2 Maggio 2024

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Acate. Il “Premio Gabriele Carrubba-Edizione 2016” al professore Antonio Cammarana.

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Salvatore Cultraro, Acate (Rg) 1 aprile 2016.- “Il suo impegno costante nel campo della cultura da tanti anni ormai lo vede protagonista ed esponente di rilievo nella vita intellettuale del nostro paese. Un impegno che spazia dal campo filosofico a quello poetico, dalla narrazione, alla ricerca storica facendone un intellettuale di valore”. E’ questo solo uno dei tantissimi elogi attribuiti al professore Antonio Cammarana a cui è stato conferito, nel corso di una affollata manifestazione tenutasi presso la sala conferenze del Circolo di Conversazione di Acate, il “Premio Gabriele Carrubba 2016”, giunto, ormai, alla sua terza edizione. L’evento è stato istituito,per la prima volta il 19 aprile del 2014 dalla famiglia, ed in modo particolare dalle figlie Maria Teresa e Ginetta, dell’illustre e compianto concittadino, il Direttore delle Poste, Gabriele Carrubba, scomparso nel mese di giugno del 2012. L’iniziativa si pone il duplice scopo di ricordare e far conoscere alle nuove generazioni la figura di questo cittadino esemplare e nel contempo omaggiare cittadini o associazioni che con il loro operato contribuiscono alla crescita sociale, culturale e civile di Acate, sull’esempio, proprio, di Gabriele Carrubba che ha dedicato lunghissimi anni della sua vita a valorizzare la cittadina iblea, secondo i ruoli che è stato chiamato a ricoprire. La prima “personalità” cittadina a ricevere il prestigioso premio, “Gabriele Carrubba” è stata, nel 2014, la maestra in pensione, Maria Iemmolo, definita, la “maestra per eccellenza”, seguita lo scorso anno dall’insegnante in pensione di scuola primaria, nonchè  veterano dei giornalisti locali, Pietro Mezzasalma  “E’ nostro grande desiderio- ha  tenuto ad evidenziare la scrittrice Maria Teresa, figlia del direttore Carrubba, il cui intervento pubblichiamo integralmente di seguito- potere encomiare coloro che si sono distinti particolarmente nel percorso della vita e che si sono impegnati in attività politiche, sociali e culturali contribuendo ad arricchire e valorizzare il nostro paese. E’ nostro desiderio, quindi, che questi nomi associati a quello di mio padre, proprio per avere così tanto in comune con lui, rimangano nella memoria e nel ricordo di noi cittadini perché di questo si tratta”. Un commovente ed intenso ricordo del direttore Gabriele Carrubba  è stato espresso anche dal vice presidente del Circolo di Conversazione, nonché cognato del titolare del Premio, l’insegnante Biagio Mezzasalma. L’amore che Gabriele Carrubba nutriva per la musica è stato ricordato, invece, dalla giovanissima nipote, Elisa Uguccioni la quale ha dedicato al pubblico presente in sala, ma soprattutto al suo amato nonno Gabriele, alcuni brani di musica classica eseguiti al pianoforte. Anche l’altra nipote,  Nives Pinnavaria, ha voluto omaggiare il nonno Gabriele, proiettando un significativo e commovente video realizzato interamente da lei. Elogi per l’iniziativa sono stati espressi anche dal primo cittadino di Acate, Francesco Raffo, presente all’evento unitamente al vice sindaco Salvatore Li Calzi, ed