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Moscato e Nicosia: L’assordante e complice silenzio del partito democratico

Da sinistra Andrea Nicosia e Giovanni Moscato

Vittoria, 14 novembre 2014 – “Se qualcuno era alla ricerca di un “paradossale paradosso”, ritengo sia stato servito. La vicenda Dezio di “laqualunquiana” memoria – esordisce il Consigliere Comunale Giovanni Moscato – dimostra ancora una volta come la città di Vittoria sia governata da uomini che fanno prevalere gli interessi personali e di famiglia a quelli pubblici. Già! Attorno alla famiglia ruota la gestione politica di una città come la nostra che pare sia ripiombata nel vuoto conoscitivo del dopoguerra, quando chi governava faceva leva sulla non conoscenza dei fatti.
Nel 2014, grazie a Dio, non è così. 97 mila euro, ecco l’emolumento, quantificato da determina, per l’ incarico riconosciuto dall’Amministrazione Comunale ad un professionista definito “di fiducia”.
Il padre che conferisce al figlio, dietro il tacito consenso di un’intera giunta municipale, Sindaco compreso. Che sia conflitto d’interessi questo? O trattasi “soltanto” di becera arroganza politica? In entrambi i casi non si può di certo stare a guardare“.
Come opposizione – continuano Moscato e Nicosia – abbiamo scoperchiato una pentola che rischiava di non esplodere. Il silenzio aiuta questi giochetti che di chiaro e corretto non hanno nulla. Strategie che vanno in barba all’intelligenza dei vittoriesi, di quei giovani e non che giornalmente, conoscendo il sacrificio, lottano per trovare una sistemazione lavorativa decorosa. Ecco cosa ha fatto l’Assessore Dezio conferendo al figlio l’incarico di cui sopra; ha offeso l’intelligenza dei Vittoriesi.
Il Sindaco? Ed il Partito Democratico? Silenzio! Assordante! – continuano i due consiglieri di fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale – Nessuno parla, nessuno scrive, nessuno ha la capacità di denunciare un fatto che è di una gravità inaudita. Loro, complici morali di una vicenda, che non rende onore alla Vittoria laboriosa che oggi più di ieri deve trovare il coraggio di ribellarsi a logiche affaristiche.
Comprendiamo – continua Nicosia – la provenienza del silenzio. Si. E’ data dalla connivenza di pensiero e di azione che tiene uniti oramai da anni il Partito Democratico e la giunta. Un unicum capace di offendere il senso nobile della politica e soprattutto i vittoriesi. E’ per questo che la presa di posizione di Gurrieri, che chiede la sola revoca dell’atto, non ci basta! Vogliamo le dimissioni di un assessore il cui puzzo del conflitto d’interessi è oramai ristagnante.
 Diversamente, che siano il Sindaco e lo stesso Assessore alla trasparenza a dimettersi. Non basta – conclude Moscato – sottoscrivere la carta di Pisa o inventarsi percorsi di legalità. Alle giovani generazioni, la legalità, va insegnata con atti concreti. Atti diametralmente opposti all’affidamento di un incarico professionale ad un figlio. Si sa, “i figli so piezz e core”, ma i soldi pubblici rimangono pubblici, che siano del Comune o della Reagione, poco importa. Rispetto, prima di tutto. Dimissioni, dimissioni, dimissioni e se così non sarà avremo la prova provata della complicità di tutti gli amministratori e del PD che ormai sguazzano in un sistema della gestione della cosa pubblica a dir poco torbido

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