La scienza criminologica,  nasce ufficialmente nel XX secolo, quando per la prima volta vengono affrontati in modo scientifico i fenomeni delittuosi.  La necessità di una nuova concezione strutturale, per quanto  riguarda il pensiero giuridico-normativo  nasce con l’illuminismo,  che trova in Cesare Beccaria il suo massimo sostenitore. Beccaria pubblica nel 1764 “Dei delitti e delle pene”, che rappresenta l’inizio di una nuova filosofia della pena,  legata ad una concezione liberale del diritto penale.

Come evidenziano Ponti e Merzagora Betsos (2008), gli aspetti fondamentali della concezione  liberale possono essere riassunti nei seguenti punti:

– la funzione della pena è quella di rispondere alle esigenze del vivere sociale,  anziché a principi morali;

– il diritto deve garantire la difesa dell’imputato,  partendo dal principio della presunzione d’innocenza;

– deve essere assicurata l’uguaglianza di trattamento,  perché la legge è uguale per tutti;

– devono essere eliminate le pene corporali,  compreso l’eliminazione della pena di morte.

– la pena deve avere carattere retributivo,  cioè deve essere proporzionata al reato commesso (Ponti, Merzagora Betsos, 2008).

In Italia,  i principi dell’illuminismo diedero le basi ad una nuova corrente di pensiero che prese il nome di Scuola Classica, che ebbe tra i maggiori esponenti Francesco Carrara (1805 – 1888). La scuola classica muovendo dal postulato di libero arbitrio,  cioè dell’uomo assolutamente libero delle proprie azioni,  poneva a fondamento del diritto penale la responsabilità morale del soggetto (Mantovani,  1984), e di conseguenza la pena retributiva, proporzionata all’illecito commesso.

In quello stesso secolo, Cesare Lombroso, nella foto, (1835 – 1909), importante studioso italiano,  indirizzo’ i suoi studi sulle caratteristiche anatomiche dei delinquenti, ritenute secondo lui, responsabili del comportamento criminoso. Le teorie lombrosiane,  costituirono le basi per un nuovo orientamento penalistico e criminologico che prese il nome di Scuola Positiva;  i suoi maggiori esponenti furono  Enrico Ferri (1856 – 1929) e Raffaele Garofalo (1852 – 1934).

Come affermano Ponti e Merzagora Betsos (2008), i principi della scuola positiva si incentravano sui seguenti punti:

– il delinquente è un individuo anormale;

– il delitto è conseguenza di fattori fisici,  psichici e sociali;

– la sanzione penale non deve essere retributiva,  ma deve innanzitutto neutralizzare e in secondo luogo rieducare il criminale.

La giurisprudenza moderna, influenzata dal pensiero positivistico introdusse il cosiddetto “sistema del doppio binario”, per il quale a fianco delle pene tradizionali,  commisurate alla gravità del reato,  venivano disposte misure di sicurezza per delinquenti ritenuti socialmente pericolosi (Ponti, Merzagora Betsos,  2008).

L’articolo 27 della costituzione italiana afferma che: La responsabilità penale è personale, l’imputato non è colpevole sino alla condanna definitiva, le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanita’ e devono tendere alla rieducazione del condannato,  non è ammessa la pena di morte.


Bibliografia:

Mantovani F. (1984), Il problema della criminalità,  CEDAM,  Padova.
Ponti G, Merzagora Betsos (2008), Compendio di criminologia,  Raffaello Cortina editore,  Milano.

Di Salvatore Stornello

Nato a Comiso il 14-03-1985. Laureato in psicologia clinica, indirizzo criminologo, ha lavorato come educatore a Ragusa presso una comunità per minori a rischio, è stato vincitore del XII premio nazionale di "Napoli è". Ha fatto parte della commissione esaminatrice del primo premio di poesia Hiscor. Ha pubblicato alcune poesie nelle antologie "viaggi di versi" edita dalla casa editrice Pagine. Iscritto all'albo degli Psicologi della Regione Sicilia con il n. 7552

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