agli assessori, Dorothy Cutrera ed Isaura Amatucci. “Il vostro intento di omaggiare, di presentare, di esprimere l’apprezzamento, il valore intrinseco di una persona- ha sottolineato il sindaco Raffo rivolgendosi ai familiari del direttore Carrubba- individuando ogni anno dei personaggi che si sono distinti e si distinguono, che hanno lasciato fortissimi segni sia di carattere culturale che umano, è qualcosa di encomiabile”. Il primo cittadino ha poi ricordato il direttore Carrubba che in passato fu più volte, consigliere comunale dell’allora Partito Socialista ricoprendo cariche amministrative di, assessore, vice sindaco e nel 1994 presidente del Consiglio Comunale, durante l’amministrazione Masaracchio. “Sono autentici uomini e donne di cultura, coloro i quali, come l’amico Antonio Cammarana, hanno ritrovato la voglie e l’entusiasmo per mettersi in gioco, per diventare membri trainanti di una società alla deriva, ma recuperabile, e dedicano allo studio, alla ricerca e all’approfondimento una parte non secondaria della propria vita”. Ha esordito così, invece, nel suo intervento dedicato all’amico Antonio Cammarana, il professore Emanuele Ferrera, nonché giornalista. “Ecco perché dal luogo privilegiato, che è l’affetto che mi lega a lui- ha continuato il professore Ferrera- considero che il riconoscimento che i familiari dello stimatissimo direttore Gabriele Carrubba, oggi in questa sede prestigiosa gli conferiscono, non fa che suggellare quanto pochi ancora ignorano. Che il professore Antonio Cammarana, cioè, sin dagli esordi filosofici, alla presa con l’opera di Giovanni Gentile ed Armando Plebe, continuando con il riordino delle memorie infantili ed adolescenziali attinte al quartiere natale ed alle frequentazioni di un comune parente, nei panni dello storico locale illuminato e del poeta sensibile e modesto, possiede le caratteristiche peculiari del concetto di cultura: l’apertura alla verità come attitudine ed esercizio critico e la libertà come autonomia di giudizio ed onestà intellettuale”. Visibilmente emozionato, considerato il suo essere schivo, discreto ed umile, il professore Antonio Cammarana  ha ringraziato i presenti e gli organizzatori del premio con la modestia che da sempre lo contraddistingue. “Un evento straordinario e significativo, quello di questa sera, finalizzato ad onorare la memoria di Gabriele Carrubba- ha evidenziato Cammarana nel suo intervento che riportiamo di seguito integralmente- che mi ha felicemente coinvolto”. Al termine della serata è stata consegnata dalla famiglia Carrubba un artistica targa al professore Cammarana e dei particolari riconoscimenti ad alcuni poeti provenienti da tutta la provincia, oltre ad una rappresentanza della Tenenza di Vittoria della Guardia di Finanza presente con il brigadiere Canzonieri e l’appuntato Raffo. Infine un altro riconoscimento, consistente in una targa ricordo, è stato consegnato, dai soci del Circolo di Conversazione, alla scrittrice Maria Teresa Carrubba, componente del consiglio direttivo del sodalizio, nonché referente culturale, per la sua recente produzione libraria e narrativa e per l’impegno profuso nell’organizzazione dei vari eventi culturali che si sono susseguiti negli ultimi mesi. (La foto di copertina è di Giovanni Rosa).

