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L’anno che verrà…

Sicilia. 30 dicembre 2017
Si conclude l’anno che per molti superstiziosi, sin dall’inizio, non avrebbe potuto avere i presupposti per essere un buon anno, visto che il 17, storicamente (per chi ci crede) rappresenta un numero “sfortunato”.
Anche questo è andato, domani sarà l’ultimo dell’anno e già dopo domani, subentra il 2018. Molte le speranze, tante le aspettative, anche se, siamo fermamente convinti, che ogni anno è diverso rispetto all’altro, ma non certo per i numeri. Sono gli uomini che determinano le situazioni.
Eppure questo 2017 è stato un anno tristissimo, pieno di tragedie, carico di tensioni, denso di un succedersi di eventi, alcuni spiacevoli, tanti, altri piacevoli, pochissimi.
Cosa ci aspettiamo adesso da quest’anno che verrà?
Salute, pace, serenità, lavoro, progresso, fortuna e tanto altro ancora. Ognuno ha le proprie aspettative, ma molte coincidono con quelle che abbiamo elencato. D’altra parte, cosa potrebbero chiedere gli italiani al nuovo anno, se non tutto quello cui abbiamo fatto riferimento?
Io penso che le aspettative siano legittimamente da parte di tutti, ma chi ne ha più diritto, sono i giovani, i nostri giovani che da anni sono esclusi dal mondo del lavoro, in quanto scartati dall’aumento dell’età pensionistica; sono in cerca di un qualcosa che dia loro la forza di vivere la gioventù che molti di noi abbiamo vissuto in un periodo diverso rispetto a quello attuale. Eppure oggi la cultura è diversa, la preparazione è diversa, ma di tutto ciò non importa niente a nessuno.
E’ come se davanti a noi, si fosse chiuso un sipario, il sipario del domani, il sipario delle aspettative, aspettative che oggi riguardano soltanto una popolazione vecchia, costretta a lavorare fino a quando non è costretta ad uscire dal posto di lavoro, o in barella o in bara.
Allora, di fronte ad un prospettiva del genere, cosa possiamo auspicare per il futuro di questo Paese? Possiamo solo sperare che i vecchi, quelli ricchi e mai stanchi di fare le “prime donne”, si mettano da parte per far posto ai giovani, quelli disamorati che fuggono all’estero e vengono sfruttati per una manciata di centesimi. Possiamo sperare che i “signori” della politica comincino a ridare dignità ad un popolo ormai succube di angherie e accasciato da una pressione fiscale che schiaccia fino ad uccidere. Possiamo sperare che le teste tornino a pensare cose positive e non come “fottere” il prossimo e dobbiamo credere che questo anno che verrà, sarà risolutivo per il Paese Italia, fiondato all’ultimo posto per quanto riguarda la crescita, lo sviluppo, il lavoro, la sanità, le nascite e tutte le cose buone, ma balzato al primo posto per quanto riguarda la corruzione, la criminalità, il femminicidio, le truffe e gli stipendi d’oro di pochi eletti a scapito di milioni di italiani che vivono in povertà.
Ci vogliamo credere? Crediamoci e diamoci da fare!
Buon Anno a tutti Voi, da parte mia, da parte dell’Editore, Giovanni Maria Spada e da parte di tutta la redazione di Italreport.

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