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Acate. Recovery Fund: rete di comuni del Sud creata dai sindaci Di Natale e Carlucci. Comunicato Stampa del primo cittadino di Acate, Giovanni Di Natale

Redazione Due, Acate (Rg), 22 febbraio 2021.-  “Su invito del sindaco di Acquaviva delle Fonti (BA) Davide Carlucci, con il quale da un paio di anni intrattengo un rapporto costante, stiamo creando, in maniera assolutamente trasversale e senza faziosità politica, una rete di Comuni del Sud per realizzare una sorta di osservatorio propositivo sul Recovery Fund. Lo scopo è quello di sollecitare da un lato, le progettualità aderenti alle necessità dei territori e dall’altro di far pressione sul Governo per una maggiore attenzione alle aree del Sud. Al momento abbiamo aderito alla rete una quarantina di sindaci della Puglia, della Calabria e della Campania e mi sono impegnato a fare da portavoce per questo progetto in Sicilia, al fine di reclutare altri Comuni siciliani a farne parte. Vogliamo un coinvolgimento nei progetti attuativi del Recovery Fund che, tra l’altro, Draghi ha ammesso di voler rivedere “approfondendolo e completandolo”. Perché i Sindaci del Sud? Per la ragione evidente che continua ad aggravarsi il divario economico tra l’Italia Meridionale e il Centro Nord (Secondo il CGIA di Mestre il differenziale di reddito pro-capite è ulteriormente aumentato negli ultimi anni ed il Coronavirus ha ulteriormente aggravato tale divario soprattutto in termini di occupazione). Il nostro compito sarà quello di vigilare e verificare che gli obiettivi del Recovery Fund siano all’altezza della gravità della situazione nei nostri territori. Inoltre, domandiamo che noi Sindaci dobbiamo essere messi in condizione di svolgere il nostro ruolo di amministratori, chiedendo di avere in tempi rapidi un cronoprogramma e una sorta di “manuale d’istruzione” del PNRR ( Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) del Recovery Fund. Dobbiamo capire cosa saremo chiamati a fare, quali procedure dovremmo attivare, ecc, per consentire un utilizzo quanto mai celere dei fondi e per evitare di provocare ritardi. Vogliamo avanzare delle proposte migliorative a partire dalle ultime bozze in circolazione licenziate dal governo Conte. Chiederemo al Governo un momento di confronto fra le esigenze specifiche dei territori e gli interventi strategici del PNRR e proporremo la richiesta di un incontro con i ministri competenti sul Recovery per consegnare loro un dossier con le indicazioni dei nostri territori. Vogliamo essere da impulso nei confronti delle associazioni, dei professionisti, delle imprese e degli stakeholder dei nostri rispettivi territori, affinché esprimano in tempi rapidi progettualità che trovino occasioni di finanziamento nel PNRR. Chiederemo al Governo l’assunzione di figure che possano essere impiegate nell’attuazione delle misure previste dal PNRR. Ogni Comune dovrebbe avere uno staff di giovani dipendenti che si occupino solo delle azioni da svolgere per lo sviluppo. Il vero Recovery deve partire dal recupero delle diseguaglianze sociali. La spesa sociale pro-capite non può oscillare tra i 160 € dell’Emilia Romagna, i 116 € della media nazionale e i 22 € della Calabria (dati Istat 2016 pubblicati nel 2019). Sono sproporzioni drammatiche e inammissibili che il senso di civiltà non può tollerare, specie se come avviene in sanità è una questione di riparto, con il raddoppio della capacità di spesa dell’Emilia Romagna rispetto ad altre regioni del Sud, a parità di popolazione. Ma la sorte di una persona può dipendere dal luogo in cui si nasce, quasi facendogli una colpa? Si chiederà al governo Draghi omogeneità dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, a prescindere dalla latitudine. È un programma ambizioso, ma non possiamo permetterci di stare con le mani in mano, aspettando che qualche briciola dei Recovery Fund ci venga assegnata”.

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