Acate. 11.10.2025
Qualche giorno fa una lite familiare si è conclusa con il ferimento di due dei partecipanti e una denuncia in stato di libertà, i militari della locale stazione e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Vittoria, sono dovuti intervenire tempestivamente in un’abitazione di Acate, dopo una telefonata al numero unico di emergenza 112, da parte di una donna che temeva per la propria incolumità e le chiamate dei vicini che assistevano ad una vicenda iniziata in strada e proseguita nell’atrio di un edificio della periferia acatese.
La lite è nata tra una donna di 35 anni del posto ed il suo ex convivente, un uomo di 31 anni di Catania, che dopo alcuni anni trascorsi insieme nel Nord Italia si erano separati ed erano tornati in Sicilia. Tra le divergenze di vedute tra i due, anche la situazione del figlio minore della coppia, temporaneamente affidato alla madre.
La lite dell’altra sera, pare sia stata provocata, dopo che a tarda ora, l’uomo, in compagnia della madre, si è recato presso l’abitazione dei genitori di lei, dove da poco la donna si era trasferita e ha chiesto insistentemente di vedere il bambino, quasi contemporaneamente si è introdotto all’interno del condominio.
Dalle parole si è passati ai fatti e la situazione è ulteriormente degenerata, poi, intorno alla mezzanotte quando il padre sessantacinquenne della donna, ha visto il giovane nell’atrio che stava per salire le scale, nel prendere le difese della figlia e nell’intento di “respingere” l’intrusione, colpiva l’ex genero alla testa con uno sgabello.
La tempestività dell’intervento è risultata decisiva, i contendenti sono stati separati e bloccati, impedendo ulteriori conseguenze. Madre e figlio riportavano ferite poi medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, dove sono stati trasportati in ambulanza.
Il padre della donna è stato deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per “lesioni personali aggravate” e i carabinieri, così come previsto dalla procedura in questi casi, hanno adottato i provvedimenti dovuti, come il sequestro cautelare delle armi regolarmente detenute dal feritore.
Il suo grado di responsabilità, fatta salva la sua presunzione d’innocenza, verrà valutato dall’Autorità Giudiziaria, come legislativamente previsto.