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Linee guida per l’inclusione attiva: approvati oggi in Conferenza Unificata gli indirizzi

Roma, 11 febbraio 2016 – Il Governo ha previsto, con l’ultima legge di stabilità, il lancio di un Piano nazionale di contrasto alla povertà, che richiede di dedicare al tema un impegno strategico ed un’attenzione prioritaria nei prossimi anni. Dopo l’approvazione, nel Consiglio dei Ministri del 28 gennaio, del disegno di legge delega per la definizione della misura unitaria di contrasto alla povertà che entrerà strutturalmente a far parte del nostro sistema di welfare, si vanno intanto definendo gli strumenti che permetteranno l’avvio già da quest’anno di una misura che, accanto al sostegno economico, ha l’ambizione di disegnare servizi personalizzati per le famiglie al fine di fornire loro strumenti per superare la condizione di povertà. La Conferenza Unificata, infatti, ha sancito oggi l’accordo sul modello che i servizi sociali dovranno adottare per predisporre e attuare i progetti di presa in carico delle famiglie beneficiarie del Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), la misura di contrasto alla povertà estesa da quest’anno all’intero territorio nazionale, dopo la sperimentazione nelle grandi città.

Inclusione attiva significa prevedere che l’erogazione del sussidio economico sia subordinata all’adesione ad un progetto personalizzato di intervento dal carattere multidimensionale, la cui regia sia affidata all’ente territoriale più prossimo al cittadino: il Comune e, in particolare, il servizio sociale. Per costruire l’intervento è quindi necessario rafforzare la capacità dei servizi di operare in rete con le altre amministrazioni competenti sul territorio in materia di lavoro, tutela della salute e istruzione, nonché di collaborare con i soggetti privati, soprattutto non profit, attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà. La strategia avrà successo solo se i servizi agiranno in un contesto aperto alle risorse che tutta la comunità è in grado di offrire.

“È noto -ha sottolineato il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti- che le cause della povertà possono essere diverse e sono, frequentemente, originate da condizioni sia economiche che sociali o personali differenti. Per questo è importante intervenire sulle cause con una progettazione personalizzata che agisca sui bisogni dell’intero nucleo familiare, sull’accompagnamento verso l’autonomia, sulla piena inclusione nella comunità”.

“Oggi si avvia un percorso ambizioso -ha aggiunto Poletti- finalizzato non solo all’attuazione del SIA, ma diretto più in generale a riorganizzare e a potenziare l’intero sistema dei servizi sociali nel nostro paese. Possiamo finalmente condividere un modello, un approccio innovativo di presa in carico delle famiglie che, adottando la logica della rete integrata dei servizi e superando l’attuale frammentazione degli interventi, possa rispondere alla complessità dei bisogni in maniera più efficace e soprattutto più duratura”.

Il modello descritto nel documento va considerato come il punto di arrivo di un percorso complesso, che inizialmente dovrà tener conto degli attuali assetti organizzativi dei servizi. Delinea quindi il percorso finalizzato a costruire l’infrastruttura che dovrà gestire la messa a regime del SIA e degli altri interventi di contrasto alla povertà che andranno a comporre il Piano nazionale.

“Per sostenerne l’attuazione -conclude il Ministro- abbiamo per la prima volta a disposizione anche le risorse del Fondo sociale europeo: il primo Programma Operativo dedicato interamente all’inclusione sociale stanzia a questo scopo 1 miliardo e 100 milioni di Euro nei prossimi sette anni. Risorse che saranno attribuite agli Ambiti territoriali per finanziare progetti coerenti con il modello di presa in carico condiviso nel documento approvato oggi”.

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