29 Aprile 2024

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Dopo il caso Agrigento dove va il PD? Elementi di riflessione forniti dal Circolo di Palermo Libertà

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Ci sembra interessante pubblicare un documento di seria riflessione approvato all’unanimità dall’Assemblea di uno dei principali Circoli del PD siciliano. Nel momento in cui divampano polemiche su strane alleanze tipo quella realizzata ad Agrigento la base sollecita ai vertici: rispetto e coerenza.

 

Ecco il testo del Documento del PD Circolo  Libertà – Politeama (nella foto Enrico Napoli – Segretario del Circolo)
In questi mesi il circolo Libertà – Politeama di Palermo, anche alla luce di clamorosi recenti fatti di
cronaca (in particolare, come elemento scatenante, l’inchiesta “Mafia capitale”), ha portato avanti una
riflessione su alcuni tra gli aspetti più pertinenti al ruolo e alle funzioni dei circoli territoriali.
Gli episodi richiamati hanno evidenziato l’esistenza di un pesante intreccio tra politica locale e
ambienti criminali che non ha risparmiato lo stesso nostro Partito, coinvolto nell’inchiesta con
numerosi esponenti, anche di primo piano, tanto da determinare il commissariamento della
federazione romana.
Approviamo la sollecitudine e la trasparenza radicale di interventi con la quale il PD sta
intervenendo – che, va notato, non è fatta propria da altre forze politiche ben più invischiate nella
sequela di scandali amministrativi e finanziari – e concordiamo con i tempi, i modi e le analisi che
stanno accompagnato la fase riorganizzativa che ne è seguita.
Rileviamo tuttavia che Roma è solo l’ultimo fragoroso caso di un problema che, ancor più che di
natura “morale”, “giudiziaria”, “etica”, è piuttosto squisitamente politico. Tutti gli ultimi casi di scandali
avvenuti in questi ultimi anni e che hanno visti coinvolti iscritti, dirigenti ed eletti del nostro partito (da
Venezia a Palermo, da Roma a Messina, da Milano alla Campania), hanno infatti evidenziato
drammaticamente un problema che è esclusivamente politico e, più specificamente, di organizzazione
partitica sul territorio. La Costituzione Italiana – nel complesso di capitoli che danno il corpo alla
funzione dei partiti nel Paese – affida ad essi due funzioni basilari e, oggi più che mai, decisive per
realizzare la grande sfida di rinnovamento e di rilancio che il nostro Partito si è intestato e che tante
speranze sta suscitando:
• la selezione della classe politica dirigente della nazione e la sua educazione allo svolgimento
di attività amministrative;
• la rappresentazione del corpo intermedio per eccellenza, che consente ai cittadini di
interloquire con le Istituzioni.
Diventa allora necessario e urgente aprire un dibattito su come il nostro PD è organizzato, come si
svolge la sua vita democratica, come si verifica la genuinità della volontà di iscriversi, in relazione
all’aspirazione civile e democratica di dare un contributo al suo programma, come e chi forma le liste,
quali sono le garanzie nello svolgimento delle “primarie”. Non ci si può infatti sorprendere degli
specifici fenomeni di malcostume senza poi intervenire per prevenirli.
E’ qui che per noi inizia quindi l’urgenza di un dibattito che porti al radicale cambiamento della
organizzazione del PD, che sincronizzi le sua ambizioni di guida del Paese con la coerenza di
democrazia interna. Il Circolo Libertà-Politeama in particolare esprime piena condivisione nei confronti
delle analisi che hanno riconosciuto nell’indebolimento dell’attività democratica dei circoli la ragione
principale del distacco tra componenti del partito impegnati in attività istituzionali di amministrazione e
governo ed iscritti e della conseguente cristallizzazione dei rapporti di potere, condizioni in cui più
facilmente possono poi trovare spazio derive criminali quali quelle drammaticamente manifestatesi a
Roma.
Il PD palermitano appare oggi (ancora) fortunatamente lontano da tali derive, ma non si può
disconoscere che la debolezza dei circoli, la trasformazione di alcuni di essi in corti di singoli dirigenti
o eletti, la rigida divisione in correnti, la presenza di un tesseramento fortemente condizionato dalle
fasi congressuali sono evidentemente presenti, destando forti preoccupazioni per il possibile futuro
manifestarsi di gravi problemi analoghi a quelli mostrati dall’inchiesta romana, soprattutto in
corrispondenza di un crescente livello di responsabilità del partito a tutti i livelli istituzionali (con
esclusione, in questo momento, dell’amministrazione cittadina palermitana).
