Posso capire gli analfabeti funzionali, ma non comprendo come persone con una notevole dose di cultura davvero credano che quella firmata pochi giorni fa possa definirsi pace. Una finta pace che ha visto assoluto protagonista quel bulletto fascistoide di Trump, in collaborazione con l’altro genio di Blair, interessati a fare di Gaza una colonia che frutterà quattrini (e questa sciagura voleva pure il Nobel per la Pace, ma per fortuna Stoccolma non si è fatta abbindolare).
Per non parlare del nostro governo (la g minuscola è d’obbligo) che si prende meriti che non ha, che anzi è il principale reggi moccolo degli americani e che è il secondo fornitore di armi ai sionisti di Israele e al criminale Netanyahu.
Riporto di seguito un pregevole commento di mio cugino Giuseppe Caruso:
“Vorrei solamente capire come si possa parlare di “pace” quando viene imposta dall’alto, senza i palestinesi al tavolo, relegati al ruolo di spettatori mentre la Striscia di Gaza viene trasformata in un gigantesco progetto immobiliare, un “real estate investment” sotto la regia dell’uomo che ha distrutto Afghanistan e Iraq: Tony Blair. Lo stesso Tony Blair che, non a caso, oggi è un lobbista di British Petroleum.
Nel frattempo, l’esercito di occupazione israeliano continua a bombardare la Striscia, radendo al suolo ciò che resta delle case, delle scuole, degli ospedali. E come se non bastasse, da decenni assistiamo a una sistematica cancellazione dell’identità palestinese: massacri, stragi, umiliazioni, ostracismo, incarcerazioni senza processo. Tutto questo ben prima della nascita di Hamas.
Nel West Bank, i raid e gli incendi ai villaggi sono diventati routine, mentre i coloni, protetti dall’esercito, costruiscono insediamenti illegali su terre rubate. E lo Stato più potente e influente del mondo ha guardato altrove per 78 anni, permettendo che un intero popolo venisse annientato a casa propria, vita dopo vita.
E allora mi chiedo: dov’è la pace, quando la “ricostruzione” di Gaza diventa un affare per pochi, quando la giustizia viene barattata con il profitto, e quando la voce dei palestinesi non viene nemmeno considerata degna di essere ascoltata?
Ben venga qualsiasi azione che si traduce in una fine dei bombardamenti, cosa che purtroppo dubito accada visto che Ben Gvir e Smotrich non ne hanno assolutamente intenzione. Questa non è pace: è la prosecuzione dell’occupazione con altri mezzi”.
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