Belluno. Violenza choc in carcere. SAPPE: polizia penitenziaria non è carne da macello, subito interventi urgenti!
2 min readGrave violenza choc nel carcere di Belluno per la folle intemperanza di un detenuto straniero e, ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono alcuni dei poliziotti in servizio e parte degli arredi interni alla struttura. Come spiega Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sabato scorso, un detenuto nordafricano che stazionava di fronte il cancello della rotonda del carcere, rifiuta di rientrare in cella (ristretto a regime ordinario) con la pretesa di parlare con il Preposto di Polizia Penitenziaria. C’è però un antefatto: lo stesso detenuto si era reso protagonista di un grave fatto già a inizio mese, quando chiese all’Agente di Sezione di potersi recare nel locale barberia fuori dall’orario consentito ma gli venne ovviamente negato e per questo, di fronte alla sua reazione verbale violenta, fu rapportato disciplinarmente. Tornando a sabato, al rifiuto di rientrare in cella da parte dell’Agente, il detenuto lo ha riconosciuto come colui che lo ha rapportato disciplinarmente e, ancora risentito, lo ha offeso e minacciato per poi, del tutto inaspettatamente, tirargli uno schiaffo sull’orecchio sinistro. Il collega è poi andato in infermeria perché perdeva sangue dell’orecchio, in infermeria lo hanno mandato in ospedale dove gli hanno diagnosticato la lesione del timpano, con venti giorni di prognosi”. Sono stati momenti ad altissima tensione, conclude il sindacalista, che rivolge la vicinanza e la solidasrietà del SAPPE.
“La violenza e la tensione vissuta dai poliziotti in servizio nel carcere di Belluno sono gravissime: è inaccettabile che un agente di Polizia Penitenziaria debba rischiare ogni giorno la propria incolumità ed essere soggetto ad aggressioni e violenze solamente perché rappresenta lo Stato in un contesto nel quale la frangia violenta dei detenuti non ha alcuna remora a creare disordini, sommosse, eventi critici. Basta!”, denuncia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “E’ del tutto evidente che nelle carceri della Nazione e del Triveneto in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che rinnova l’appello ai vertici del DAP affinchè creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude Capece.