29 Aprile 2024

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Acate. Venerdi 30 giugno presentazione al Castello del libro di Maria Teresa Carrubba: “Nelle Tasche del tempo- A cercare la luce”.

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Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 28 giugno 2023.- Sarà presentato al pubblico, venerdì 30 giugno, alle ore 19,00, presso il baglio del settecentesco Castello dei Principi di Biscari di Acate, il nuovo lavoro letterario della scrittrice Maria Teresa Carrubba dal titolo, “Nelle Tasche del Tempo- A cercare la luce”. All’evento, che oltre all’autrice vedrà la partecipazione degli attori professionisti Matilde Masaracchio e Sergio Spada, e di Salvatore Cultraro nonchè della giovanissima musicista, Michela Bongiorno la quale con l’ausilio del Flauto curerà tutti gli intermezzi musicali, prenderanno parte, tra l’altro, anche il sindaco, l’avvocato Gianfranco Fidone, l’assessore alla Cultura, avvocato Giuseppe Raffo ed il Presidente del Consiglio Comunale, dottoressa Cristina Cicero. Il volume vuole essere una appassionante rivisitazione, in chiave quasi romantica, di uno dei momenti più tragici e problematici della nostra recente esistenza: la “Pandemia”, punto di partenza per la descrizione di ricordi familiari ed in particolar modo del caro “zio Giovanni”, “anche lui- sottolinea l’autrice- venuto a mancare come i tanti morti mietuti dalla pandemia, uccisi da una malattia e dal silenzio”. “I giorni- si legge in alcuni passi del libro di Maria Teresa- trascorrevano e si staccavano da un calendario attento, e la stagione tanto attesa dopo l’inverno, con i suoi colori accesi e i suoi canti, questa volta era incapace di dissipare il malumore. Le sue voci soffocavano in quell’atmosfera dalla quale echeggiavano notizie di tristezza e di morte; esse stridevano con l’aria tiepida e soleggiata, cozzavano invece con quella inaspettata realtà”. “Una nuova consapevolezza- continua l’autrice- si sforzava di prendere il sopravvento, mentre mi inchiodava al presente dove tutto appariva inusuale e la metamorfosi si compiva in un orizzonte cieco. Chiusa in un esilio non del tutto volontario, che mi voleva nascosta ed impaurita, diffidente perfino agli sguardi, la malinconia mi feriva, mi scavava dentro mi faceva sentire fragile, ostacolava la mia volontà e sapeva già come annientarmi”. “Aspettavo e tornavo a chiedermi quando tutto questo sarebbe finito, quando sarebbe arrivata un’alba d’argento che ci avrebbe riportato alle nostre piccole abitudini a cui di solito non facevamo caso…era un fatto normale quella vita che ci apparteneva, era un fatto normale assaporare la libertà delle giornate che si presentavano ora programmate, ora inventate. Muoversi, incontrarsi, fermarsi a parlare con gli amici nel mio piccolo paese era un modo per stare aggrappata a quella comunità che non sempre ti è stata amabile, ma che tuttavia è parte di te, come una seconda pelle ti è appiccicata addosso per tutto il resto della tua vita”. Una situazione del tutto particolare, quindi, che spinge l’autrice alla ricerca di ricordi, quasi un volersi rifugiare in essi.  “In quei giorni carichi di paura e di pigrizia, di stati d’animo altalenanti, privata del mio quotidiano lavoro, dagli amici, dalle attività letterarie…mi capitava di seguire il filo dei ricordi che sulla linea del tempo mi riportavano indietro, molto indietro, verso un passato fatto di memorie custodite come in una tasca, dalla quale si tirano fuori quando servono per ricordarti che qualcuno prima di te ha percorso strade tortuose e sentieri difficili senza perdere mai la fiducia nella vita. E così ricostruivo pezzi di esistenza che l’immobilità di quei giorni mi dava l’occasione di rivivere intensamente, e posavo delicatamente il pensiero su mio padre Gabriele…su nonna Teresa e  sugli  altri due figli, Giovanni,il maggiore  e Maria Rosa…”. Maria Teresa Carrubba, nasce e vive ad Acate. Ha da sempre coltivato la passione per la storia, la narrativa, la scrittura e  per l’antropologia culturale. Numerose le sue pubblicazioni sia come articoli di giornali come: “Le donne della Repubblica”, “Il vile attentato”, “Quei corpi in fondo al mare”, ed altro. Sia come libri e racconti quali, il saggio di dati antropologici “Selvaggi Noi”, dedicato al padre, il Direttore delle Poste Gabriele Carrubba. Bella e significativa la recensione scritta su questo volume dal critico d’arte,  professore Nino Masaracchio: “Con Maria Teresa Carrubba, con il suo animo, siamo altro, non tanto temporalmente, per dire dal XVIII secolo, ma nel pieno di una vera umanità, fatta di civiltà progredita, di vera umanità ideale e idealistica, tanto da far progredire senza scordare ciò che fu il peggio degli uomini civili. Che sia letta con attenzione, oltre che con amorevole passione questa analisi storica che la nostra autrice, giustamente ha voluto intitolare: Selvaggi noi…”. Quindi ancora, “Un filosofo solitario”, “Figli di Eva-Oltre il silenzio”, dedicato alla figlia Nives, “All’Ombra della vita”, un libro di storia locale con riferimento alle tradizioni, agli usi del suo paese. Un libro che nasce dal ricordo di vecchie storie del passato, raccontate dalla nonna Teresa, ricordi  che, evidenzia l’autrice, “prendendomi per mano mi hanno portato a conoscere un’epoca che non ho vissuto ma che mi hanno ricondotta al mondo dell’infanzia. C’era chi all’ombra continuava a vivere e a morire, perchè la vita ha sempre un’ ombra per alcuni una terribile nostalgia di una vita perduta…”. Altro suo racconto: “Nell’aria di un distratto inverno”, “Gabriele era il suo nome” un commovente ricordo del papà.

Queste solo alcune delle sue numerose produzioni in quanto Maria Teresa è stata, anche, più volte Presidente e Referente Culturale del Circolo di Conversazione di Acate, scrivendo varie prefazioni di opere pubblicate da autori locali e di altri centri della provincia.

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