27 Aprile 2024

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Acate. Prenderanno il via venerdì pomeriggio, dopo il rinvio di una settimana per allerta meteo, i festeggiamenti di San Vincenzo Martire.

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Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 10 maggio 2022.- Il piccolo centro ibleo, la terza  domenica dopo  Pasqua ritrova, quest’anno in modo particolare dopo ben due anni di pausa a causa del Covid-19,  uno  dei   suoi appuntamenti di  prestigio  con  tradizione,  storia  e costume. Si  tratta dei festeggiamenti per  San Vincenzo Martire, protettore di Acate, le cui spoglie mortali, donate  nel 1700 da Papa Clemente XI al Principe di Biscari, Vincenzo Paternò Castello, sono custodite in una settecentesca urna in cristallo di Boemia  sull’altare maggiore dell’omonima chiesa. Quest’anno però, oltre alla grande attesa post- Covid, c’è stata un’altra novità. I festeggiamenti si svolgeranno la “quarta domenica dopo Pasqua” e non la  “terza”, causa un forzato rinvio per “allerta meteo”. Le condizioni climatiche proibitive, infatti, avrebbero rischiato di rovinare  quella che è la più bella festa di Acate così da costringere il primo cittadino, il dottor Giovanni Di Natale a posticipare di una settimana, dall’8 al 15 maggio i festeggiamenti riguardanti l’aspetto folkloristico. Poche le novità, invece, per quanto riguarda la parte religiosa, tranne la processione del simulacro del Santo Martire, rinviata anch’essa a domenica 15, subito dopo la  Santa Messa delle 19,00 . Domenica 8 maggio  si sono svolte regolarmente le manifestazioni religiose, compresa la messa solenne presieduta dal Vescovo della Diocesi di Ragusa, Monsignor Giuseppe La Placa e concelebrata dal parroco don Mario Cascone, dal vicario don Vincenzo Guastella, dal segretario del Vescovo, don Giuseppe Occhipinti e da don Giuseppe Berenato. Presenti anche le autorità civili locali ed  il sindaco Giovanni Di Natale. La Messa Solenne è stata, inoltre, magistralmente animata dal Coro Parrocchiale, diretto dalla Maestra Aurora Muriana, la quale ha anche eseguito brani liturgici dall’alto del settecentesco organo, presente nell’antica chiesa di San Vincenzo, annessa al Castello dei Principi di Biscari. L’eccelsa bravura del Coro  e della sua maestra è stata oggetto di elogi, al termine della funzione religiosa, da parte del Vescovo, La Placa il quale si è complimentato pubblicamente con gli artisti definendo la loro esibizione “solenne e brillante”. Altro momento molto significativo, sempre dopo la messa Solenne, è stato quello dell’inaugurazione, da parte del Vescovo, di una mostra permanente, ideata da don Giuseppe Berenato e dal dottor Luigi Denaro, medico ortopedico presso il “Guzzardi” di Vittoria, con le immagini della concreta mappatura delle ossa attualmente presenti nello scheletro del Santo Martire esposto sull’altare maggiore della Chiesa, al fine di ricostruirne scientificamente le varie fasi della vita e del martirio. Una iniziativa voluta,  tempo  addietro, dal compianto ex parroco di Acate, don Rosario Di Martino, coadiuvato dal dottore Luigi Denaro e dal personale del reparto di Radiologia dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, all’epoca diretto dal dottore Umberto Copani.  Il  compianto parroco emerito, don Rosario Di Martino così illustra l’episodio nel suo volume,  “I resti mortali di San Vincenzo raccontano le torture subite- A.D. 304”, edito in Acate nel 2011. “In un pomeriggio di una domenica primaverile ho avuto la visita dei medici, dottor Umberto Copani, primario di Radiologia presso l’ospedale Guzzardi di Vittoria e il dottor Vincenzo Digeronimo, suo collaboratore, accompagnati dal dottor Luigi Denaro, ortopedico. Scopo della visita era di poter contemplare la reliquia di San Vincenzo. A conclusione della visita, fatta ai resti mortali, il dottor Copani manifestò il desiderio di poter sottoporre le ossa del Santo a esame radioscopico”. Una richiesta che per don Rosario arrivò come, la manna dal cielo e che fece immediatamente presente all’allora Vescovo della Diocesi di Ragusa,  Monsignor Paolo Urso il quale si rese immediatamente disponibile ad avviare l’iter necessario per avere