Per tali ragioni il Circolo Libertà-Politeama invita i dirigenti del PD palermitano e siciliano e le
Direzioni Provinciale e Regionale ad un intervento rapido e deciso per superare i problemi evidenziati,
in particolare:
• procedendo immediatamente ad una riorganizzazione dei circoli palermitani in maniera coerente
con lo Statuto regionale, mantenendo quindi solo i circoli territoriali e quelli “di ambiente”, legati a
specifici luoghi di studio e/o di lavoro, e superando l’articolazione in circoli “tematici”, non previsti
dallo Statuto e troppo spesso trasformati in luoghi di attività di singole correnti (o, perfino, di
singoli esponenti del partito);
• dando vita alla costituzione dell’Unione Comunale palermitana, ancora in coerenza con il dettato
statutario, per consentire all’attività dei circoli di trovare un luogo di sintesi direttamente
impegnato nella politica cittadina;
• approvando rapidamente un regolamento finanziario che stabilisca quote minime e modalità
generali di tesseramento, che preveda anche quote specifiche per gli eletti ai parlamenti
europeo, italiano e di regione (una parte delle quali venga trasferita ai circoli di appartenenza,
fermo restando l’obbligo di iscrizione su base territoriale) e che stabilisca per ogni circolo
l’obbligo di rendicontazione annuale;
• prevedendo che le candidature e le indicazioni di candidati a eventuali primarie o per la
definizione delle liste elettorali di partito siano SEMPRE oggetto di discussione e di esame
attraverso apposite assemblee dei circoli;
• dando immediata ed effettiva applicazione all’art. 40 comma 5 dello Statuto Nazionale che
prevede che: “gli iscritti al PD, eletti o componenti degli esecutivi istituzionali, non in regola con i
versamenti previsti dal Regolamento finanziario, decadono dall’anagrafe degli iscritti e dagli
organismi dirigenti del PD, secondo le procedure previste dal Regolamento delle Commissioni di
Garanzia. L’elenco di tali iscritti è reso pubblico nell’apposita sezione trasparenza del sito
internet del PD, dedicata al bilancio di cui all’art. 35 del presente Statuto”.
Riteniamo che tale riorganizzazione, assicurando un più effettivo coinvolgimento della base degli
iscritti nella vita del partito, un più diretto collegamento tra iscritti ed eletti ed una maggiore
trasparenza di tutti i processi, possa contribuire efficacemente al miglioramento dell’attività di
elaborazione politica del PD palermitano e siciliano e, allo stesso tempo, alla salvaguardia da possibili
derive eticamente inaccettabili (con gli eventuali risvolti penali spesso emergenti) che la
cristallizzazione dei rapporti di potere e la mancanza di trasparenza dei processi decisionali
inevitabilmente, prima o poi, comporta.
In questo contesto, pur considerando potenzialmente positivo l’avvicinamento al nostro partito di
personalità e forze politiche che in passato si erano riconosciute in un’area di centro-destra, è
necessario assicurare, anche agli elettori, che tali riposizionamenti siano conseguenti ad una effettiva
condivisione della linea politica che il PD sta attualmente perseguendo e non siano guidati da
considerazioni opportunistiche e dalla ricerca della collocazione più “redditizia” in termini di spazi di
governo e risultati elettorali (collocazione che oggi è facile per chiunque individuare nel PD). In caso
contrario, infatti, da una parte sarebbe inevitabile un esiziale sconcerto del nostro elettorato – che
facilmente approfondirebbe il solco tra cittadini e politica, causa prima dell’astensionismo e del ricorso
a voti di protesta – dall’altra renderebbe “fragili” le vittorie elettorali eventualmente conseguite
(esponendo anche il nostro partito ai continui trasferimenti degli eletti da un gruppo parlamentare o
consiliare all’altro, a seconda delle convenienze del momento).
Per questa ragione il Circolo Libertà-Politeama propone alle Assemblee Provinciali e Regionale di
assumere l’orientamento politico che personalità provenienti da esperienze del centro-destra non
possano essere candidate ad alcuna carica elettiva prima di due anni dalla formale adesione al
partito. Tale scelta, unitamente al rispetto della previsione statutaria di consultazione degli iscritti “sulla
scelta delle candidature a qualsiasi carica istituzionale elettiva”, garantirebbe una tenuta del partito
rispetto a proposte che potrebbero altrimenti indurre effetti deleteri di disaffezione degli iscritti e degli
elettori.
Documento approvato all’unanimità nell’Assemblea del 21 marzo 2015

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