Frasca  e nella pagina Facebook, Radiofranco, la giornata del Venerdì Santo e i “Setti Parti” 2019”. “L’evolversi del Coronavirus e tutte le misure per contrastarlo- ha aggiunto il sindaco di Acate, Giovanni Di Natale- hanno fatto si che quest’anno le rappresentazioni della Settimana Santa venissero annullate. Rinunce necessarie, ma che sicuramente pesano notevolmente su ognuno di noi.  Il dottor Luigi Denaro ed i suoi attori  erano già pronti da tempo, con notevoli sacrifici, per allestire e rispettare questa antica, commovente ed attesa tradizione. Era già quasi tutto pronto, compresa  la scenografia di Piazza Calvario. L’arrivo dell’epidemia ha però drammaticamente ed improvvisamente sconvolto la nostra vita. Pertanto, alfine di cercare di mitigare la grande nostalgia verso queste tradizioni, alle quali noi acatesi siamo notevolmente legati, il dottore Denaro ed i suoi amici hanno pensato di mandare in onda le immagini della replica del Dramma Sacro dello scorso anno. Sicuramente non sarà la stessa cosa, ma intendiamolo come un importante segnale di speranza, con l’impegno a riprenderci la nostra vita con ancor maggior forza appena questa maledetta infezione andrà finalmente via”. Non potendoli vivere direttamente cerchiamo di ricordare con la nostra fantasia, in un viaggio nel passato, quelli che sono stati i Riti della Settimana Santa fino allo scorso anno. Con la benedizione delle Palme prendevano  il via,  anche ad Acate, i tradizionali riti della Settimana Santa che animavano giornate di fede e di festosità, di meditazione e di spettacolo, in una simbiosi che rendeva solo apparenti i contrasti.  Riti, tradizione e cultura trovavano, infatti, una giusta mescolanza nelle varie processioni e rappresentazioni sacre che si susseguivano  nel corso della Settimana Santa.  Il primo appuntamento, dopo la domenica delle Palme, era quello del Mercoledì Santo con la processione del suggestivo simulacro del “Cristo alla Colonna”, riccamente adornato di fiori. La processione si articolava in due fasi. Alle 18,00 la statua, partendo dalla chiesa del Carmelo, in Piazza Crispi, raggiungeva la Chiesa Madre per le funzioni sacre del Mercoledì Santo, riproponendo, lungo il percorso cittadino, con lo straziante e lugubre acuto di una tromba ed il sordo rullare di un tamburo, che ispirano tanta pietà, la Via Crucis. Verso le 20,00, la statua del Cristo, portata a spalla dai giovani secondo una antica consuetudine, preceduta da una gran folla di fedeli muniti di grosse torce di cera, veniva riportata in processione fino alla chiesa del Carmelo con il sottofondo della marcia funebre eseguita dalla locale banda che accentuava, tutt’intorno, un senso di malinconia. Ma il giorno più atteso era senza dubbio quello del Venerdì Santo, quando sacro e profano si fondevano, anche se il primo aspetto riusciva sempre a sopravvalere sul secondo. Tra i riti sacri della Settimana Santa in Sicilia, quello del venerdì ad Acate, pur non essendo tra i più noti, era senza dubbio uno dei più suggestivi e spettacolari. Nel corso della mattina una lunga processione con il simulacro di Gesù che porta la croce sulle spalle, immutabile da decenni, si snodava lenta e solenne lungo le vie principali del paese, risalendo dalla Chiesa Madre fino al Calvario, eretto nell’omonima piazza. Lungo il percorso, una fanciulla del luogo, che impersonava la Veronica, asciugava il volto insanguinato del  Cristo, il cui capo  viene fatto reclinare in segno di ringraziamento. Ai Quattro Canti, invece, avveniva la scena più commovente, l’incontro della Madre Addolorata con l’Amato Figlio, che guardandola, alza per tre volte il braccio destro in segno di saluto. Sono pochi attimi, ma riuscivano a creare un’atmosfera surreale che inteneriva i cuori della gente. La Madonna, quindi, affranta, cede il passo al Figlio, fino al Calvario, dove il predicatore intratteneva la folla sul mistero della reincarnazione. La sera invece, sempre del Venerdì, con la sacra rappresentazione, comunemente detta “I setti parti”, veniva riproposta la Passione e Morte del Cristo. Il dramma, liberamente tratto con sostanziali modifiche sia al testo che alla scenografia, da un opera del barone vittoriese Alfonso Ricca, veniva interpretato da un’abile compagnia teatrale locale, costituita da giovani che ogni anno si impegnano per lungo tempo studiando parti e battute allo scopo di fornire alla finzione scenica la ricostruzione minuziosa del dramma di Cristo e diretta dal dottore Luigi Denaro. I protagonisti, romani e giudei, nella policromia dei tradizionali costumi, ricostruiti sui modelli dell’epoca attraverso un paziente lavoro di ricerca, riuscivano a rendere sempre più drammatica e reale la rappresentazione, offrendo uno spettacolo di grande suggestione e di rilevante coinvolgimento spirituale che riusciva a strappare autentiche lacrime di commozione ai numerosi spettatori. La giornata si chiudeva in modo solenne con la processione del Cristo Morto nell’Urna, che percorre all’inverso il tragitto della mattina, accompagnato anche da molti bambini che portavano dei caratteristici lampioncini illuminati multicolori. Una tradizione, quindi, che è riuscita  ancora a sopravvivere ad Acate quando, per le mutate condizioni storiche e culturali, tante altre, sacre e profane, sono andate pian piano scomparendo, fermata, quest’anno, solo da un micidiale e violentissimo “virus” che, purtroppo, ci ha costretti, nella descrizione dei Riti Sacri, a parlare al passato, come se si trattasse di qualcosa di estremamente  remoto.  Ma non sarà così! Nell’aprile del 2021 descriveremo nuovamente i Riti della Settimana Santa, usando questa volta il “presente”.

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