…Magia Italiana: “è l’Europa che fa scendere l’affluenza alle urne”
3 min readCarmelo Raffa
Ma che bella Europa… che riesce a condizionare anche i cittadini italiani a disertare le urne…
Ma quante ne dobbiamo ancora sentire per la fortissima flessione dell’affluenza alle urne verificatasi in occasioni delle recenti consultazioni per il rinnovo dei consigli regionali di Emilia Romagna e Calabria.
Addirittura il Premier Matteo Renzi facendo finta di nulla si è sbizzarrito al punto tale da dichiarare subito dopo lo scrutinio: vittoria con 2 a 0. Peccato che non è andato oltre con l’affermazione… e palla al centro.
Addirittura qualche giorno fa abbiamo letto sul Giornale di Sicilia che il famoso sondaggista Nicola Piepoli considera il fenomeno “astenzionismo2 un fattore non negativo perché porta l’Italia vicina agli altri paesi.
Purtroppo dobbiamo scrivere che negli ultimi tempi i sondaggisti, purtroppo per loro, hanno deluso le aspettative poiché dopo gli scrutini dei voti veri si è constatato che le previsioni da logo fatte erano ben lontane dalla realtà.
Il fatto vero per ciò che concerne la fuga dalle urne è la profonda delusione della Gente nei confronti delle scelte o non scelte dei Governanti.
Piepoli parla di vicinanza all’Europa per ciò che concerne l’affluenza alle urne ma noi constatiamo giorno dopo giorno che ci allontaniamo sempre più da Bruxelles e Strasburgo.
Gli italiani fin dalla nascita della moneta unica, euro, hanno dovuto constatare con amarezza che il concambio lira-euro portava enormi danni e svuotava le loro tasche.
Se da un lato il nuovo euro nel 2001 valeva 1936,27 lire in pratica i consumatori si accorgevano che i prezzi lievitavano giorno dopo giorno e come esempio citiamo il prezzo dei carburanti:
2001. All’1 gennaio: benzina 1,059 euro diesel 0,937, euro; al 31 dicembre: benzina 0,998 euro diesel 0,849 euro
2014. al 2 dicembre i prezzi migliori sono: benzina 1,685 euro e diesel 1,583
Negli anni scorsi i prezzi erano più alti e si è toccata anche la cifra di due euro per un litro di benzina. In questo momento il prezzo del petrolio ha subito significativi ribassi e nonostante ciò continuiamo a pagare prezzi superiori di oltre il 60% dall’entrate in vigore della moneta unica. Basta poi andare al bar e ci si accorge che il caffè nel 2001 costava mille e duecento lire ed oggi novanta centesimi (circa 1.800 lire).
Da studi effettuati dai migliori analisti economici viene fuori che con l’euro le italiane e gli italiani hanno perso circa il 40% del valore d’acquisto.
Se poi andiamo ad esaminare i sacrifici impostici dai Governi che sono succeduti nell’ultimo triennio ed in particolare da quello guidato da Mario Monti ci sarebbe unicamente da pensare: “Ma chi c’è l’ha fatto fare ad entrare nel sistema euro?”. Qualche elemento positivo però l’abbiamo riscontrato ed è quello di aver messo la parola fine all’inflazione che stava distruggendo parecchie famiglie per aver contratto mutui, a tassi elevati, per acquistare una modesta abitazione.
Di converso però siamo passati da un’elevata inflazione ad una fase di recessione senza precedenti che ha causato e continua a causare chiusure d’imprese e perdite occupazionali.
Di ciò ne hanno risentito tutte le Regioni, comprese quelle cosiddette più ricche e la reazione comincia ad intravedersi con la sfiducia dimostrata dalle elettrici ed elettori qualche settimana fa.
In Sicilia, che già nel 2001 avevamo tassi di occupazioni elevatissimi rispetto alla nostra Nazione ed in particolare alle regioni del Nord Italia, abbiamo perso circa 300 mila posti di lavoro e quindi dobbiamo prendere atto che nella nostra Regione le cose vanno molto peggio di altrove perché ha un’attività lavorativa un cittadino su quattro.
Appare, quindi, chiaro che nessun accostamento può essere fatto sull’affluenza alle urne delle elettrici e degli elettori italiani, rispetto ad altre Nazioni che scontano da decenni percentuali esigue di votanti.
E’ indispensabile che chi ha la guida del Governo faccia capire una volta per sempre alla controparte europea, rappresentata dalla Signora Angela Merkel, che l’Italia ha bisogno d’ossigeno per ripartire e non morire e ciò si può fare adottando metodi di elasticità.
La Signora Angela Merkel dovrebbe dire di sì, ricordandosi dell’eccessiva elasticità accordata dall’Italia e dalle altri Nazioni facenti parte dell’europa negli anni scorsi per risollevare le sorti della sua Germania dell’Est.