Ministro Guidi: rilancio Pmi attraverso innovazione, estero e finanza
2 min readNapoli, 3 ottobre 2014 – Mercati di riferimento, prospettive di sviluppo, semplificazioni amministrative e strategie per incrementare la redditività aziendale. Argomenti al centro dell’edizione 2014 dell’Assemblea delle Pmi a Napoli e alla cui cerimonia d’inaugurazione hanno partecipato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.
La conferenza, organizzata nell’ambito del Semestre di Presidenza Ue e in stretto raccordo con la Direzione per l’Impresa e l’Industria della Commissione Ue, ha offerto l’occasione al Ministro Guidi per illustrare le misure che il governo intende attuare per rafforzare un settore che rappresenta la quasi totalità delle imprese europee: le piccole e medie imprese occupano l’80% degli addetti e producono i due terzi dell’intero valore aggiunto. Sono circa 20 milioni, un quinto con sede in Italia.
“Nella convinzione – ha spiegato Guidi – che la ripresa non possa prescindere dal ruolo propulsivo delle PMI, il programma della Presidenza italiana le ha poste al centro della politica industriale. Si è attribuito un ruolo di rilievo alla promozione di un approccio integrato di politica industriale per tutte le politiche e gli strumenti che incidono sulla competitività dell’industria europea: il c.d. mainstreaming”.
Per aumentare la competizione, ha spiegato il Ministro, “si deve puntare su tre leve. Innanzitutto innovazione per fare della UE un continente dove sia facile sviluppare startup e nuovi business, dove mondo della ricerca e sistemi della formazione siano in costante raccordo con il sistema delle imprese”. E ancora “l’internazionalizzazione, la finanza e l’accesso al credito: troppe PMI avvertono ancora gli effetti del razionamento del credito e l’urgenza di soluzioni alternative per il loro fabbisogno di finanziamento”.
Il Ministro Guidi si è infine soffermato sull’imprenditorialità femminile: “la creatività delle donne e le loro potenzialità sono oggi forse una delle più grandi fonti non sfruttate di crescita economica e di nuovi posti di lavoro in Europa”.