3 Maggio 2024

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Acate. “Menodieci”. Nota del Movimento 5 Stelle.

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Redazione Due, Acate (Rg), 31 luglio 2017.- In queste ultime settimane il sindaco Raffo ha avuto l’occasione di farsi disprezzare anche dai forestieri. Chi oggi entra a Macconi, infatti, è accolto da immondizia, fumo e cani randagi. Da quattro anni segnaliamo la presenza di discariche abusive e di fumarole ma il sindaco si è sempre rifugiato nel più infantile dei vittimismi, ammorbando l’opinione pubblica con i suoi piagnistei perchè la nostra deputata, colpevole di essere deputata, segnala al Prefetto la presenza di rifiuti, compreso amianto, sulle strade di Macconi! Ci rendiamo conto che alcuni dei problemi che affliggono Acate richiedono una soluzione regionale: a cominciare proprio dai rifiuti, fino alla crisi idrica e alla sicurezza. Ma se non è possibile risolvere un problema, almeno sarebbe opportuno cercare di contenerne le conseguenze. Il primo passo da fare in questa direzione è un sistema di video-sorveglianza. E pensare che nel centro storico di Acate ci sono delle videocamere ma, per motivi sconosciuti, restano spente! Come potrebbe il sindaco Raffo controllare Marina di Acate se non riesce nemmeno a impedire che il primo ragazzino che passi imbratti la parete principale del Castello dei Principi di Biscari? Marina di Acate oggi resiste solamente grazie ad alcuni coraggiosi imprenditori che hanno deciso di investire proprio a Macconi. Basti pensare che la zona del Lido Oasi, quest’anno per la prima volta chiuso, è in stato di totale abbandono tanto che i villeggianti hanno dovuto scrivere al sindaco per ricordargli che Macconi non finisce a metà lungomare! E mentre nella vicina Scoglitti con il progetto “Arti e Bastioni” (un progetto piuttosto semplice e neanche troppo costoso) il sindaco vittoriese ha abbellito il lungomare con il coinvolgimento di cittadini e turisti, a Macconi, fuori dai lidi privati, restano le serate danzanti. Le stesse di dieci anni fa. Le stesse di vent’anni fa. Le stesse di trent’anni fa. Proprio come il sindaco, lo stesso di trent’anni fa. Dieci mesi ancora e manderemo in soffitta la mazurka di periferia e la politica dei giri di valzer.

 

 

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