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Pedonalizzazione di via Roma a Ragusa. Lab 2.0: “Indietro non si può tornare, necessario nuovo impegno”. Riceviamo e pubblichiamo

Il portavoce Lab 2.0, Sonia Migliore

RAGUSA – Nel dibattito che in quest’ultima settimana sta interessando, più prepotentemente del solito, la questione relativa a via Roma, la sua temporanea riapertura al traffico e la possibilità che questa, una volta terminati i lavori in via Sant’Anna, possa diventare una soluzione permanente, intendiamo dire la nostra: indietro non si torna!
Qualcuno ha prospettato l’idea che il “salotto buono” di Ragusa possa tornare a essere aperto alle auto, non solo nel tratto tra via Salvatore e via Natalelli, comprendendo il Ponte Pennavaria, ma anche fino a c.so Italia. Un’ipotesi, a nostro avviso, terribile che getterebbe nell’immondizia anni di lavoro indirizzato a un diverso modo di intendere il centro storico di Ragusa superiore rispetto al passato.
Non sarà il transito delle auto per via Roma a risollevare l’economia né a favorire i commercianti, ma solo una politica mirata alla rivitalizzazione dell’area, comprendendo non soltanto quegli incentivi che l’amministrazione ha già previsto – ma sono briciole – per chi intende aprire una nuova attività, ma anche un piano di defiscalizzazione per chi già opera in quella zona e una politica capace di incentivare l’incremento abitativo.
Il tema è ampio e complesso e sarebbero molteplici le strategie di intervento da poter attuare. Certo è che è necessario un nuovo impegno.
Bisogna decidere, intanto, come dovrà essere via Roma tra qualche anno. Noi crediamo che c’è ancora margine perché possa tornare ai fasti di un tempo, ma su certe scelte non si può discutere. Prima tra tutte la pedonalizzazione totale di questa importantissima via della città, eliminando il passaggio delle auto, finalmente, fino alla rotonda Maria Occhipinti. Poi la riadozione del Piano Particolareggiato dei Centri Storici unito a un serio censimento delle unità abitative darebbero una spinta determinante per riportare i cittadini a vivere nel quartiere. L’amministrazione comunale, inoltre, potrebbe pensare di agire nei confronti dei proprietari di immobili per costringerli a pensare in modo diverso a questi loro beni: se i locali sfitti venissero tassati maggiormente, se si imponesse di non trascurali, se per i proprietari non fossero solo un bene da affittare a troppe migliaia di euro al mese, ma anche un reale investimento, probabilmente a loro converrebbe molto di più affittarli a canoni inferiori invece che tenerli chiusi.
Bisogna riflettere su ciò che abbiamo, come andrebbe usato e come prendere esempio da altre esperienze in città diverse e lontane dalla nostra.
Il centro storico è stato dotato di tre parcheggi interrati in luoghi strategici proprio a vantaggio del piano di pedonalizzazione dell’intera area e, in quell’ottica, si era pensato di recuperare l’ex Cinema Marino per offrire alla città un teatro comunale al centro, affinché diventasse luogo di incontro e anima delle attività culturali.
Insomma, le potenzialità ci sarebbero tutte per rendere, non in molto tempo, il centro storico veramente un salotto.
Qualcuno deve solo decidere di cominciare a lavorare sul serio per ottenere questo risultato.

Ragusa, 12 ottobre 2016

Laboratorio politico 2.0

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