12 Maggio 2024

ITALREPORT

Quotidiano on-line

Da Scampia a Zanzibar..!

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” Dona senza chiedere nulla in cambio.. incondizionatamente..! ”
È così che intitola il suo post sui social Salvatore Serino insegnante e già atleta pluricampione nazionale di karate in Fijlkam, plurimedagliato anche in campo internazionale, cresciuto nella difficile realtà di Napoli in Scampia. Un sentimento partito dal cuore e forse anche dalla voglia di andare a scoprire altre realtà ancora più difficili di quelle vissute direttamente.
” È stato un viaggio di cuore !
Un viaggio dove la consapevolezza di conoscere realtà inimmaginabili.
Quando siamo arrivati a Zanzibar abbiamo subito notato negli occhi di chi ci accoglieva tanta gioia ma allo stesso tempo tanta tristezza, migliaia di bambini per strade che camminavano da soli da un villaggio all’altro o per andare a scuola.
Tantissimi di loro senza scarpe né ciabatte e molti addirittura anche senza vestiario, insomma una situazione di vita davvero imbarazzante.
Non capisco come un continente così grande pieno di risorse naturali faccia fatica ad emergere, tra l’altro molte nazioni vanno lì a fare mercato nero o a far i propri interessi.
Un luogo che incanta con le sua spiaggia, con la sua natura, con la voglia di vivere di ogni africano che vive in quelle terre.
Credo che se ogni individuo della terra donasse 1/2 euro al mese, si risolverebbero molti problemi di quella nazione, incominciando a costruire villaggi, ospedali, infermerie, scuole, centri sportivi, ad aggiustare strade ad avere acqua potabile, insomma una vita degna di essere vissuta.
L’età di vita si è abbassata a 50/60 anni proprio per le condizioni precarie del paese, non hanno medicinali, si curano con piante naturali o con metodi di preghiera.
Ci sono pochissimi anziani e migliaia di bambini.
È paradossale come nei villaggi turistici ci sia spreco di cibo che non viene riutilizzato per sfamare gente fuori, ma viene buttato via come se non ci fossero problemi, ma in realtà li si soffre la fame.
Non capisco come la politica mondiale non faccia nulla per questo continente, né dove vadano a finire tutte le donazioni delle varie organizzazioni di aiuti umanitari.

Viviamo in un mondo falso, fatto di ipocrisia, materialisno e senza valore dell’uguaglianza.
Ogni genitore al mondo dovrebbe portare un figlio in Africa, per fargli capire il senso della vita, dell’umiltà, e dell’educazione in ogni sua forma possibile. Questo viaggio non mi regalerà la fortuna che ogni persona cerca nella vita, ma sicuramente mi aiuterà a capire quali sono i veri valori della vita e cosa è necessario “. Coclude così il racconto della sua esperienza in Tanzania Salvatore Serino, un campione che si riconosce anche dai valori che ha saputo acquisire dallo sport e da ciò che ha realmente somatizzato attraverso le proprie esperienze dirette ed indirette, anche grazie ai risultati ottenuti attraverso l’ impegno, la fatica ed il sacrificio. Come se il podio o la medaglia potessero rappresentare una forma di riscatto da una vita difficile, ma fortemente motivata e spinta da sentimenti puri che si tramutano da umiltà dell’ animo, in ogni forma di forza per sé e per gli altri. Si nota la voglia di donare agli altri tutto ciò che di buono si è potuto apprendere durante la vita e la pratica sportiva, accompagnata dal desiderio di trasmettere al contempo messaggi di alto valore etico, morale e sociale attraverso l’ esempio, donando ai prossimi anche singoli momenti di felicità. Educare le comunità nel dare l’ esempio su quale siano i valori più alti della vita, affinché nel mondo si possano realmente combattere le ingiustizie della disuguaglianza e della iniquita’. Servirsi dello sport e dei personaggi che ne fanno la storia e porli come esempi ai giovani di realtà difficili, come incentivi utili ad uscire da condizioni di vita sfavorevoli. Ma allo stesso tempo utilizzare lo sport come uno strumento di educazione civile, morale, sociale è come un incentivo alla solidarietà, per i giovani che invece hanno avuto tutto o quasi tutto dalla vita.

Per Italreport
Giuseppe Antonio Brugaletta

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