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Inizia la corsa al Quirinale. Un auspicio: nessuna discriminante, neanche quella anticattolica

Inizia la corsa al Quirinale. Un auspicio: nessuna discriminante, neanche quella anticattolica.

Le dimissioni di Giorgio Napolitano condurranno nei prossimi giorni i Grandi Elettori (parlamentari e rappresentanti delle Regioni) a riflettere per poi decidere su nominativo da scegliere quale nuovo Capo dello Stato.

Per un certo periodo e dopo la fase costituente che vedeva il laico Einaudi Capo dello Stato prevaleva la logica dell’alternanza tra cattolici e laici. Per la verità l’appellativo “cattolico” apparteneva quasi esclusivamente ai militanti della democrazia cristiana. La fine della prima Repubblica produsse anche la fine del partito d’ispirazione cristiana che aveva guidato i destini dell’Italia dal 1948 al 1993. Dalla diaspora post democristiana nascevano diversi piccoli raggruppamenti divisi e collocati sia nel centro destra che nel centro sinistra.

L’ultimo Presidente con marcata fede cattolica portava il nome di Oscar Luigi Scalfaro cui seguiva il settennato di Carlo Azeglio Ciampi e subito dopo quello del 7 più 2 del post comunista-migliorista Giorgio Napolitano.

Cosa succederà nei prossimi giorni? Fin d’ora, nostro malgrado, leggiamo qualche nota che ci appare un po’ stonata e ci riferiamo a commentatori che si lasciano andare a strumentalizzare ed a dare la caccia agli accreditabili candidati cattolici allo scopo di spianare il percorso a Personalità laiche.

Da parte nostra riteniamo che si debba mettere la parola fine a questo “tiro al cattolico” anche per non fare trasparire agli altri Stati un’Italia anticattolica.

Un altro elemento da non trascurare per la scelta è quella territoriale e per fare ciò esaminiamo con attenzione i nominativi fino ad oggi succedutosi e si nota chiaramente che hanno fatto la parte del leone due Regioni: Campania (De Nicola, Leone e Napolitano) e Piemonte (Einaudi, Saragat e Scalfaro). Non si possono lamentare due altre Regioni per averne annoverato due: Toscana (Gronchi e Ciampi) e Sardegna (Segni e Cossiga). La Liguria non può lamentarsi perché ha avuto il Grande Pertini.

E la Sicilia? Fa parte ancora dell’Italia? Occorre ancora discriminarla?

Cambiamo verso è il motto di Matteo Renzi e #cambiamo verso# sperano i siciliani.

Un segnale positivo occorre dare ad una terra che è in profonda sofferenza. Un segnale chiaro a sostegno delle Persone Per Bene ed Oneste.

Ciò si può fare superando la discriminante anticattolica ed antisicula. L’identikit c’è tutto e per chi non l’avesse ancora scoperto riguarda una Personalità che non ha in tasca alcuna tessera di partito e che in passato si è distinta per la legalità e trasparenza e porta il nome Sergio ed il cognome Mattarella.

Carmelo Raffa

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