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Appalti. Ingroia: “Grave colpo di mano contro ANAC, ma corruzione va colpita sul piano finanziario”

ROMA – “Già il governo Renzi aveva fatto poco o niente contro la corruzione, il governo Gentiloni ha evidentemente pensato che quel poco fosse persino troppo. Così ecco il tentativo di cancellare la norma che consente all’Anac di bloccare preventivamente appalti sospetti. Poi c’è stato il dietrofront, ma corrotti e corruttori comunque ringraziano riconoscenti: a volte basta il pensiero”. Così Antonio Ingroia, presidente di Azione Civile, che aggiunge: “L’Anac è stata sempre esibita come la panacea a tutte le tangenti, eppure a Cantone sono state date sin dall’inizio armi spuntate. Ora qualcuno ha provato a disinnescare anche la più efficace di quelle armi con un grave colpo di mano. Ovviamente, come da prassi, una volta scoperto il tentativo tutti a dire che è stato un malinteso, un errore, nessuno però a prendersene la responsabilità. Detto questo, io insisto: l’Anac da sola non basta, tanto più con i poteri che ha. Se davvero si vuole combattere la corruzione bisogna colpirla sul piano finanziario, così come si è fatto con la mafia anni fa. Dunque, sequestro e confisca preventivi dei beni di provenienza sospetta, con l’inversione dell’onere della prova: l’indiziato di corruzione, il valore dei cui beni sia sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, deve dimostrare la legittima provenienza di quei beni, diversamente i beni verranno definitivamente confiscati dallo Stato per essere destinati a finalità pubbliche o sociali. E’ il succo della proposta di legge che ho redatto anni fa insieme a Franco La Torre e che la maggioranza di governo non ha mai voluto prendere in considerazione. Rilancio la sfida – conclude Ingroia – vediamo chi è pronto a raccoglierla”.

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