15 Ottobre 2024

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DiMattina del 26.09.2027 – Arrivederci Marcello, uomo buono e grande calciatore

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Marcello Sanna alla fine se ne è andato. Coerentemente al proprio carattere, ha combattuto un brutto male come un leone e da qualche mese stava decisamente meglio. Sembrava che il peggio fosse ormai alle spalle, invece ieri la doccia fredda. Ma chi era Marcello Sanna? Io sono un grande amico di suo figlio Davide (anche lui un grande calciatore) e ho conosciuto Marcello nei campi di calcio. Ma non solo. Era così generoso che, quando frequentavo l’università, ogni venerdì offriva a me e ai miei amici il passaggio di ritorno da Catania a Vittoria, dato che lavorava all’Enel di Catania. Ricordo una persona gentilissima e intenditrice di musica: Guccini, De André ma anche il primissimo Jovanotti era il sottofondo ai nostri viaggi oltre alle tante risate.

Non solo. Mentre a luglio ero ricoverato ho ricevuto a sorpresa una sua telefonata: era a Genova da suo figlio Davide e mi ha chiesto come stessi, io ho fatto lo stesso, poi abbiamo scherzato un po’ prima di passarmi il figlio. Questa è stata l’ultima volta che l’ho sentito e non dimenticherò mai questa telefonata tanto inaspettata quanto gradita.

Racconta di lui Angelo Fraschilla: “Io ero molto piccolo e andavo alla famosa “arena” di San Francesco, un campetto attiguo alla Chiesa dove d’inverno si giocava a calcio e d’estate invece venivano proiettati film.

Quell’arena è stata una fucina di tanti talenti, come Nuccio La Spina e Peppe Mangione. Ma Marcello era fortissimo. Giocava come centravanti, aveva un acume tattico fuori dal normale, un grade senso del gol e una protezione di palla che impediva ai difensori qualsiasi tipo di intervento”.

Tra coloro che hanno avuto il privilegio di giocare con lui c’è anche Giampiero Alfieri: “Abbiamo giocato insieme nel Niscemi nell’anno 1977/78 (Marcello giocava in quella squadra già dall’anno prima), squadra che militava in prima categoria. Le sue doti erano riconosciute da tutti e l’anno successivo fu ceduto al Gattopardo di Palma di Montechiaro. Ricordo anche che nell’adolescenza partecipavamo ai tornei estivi che si svolgevano a Punta Secca e Marina di Ragusa e li vincevamo sempre, perché anche grazie a lui eravamo nettamente più forti delle altre squadre. È un peccato che la sua carriera fu interrotta da un grave infortunio, la rottura dei crociati anteriori che ha impedito a Marcello di fare tanti altri gol”.

L’infortunio non ha però inciso sull’amore di Marcello per il calcio e così negli ultimi anni si era “reinventato” portiere e il sottoscritto ha avuto l’onore di averlo spesso in squadra: nonostante l’infortunio, aveva un piede delicatissimo e si esibiva in lanci di estrema precisione.

Marcello, juventino doc, mi mancheranno i tuoi sfottò che puntualmente pubblicavi (l’ultimo due giorni fa) tra i commenti ai miei post calcistici: ironico ma mai maleducato, perché per lui il calcio era pura gioia e non motivo di scontro tra persone. Un uomo buono, umile e generoso. Il mondo da ieri è sicuramente più povero. Arrivederci Marcello, ti ho voluto bene.

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