l’autorizzazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi. Autorizzazione che arrivò, senza alcun problema, il 24 gennaio del 2005. Anche il dottor Copani si attivò dal canto suo per i necessari permessi ed autorizzazioni da parte dell’A.S.L. di Ragusa. Il 3 marzo del 2005, alle ore 20,00 il corpo del Santo Martire venne traslato dalla Chiesa di Acate al reparto di Radiologia dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, dove iniziò il lungo e minuzioso esame radiologico della reliquia che si protrasse fino alle due del mattino successivo del 4 marzo. Ma ritorniamo alla Festa. Una festa caratterizzata, fino a qualche anno addietro, da una grande attrazione, il “Palio”, una spettacolare corsa di  cavalli con fantini  che  si  svolgeva  sul  centralissimo  Corso Indipendenza. La manifestazione, antica per tradizione, era un momento di grande  attrazione, per la sua particolarità e spettacolarità, che  richiamava, per tre giorni, dal venerdì alla domenica, nel centro ibleo, migliaia  di forestieri  provenienti  da  tutta  l’isola. La presenza di, “elementi inquinanti”, legati al mondo delle corse clandestine e le pressanti proteste da parte delle varie associazioni animalistiche, hanno indotto le autorità competenti di Pubblica Sicurezza ad annullare il Palio. Al fine di compensare la perdita del Palio, i vari comitati che si sono occupati della programmazione e dell’organizzazione dei festeggiamenti hanno introdotto tra gli eventi, numerosi spettacoli equestri. Secondo la tradizione, infatti, nel 1700 le spoglie del Santo Martire, giunte da Roma, via mare, fino a Scoglitti, sarebbero state scortate dal borgo marinaro fino a Biscari (antico nome di Acate) da un nutrito gruppo di nobili cavalieri. E sempre per ricordare questo evento, un altra grande   attrattiva, rappresentata dal Corteo Storico, con costumi del Settecento, affiancherà nuovamente gli altri spettacoli equestri. In modo particolare i festeggiamenti si apriranno venerdì pomeriggio proprio con una spettacolare rievocazione della Traslazione del Corpo del Santo Martire nella sua omonima Chiesa dopo il disastroso incendio che danneggio seriamente il tempio costringendo il Santo ad un lungo esilio presso la Chiesa Madre. La rievocazione della Traslazione, con ricostruzione dell’Urna e del corpo del Santo in cartapesta, è stata magistralmente curata dal Maestro d’Arte Saro Morando e da altri artigiani, con la coreografia dei “Cavalieri di Biscari”. Al fine di non far rimpiangere la fastosità delle feste del passato, il comitato per i festeggiamenti ha messo in cartellone una serie di iniziative di tutto rispetto, nonostante le notevoli difficoltà di carattere economico. Il programma della festa prevede, infatti, numerose sfilate di gruppi folkloristici, tra i quali i Tamburi Imperiali di Comiso, gruppi folk siciliani, la Banda Musicale Città di Acate, diretta dal Maestro Ottavio Baglio, le Majorettes Città di Randazzo, gli Sbandieratori Città di Gela, la Fanfara dei Bersaglieri, la Banda Musicale Città di Pedalino e gli spettacoli equestri dei Cavalieri di Biscari. Sabato sera, in Piazza Libertà, spettacolo musicale con Orietta Berti e subito dopo lo spettacolo piromusicale, nei pressi del Castello, “Momenti di Storia” a cura del gruppo, “Teatro Giovani” di Acate, con la regia del dottor Luigi Denaro. A corredo di questi spettacoli, concerto da parte di alunni e docenti del Corso ad Indirizzo Musicale dell’Istituto Comprensivo, “C. Puglisi” di Acate, estemporanee di arte sempre a cura del Puglisi ed in modo particolare della professoressa Graziella Pinnavaria e la collaborazione delle insegnanti Galofaro Rita,  Cutrone Giovanna e degli studenti dell’Istituto d’Arte di Comiso ed una collettiva  di artisti locali. La giornata di domenica sarà interamente dedicata alle sfilate di gruppi bandistici, equestri e folkloristici  i quali  si esibiranno sul centralissimo Corso Indipendenza sia nel corso della mattinata che durante il pomeriggio. Alle ore 20,00, invece, solenne processione per le vie cittadine con il simulacro del Santo Martire. (Le foto allegate dove è presente il Vescovo sono della professoressa Maria Giovanna Baglieri)

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