Aurora Muriana, Roma (Rm), 8 marzo 2025 – «Ogni volta che una donna lotta per sè stessa, lotta per tutte le donne»: scriveva così la poetessa americana Maya Angelou.

Sono innumerevoli le persone – donne in particolare – costrette a lottare per affermarsi o per superare difficoltà, giovando così a sè stesse ma anche rappresentando un esempio per altre persone, oltre a creare indirettamente situazioni di beneficio generale per la collettività.

L’aforisma sopra riportato si presta a varie interpretazioni e calza a pennello con quanto vissuto da Eleonora Giorgi, famosa attrice e regista italiana, produttrice e sceneggiatrice, scomparsa lo scorso lunedì – 3 febbraio – all’età di 71 anni nella clinica in cui era ricoverata per sottoporsi alla terapia del dolore.

A novembre 2023 infatti l’attrice romana aveva annunciato di avere un tumore al pancreas, iniziando subito le cure adatte e sottoponendosi in séguito all’intervento chirurgico. La drammatica scoperta era avvenuta soltanto cinque giorni dopo aver compito 70 anni, mentre erano in corso i festeggiamenti per i suoi 50 anni di carriera.

Talentuosa interprete, icona del cinema, sex-symbol degli anni Settanta e vincitrice nel 1982 di un David di Donatello come migliore attrice protagonista per il film Borotalco, Eleonora Giorgi si era spesso messa in gioco passando dal grande al piccolo schermo. Negli anni più recenti è stata ospite in programmi televisivi d’intrattenimento ma anche concorrente e opinionista di altri, avendo perfino il ruolo di giurata nell’edizione 2007 di Miss Italia.

L’artista era entrata ancora di più nel cuore degli italiani da quando aveva scelto di condividere pubblicamente ogni fase della sua malattia, recandosi in varie trasmissioni televisive non solo per dare purtroppo il triste annuncio della malattia che l’aveva colpita ma soprattutto per infondere coraggio a quanti vivevano la sua stessa infelice situazione, mostrandosi vicina a tutti coloro che lottavano per la vita.

Esprimeva, purtroppo per esperienza diretta, il carico emotivo che rappresenta (costituisce) per ogni persona – specialmente se donna – perdere i capelli in séguito alla chemioterapia, eppure si era mostrata senza capelli per incoraggiare a non vergognarsi degli effetti delle cure tumorali, posando per la cover di Vanity Fair senza indossare nulla in testa.

Ammetteva i problemi e le sofferenze ma sapeva accogliere con gratitudine i miglioramenti (anche piccoli, a volte) che il suo quadro clinico registrava. Era grata alla medicina e ai passi avanti fatti negli anni nel campo della ricerca, fattori che le avevano permesso di guadagnare tempo da vivere per apprezzare aspetti che dovrebbero essere scontati ma su cui invece bisogna riflettere realmente, al fine di rinsaldare legami e usufruire di ogni attimo per viverlo bene.

«Ogni giorno è un regalo», sosteneva l’attrice, nonostante la difficile condizione vissuta.

Raccontava con dolcezza di aver ricevuto tanto amore dai suoi due figli (Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro), più di quanto fosse avvenuto prima, e di cercare di trovare le parole migliori per spiegare al nipotino Gabriele di soli 3 anni che lei sarebbe stata una nonna sempre presente e costantemente pronta a proteggerlo.

Aggiornava il pubblico sul suo stato di salute e consegnava a tutte le persone parole di supporto, lanciando messaggi di speranza e di (ri)valutazione degli affetti e del tempo. «Vivere senza sprecare il nostro tempo dietro gelosie, ansie inutili e frustrazioni», aveva dichiarato l’attrice, facendo di questa frase un motto.

Lei pregava perché si trovasse un farmaco utile per sconfiggere il tumore ma era consapevole che proprio lei non avrebbe avuto il tempo di vedere questo importante risultato. Segno questo che tanto va ancora fatto per la ricerca medico-scientifica! Attendeva infatti l’approvazione negli Stati Uniti di un farmaco capace di aggredire la mutazione genetica che stava alla base del tumore e delle sue complicazioni.