Intervento di Maria Teresa Carrubba

“Che la vita sia bella  ce lo ricordano più di altre determinate persone che con i loro messaggi e con i loro esempi ci fanno capire quale sia il senso del vivere. Spesso si sente chiedere qual è il senso della vita? Personalmente l’ho capito attraverso l’insegnamento quotidiano che mio padre mi trasmetteva, un insegnamento che non ha avuto mai nulla di teorico, ma che passava e arrivava direttamente dalla pratica quotidiana. Questo pensiero lo si può riassumere con un detto di Goethe: “ Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione”. E poco importa che si tratti di passione politica, sportiva, religiosa, letteraria. E’ una verità assoluta questa, perché quando si fa qualcosa con il cuore, allora quella cosa è stata fatta bene. La sua vita ricca di opere e di risultati mi fa sembrare assurdo e difficile di poter accettare il suo non esserci che contrasta con il suo muoversi, creare, lottare. Il tutto con una semplicità d’animo che tuttavia lo rendeva grande. Tale era mio padre, chi lo ricorda non può che ricordarlo così: vivo, entusiasta, impegnato nelle imprese che lo appassionavano. In questo particolare e difficile momento della storia abbiamo bisogno di riconciliarci con la vita, tornando ad ascoltare in silenzio le voci del cuore. Riacquisteremo forse quell’equilibrio naturale che possa guarire le relazioni tra gli uomini. Ciò è possibile e può succedere grazie a chi mette a disposizione degli altri l’impegno civile, sociale, politico, intellettuale. Una scrittrice di fama affermava:”Accendere una lampada e sparire, questo fanno le persone impegnate, ma le scintille che hanno ravvivato durano come soli”. Ebbene noi con l’istituzione del premio Gabriele Carrubba, oltre a ricordarlo annualmente alla nostra comunità, andiamo alla ricerca di persone che con il loro impegno direi quotidiano, animati da passione, senza nulla aspettarsi in cambio, regalano alla nostra cittadina esempi di vita da seguire e fare propri. Persone che lavorano gratuitamente per fare Acate più bella, per darle potenza e vita. La terza edizione del premio vuole onorare il prof. Antonio Cammarana per il suo impegno costante nel campo della cultura che da tanti anni ormai lo vede protagonista ed esponente di rilievo nella vita intellettuale del nostro paese. Il suo impegno spazia dal campo filosofico a quello poetico, dalla narrazione, alla ricerca storica. Nel campo filosofico il prof. Cammarana attraverso studi di critica e approfondimento ha elaborato un suo pensiero filosofico da cui è scaturito la proposizione di un io reazionario dialettico dove emerge il superamento del privilegio sociale e della lotta di classe. Da storico ha pubblicato nel 2008, insieme a Ciriacono, la ricostruzione storico-fotografica dello sbarco anglo americano in Sicilia. Successivamente insieme al giornalista Salvatore Cultraro ha pubblicato un’interessante ricerca storica sul lavatoio comunale, U canali. Come poeta ci ha regalato, con la raccolta Fiaba d’inverno e altre poesie la figura del viandante che altro non è che un giovane in fuga dalla società e dallo stato, dalla famiglia, dalla terra. All’impegno di filosofo, poeta, storico, si unisce quello della prosa con “I protocolli del nulla”, racconti fantastici strani e verosimili nello stesso tempo. Più e più volte, e questo è quello che più di ogni altra cosa lo associa alla figura di mio padre, ha partecipato attivamente alla vita culturale di Acate relazionando in occasione del 150 anniversario dell’unità d’Italia, delle serate dedicate al tenore Salvatore Licitra, del 113 anniversario del circolo degli agricoltori e di tanti altri eventi. Ha partecipato, assieme alla moglie, la prof.ssa Giovanna Longo alla prima edizione del premio Gabriele Carrubba curandone dettagliatamente la biografia. Questo impegno non può che nobilitarlo, perché la nostra città ha bisogno di persone che mantengano alto il suo nome e contribuiscano all’arricchimento culturale e civile di essa. Il prof. Cammarana, insieme a quelli che l’hanno preceduto, la maestra Iemmolo, il giornalista Pietro Mezzasalma, ne è l’esempio e merita ampiamente il premio Gabriele Carrubba III Edizione”.

