Site icon ITALREPORT

Curtatone. Il suicidio di Giuseppe De Donno al vaglio dei magistrati.

Curtatone. 29 luglio 2021
Il suicidio di Giuseppe De Donno, 54 anni, ex primario a Mantova del “Carlo Poma”, il medico che aveva spinto sull’acceleratore per la cura del plasma iperimmune contro il Covid 19, non ha suscitato grandi reazioni e non ha acceso i riflettori degli organi di informazione, e, proprio per questo, probabilmente, sta indagando la magistratura. Si è ucciso ieri impiccandosi, dopo che da qualche settimana aveva preso servizio in qualità di medico di base a Porto Mantovano.
Il medico è stato trovato nella sua abitazione di Curtatone, a pochi chilometri da Mantova, e, quando si è scoperto il cadavere, è scattato l’allarme. Sul posto si sono portati i carabinieri di Mantova e il personale del 118, ma per De Donno non c’è stato nulla da fare. Adesso la salma si trova all’obitorio dell’ospedale di Mantova, dove aveva lavorato per gran parte della sua vita, a disposizione del magistrato competente.
Il medico, lo scorso 2 luglio aveva compiuto 54 anni, era sposato e aveva due figli.
Gli investigatori non hanno lasciato trapelare alcuna indiscrezione, ciò nonostante, sembrerebbe che l’uomo, prima del gesto estremo, non abbia lasciato nulla che possa fare capire il perché di questo suicidio.
Anche se da un po’ di tempo, stando ai si dice, avrebbe sofferto di problemi di salute, che si sarebbero sommati alle difficoltà riscontrate in ambito lavorativo, questa morte è certamente sospetta.
Come si ricorderà, De Donno, tra febbraio e aprile del 2020 si era speso moltissimo per la cura del Covid con l’utilizzo di plasma iperimmune.
Questa ipotesi sostenuta da De Donno, in seguito, era stata scartata come soluzione di contrasto al Coronavirus.
Questo gli avrebbe causato un danno psicologico, nonostante non esistano prove in tal senso.
Molti colleghi del medico, hanno espresso il loro cordoglio per la sua tragica e inaspettata scomparsa.
Il direttore dell’Asp di Mantova, Raffaello Stradoni, ha dichiarato: “Giuseppe era una persona onesta fino in fondo e si è sempre speso per la verità e per gli altri; durante la prima ondata di Covid, aveva dato il meglio di se stesso e aveva investito moltissimo sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. Questo è stato sicuramente un colpo difficile da digerire per lui.
La sua scomparsa lascia un grande vuoto”.

Questa suicidio è un atto penoso, così come lo sono tutti gli altri, ma pone diversi quesiti e giunge in un momento particolare della nostra vita, infatti si intrecciano mille ipotesi, dalle più realistiche alle più fantasiose.
Ma non c’è dubbio che questa morte deve trovare un perchè, infatti è un problema non solo nazionale, che sta interessando il Paese, l’Europa e il mondo intero.
Auspichiamo che gli organi competenti, investigatori e magistrati, possano al più presto dare una risposta a tutti i quesiti e alle ipotesi che ruotano intorno a questa morte “sospetta”.

Exit mobile version