Una cosa sono i tempi lunghi che la ricerca scientifica esige, un’altra è il funzionamento della macchina sanitaria. Ogni occasione è infatti sempre utile per ribadire la necessità di garantire l’accesso alle cure e il diritto a diagnosi tempestive.

«La mia anima è pronta a essere portata via con il vento»: Eleonora Giorgi aveva avuto la forza di pronunciare queste parole circa due settimane prima della sua dipartita.

Purtroppo era noto a tutti che l’attrice stesse per salutare i suoi affetti più cari e il mondo in generale; era stata proprio lei a parlare di “scomparsa dalla scena”, sperando per se stessa di poterlo fare trovandosi “in ordine”.

Chiedeva amore al suo pubblico (che era anche una famiglia per lei) e proprio il pubblico televisivo e social le ha infuso coraggio e trasmesso tanto amore lo scorso 21 febbraio, rivolgendole gli auguri di buon onomastico.

Si sono susseguiti moltissimi messaggi di affetto e di cordoglio in TV e nei social, unitamente al ricordo da parte di tantissimi colleghi e personaggi dello spettacolo. Le esequie, presiedute da Mons. Antonio Staglianò (vescovo emerito di Noto), sono state celebrate mercoledì 5 marzo nella Chiesa degli Artisti a Roma,

A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, è impossibile non associare l’eredità spirituale lasciata da Eleonora Giorgi al coraggio di tante donne “anonime”: a quelle forti (che sfoderano determinazione) e a quelle meno forti (che cercano di trovare motivazione e tenacia).

Molte altre prima della Giorgi sono state capaci di mostrarsi pubblicamente nei momenti di fragilità. Recentissima la co-conduzione con Carlo Conti di una delle serate della 75a edizione del Festival di Sanremo da parte di Bianca Balti. La modella, ammalata di tumore al seno e ovarico, si è fatta emblema di una bellezza che non si basa unicamente sull’estetica ma che si connota di determinazione, lotta e coraggio.

E, ancora, come dimenticare la forza di sorridere alla malattia, che ha accompagnato la conduttrice televisiva e giornalista Nadia Toffa, scomparsa all’età di 40 anni a causa di un tumore al cervello. Piccola grande guerriera nei confronti della malattia, esortava la madre in primis a non piangere per lei altrimenti sarebbe stato come sprecare il dono della vita.

Nessuno dei tre personaggi famosi menzionati sopra ha mai disperato, chiedendosi perché fosse capitato a ciascuna di loro.

Un esempio attuale tra il genere maschile lo sta dando Papa Francesco, persona forte che di certo non si abbatte, nonostante la fragilità in cui si trova in queste settimane di ricovero per polmonite bilaterale e conseguenti problematiche respiratorie.

La sofferenza vede comunque sorgere in ogni essere umano, a prescindere dal sesso, una dose di forza e grinta per superarla, cercando di contrastare il problema che si è presentato.

Che l’8 marzo sia occasione per dedicare pensieri elevati e di grande significato per mostrare sensibilità e riconoscimento del valore e dell’innata forza associata alla figura femminile!

Un esempio concreto di questo, che va oltre il rispetto della persona e gli affetti più intimi, è rintracciabile nel programma Women in Medicine, che verrà rilanciato proprio l’8 marzo, finalizzato alla formazione delle donne in campo medico, rafforzando la loro leadership.

«Leadership» deriva dal verbo inglese «to lead», ossia “dirigere”.

A questo termine si intende dare adesso un significato metaforico, come quello di “saper dove andare o come gestire una situazione” dato dall’attrice recentemente scomparsa.

Eleonora Giorgi è stata capace di avere una grande voglia di vivere, affrontando tuttavia la malattia con sincerità – la stessa con cui si è rivolta al pubblico, non celando le sofferenze degli ultimi giorni.

Con il sorriso e la gentilezza, nonostante tutto!

Con la tenacia di lottare e la forza di sostenere che quello appena vissuto era stato l’anno più bello della sua vita proprio per aver saputo dare valore a ogni cosa!

A lei va il pensiero e una preghiera per accompagnarla nel passaggio dalla vita terrena a quella oltre la morte, e alla famiglia va un abbraccio di vicinanza e sostegno per il difficile momento vissuto.

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