CNA “Comune che vai fisco che trovi.
3 min readVittoria. 12/12/2019
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. (CNA Vittoria)
La CNA, poche settimane fa ha presentato a Roma il Rapporto 2019 “Comune che vai fisco che trovi”. Ragusa, nella classifica stilata dal rapporto di quest’anno, ha occupato la 71° posizione con una Total Tax Rate (l’aliquota fiscale totale, che grava sulle imprese artigiane, micro, piccole e medie) pari al 59,2%. Questo significa che nell’anno in corso un piccolo imprenditore del nostro territorio ha lavorato per 216 giorni, cioè fino al 3 agosto scorso, solo per pagare imposte e tasse. Dal 3 di agosto fine alla fine dell’anno, ovvero per gli ultimi 149 giorni dell’anno, ha raggiunto la libertà dalla tassazione (Tax Free Day). Per comprendere meglio l’evoluzione temporale delle imposizioni fiscali sulle piccole e medie imprese ragusane abbiamo analizzato e tabellato i dati relativi agli ultimi cinque anni (si veda la tabella allegata). Determinando la media del periodo viene fuori che una microimpresa ragusana, nel corso dei cinque anni, ha sopportato, un’aliquota fiscale complessiva del 60,8%; ossia ha lavorato per 221 giorni solo per pagare tasse di ogni tipo allo Stato, alla Ragione e al Comune.
Alla luce di questo carico fiscale: quali servizi reali hanno ricevuto e ricevono le imprese ragusane?
1) La rete ferroviaria ragusana non è elettrificata e ha un solo binario. Gli scali merci, utili a molte nostre attività, negli anni, via via, sono stati soppressi.
2) Gli indicatori economici dicono che, malgrado la crisi, siamo uno dei territori economicamente più dinamici del Paese; però abbiamo un indice di dotazione stradale tra i più bassi del Mezzogiorno. Ragusa, ad oggi, non ha un metro di autostrada e le condizioni delle strade provinciali e comunali, in buona parte, sono prossime a quelle delle regie trazzere.
3) Aeroporto di Comiso, Autoporto di Vittoria, Porto di Pozzallo non sono infrastrutture ma miraggi.
4) La sanità iblea negli ultimi tempi è stata caratterizzata da continui piani di riordino che hanno permesso un lento ma continuo abbassamento dei livelli qualitativi del servizio sanitario e delle sue strutture.
5) L’area iblea è prossima all’emergenza rifiuti. I pochi centri di compostaggio, le discariche a limite della saturazione e l’assenza di politiche che portino a ridurre la produzione di rifiuti stanno mettendo in seria difficoltà la tenuta ambientale del territorio.
Abbiamo elencato alcuni dei (dis)servizi che dovrebbero essere coperti dal gettito fiscale. Se tutto ciò è accaduto e sta continuando ad accadere la spiegazione è una sola: la microimpresa non è al centro delle preoccupazioni della classe politica (sia quella locale sia quella regionale e nazionale) non è vissuta come tale nel linguaggio della quotidianità. Un classe politica che ha veramente a cuore le proprie piccole imprese non avallerebbe un fisco così aggressivo, una burocrazia asfissiante e un difficile accesso al credito. Servono a poco le parole di elogio o i riconoscimenti estetici tipo: “ le microimprese sono spina dorsale del paese”. I numeri e l’evidente assenza del minimo servizio pubblico ci dimostrano che non è più tempo di lodi cariche di falsa retorica ma di fatti e misure concrete.