Maria Teresa Carrubba

Intervento del Professore Antonio Cammarana

“Esprimo sincera gratitudine a Maria Teresa e a Ginetta Carrubba, che ringrazio con tutto il cuore, e mia moglie si associa a questa riconoscenza, per l’onore che mi fanno con l’assegnazione della Terza Edizione del Premio intitolato al nome del loro papà, Gabriele, persona dotata di qualità umane e di rigore morale esemplari, che, già da ragazzo, ha fatto una bandiera sia del coraggio civile e del lavoro umano, sia dell’umiltà e della rettitudine, sia del servizio indiscutibilmente gratuito verso la comunità di Acate-antica Biscari, dove è nato, è cresciuto e ha operato, e come cittadino e come amministratore, e che, negli ultimi anni di vita, la sofferenza, che consuma e distrugge, ha saputo virilmente accettare e cristianamente vivere fino all’ultimo istante della sua esistenza terrena. Uno dei tanti racconti dei miei genitori, quando parlavano dei drammatici e concitati giorni dello sbarco americano a Licata, a Gela, a Macconi, a Scoglitti, che ha sempre attirato la mia attenzione, è stato quello che parlava di un ragazzo di appena 16 anni che, di giorno, lavorava come telegrafista nell’ Ufficio Postale di Acate, con sede nel Castello dei Principi di Biscari; e, di notte, continuava il suo turno, secondo gli ordini dei suoi superiori, per ricevere, via telegrafo, dall’aeroporto di Comiso, il segnale delle incursioni aeree inglesi e americane su Acate. Segnale che avrebbe trasmesso, a sua volta, con un campanello collegato al campanile della Chiesa Madre, a don Pietro Ravidà, il quale, suonando le campane, avrebbe avvisato tutto il paese dell’imminente pericolo. Il padre era, già da un anno, prigioniero di guerra in Africa, e il fratello maggiore era stato chiamato a servire la patria in armi. Lui, da solo, aveva sulle spalle il peso del sostentamento della famiglia, costituita dalla madre, donna Teresa Berrafato, dalla sorella più piccola Maria Rosa, dai nonni in età avanzata, che non godevano di alcuna pensione. Gabriele era il nome di questo ragazzo, Carrubba il suo cognome. In paese lo si ricorda come chi  non ebbe una fanciullezza e un’ adolescenza come gli altri ragazzi della sua età, perché le circostanze della vita lo vollero prematuramente adulto. Rappresentando sempre un valido punto di riferimento e un esempio da seguire. Nel corso degli anni, io non ho smesso di riflettere su questo particolare episodio della vita di Gabriele Carrubba e, confortato dalle mie indagini e dalla mia esperienza scolastica, sono arrivato alla conclusione che esso non può essere presentato soltanto da un punto di vista familiare e memoriale, ma deve essere affrontato anche da un’altra prospettiva di studio e con l’imparzialità dello storico, che scrive intorno a fatti strettamente inseriti nel contesto di grandi avvenimenti. E l’episodio dice che, nell’estate del 1943, il ragazzo Gabriele Carrubba trascorreva intere notti di stressante e coraggiosa vigilia al servizio non del fascismo, ma della Patria ( fascisti erano in pochi o in tanti, ma italiani erano tutti); stressante e coraggiosa vigilia, che è sempre il preludio di un grande evento, mentre i resti ( e di ciò mi assumo tutta la responsabilità storica) di quello che era stato il Regio Esercito Italiano, a fianco dell’Alleato Germanico, si apprestavano a sostenere, con onore e sacrificio, nelle spiagge di Licata, di Gela, di Macconi, di Scoglitti, lo Sbarco  ( il  primo in Europa) di forze americane superiori in uomini e in armamenti e che i nostri padri vissero come l’Invasione e che, in seguito, abbiamo conosciuto come la Liberazione. Nel ragazzo Gabriele Carrubba, trovatosi in una posizione di notevole responsabilità, nel mezzo di una tormenta epocale, che ha provocato ingenti danni materiali e spirituali nel nostro territorio  (ma non solo in esso), la mia riflessione di studioso, oggi, ravvisa il coraggio civile e umano di un protagonista, che merita un riconoscimento storico, avendo svolto un incarico importante e pericoloso, affidatogli  dai suoi superiori, per la salvaguardia della comunità acatese. Ma un altro riconoscimento io ritengo che dovrebbe essergli attribuito. Dico dovrebbe, perché mi guardo bene da una invasione di campo che non mi compete, perché lo storico presenta i fatti così come sono accaduti, li tira fuori, come in questo caso,  dall’abisso dell’oblio in cui sono precipitati, li mette in evidenza e li propone ad una lettura attenta serena e oggettiva. Quest’altro riconoscimento a Gabriele Carrubba è compito di coloro che rappresentano e servono la comunità, perché ne hanno gli strumenti e le possibilità reali; lo storico, ripeto, è in possesso soltanto del suo umile e umano lavoro di scrittura e qualche volta, come oggi, anche della parola”.  

Antonio Cammarana

 

 

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