6 Ottobre 2024

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Quarto incidente petrolifero in tre mesi nell’area del mediterraneo: dopo Tunisia, Francia ed Italia, è toccato alla Croazia

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Accogliere subito appello del governo francese per una conferenza dei paesi del mediterraneo e per moratoria. Ministro Calenda su vicende italiane oil&gas: chi l’ha visto? Ripartono il confronto nei tribunali e le mobilitazioni sui territori

Roma, 23 maggio 2016 – Quattro incidenti in tre mesi e tutti in Paesi del Mediterraneo:  isole Kerkennah, Tunisia, nel mese di marzo; incidente ad oleodotto Total, Francia, in aprile; fuoriuscita di greggio nel Valpolcevera e poi nel Tirreno, sempre in aprile. Fonti croate segnalano infine un quarto incidente nell’area del Mediterraneo, a Kostrena, in Croazia, dove la fuoriuscita incontrollata di olio combustibile dalla vicina raffineria dell’INA, per poco non ha causato un nuovo disastro.
Secondo i residenti nella zona, questo è l’ultimo di una lunga serie di episodi che hanno visto protagonista, in negativo, la raffineria dell’INA.
“Cos’altro deve ancora accadere -dichiara Roberta Radich, del Coordinamento Nazionale No Triv- perché i Governi raccolgano l’invito del governo francese per una conferenza dei Paesi del Mediterraneo interamente dedicata alla definizione di una politica comune sulle attività legate all’Oil&Gas e per una moratoria delle attività estrattive estesa all’intero Mediterraneo? La proposta del ministro francese va accolta subito”.
“Il successore della Guidi, tace su tutti i fronti -continua Roberta Radich-. Dal 10 maggio ad oggi la presenza del Ministro Calenda è stata impercettibile, evanescente”.
Nessuna presa di posizione rispetto alla diffida che è stata recapitata al MISE su 61 concessioni per coltivazione di gas e petrolio che il Ministero continua a considerare vigenti malgrado l’assenza di titolo autorizzativo. Nessuna concreta iniziativa sul piano internazionale; nessuna dichiarazione, né da parte sua né del Ministro all’Ambiente Galletti, neppure dopo che lo Stato italiano è stato messo sotto processo dalla Corte europea dei diritti umani per non aver difeso la salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti delle emissioni dell’ILVA e dopo che il Tribunale del riesame ha confermato il sequestro di due vasche del Centro Oli di Viggiano dell’ENI e e del pozzo di reiniezione “Costa Molina 2” a Montemurro, in provincia di Potenza.
Il silenzio del neo Ministro e degli inamovibili super burocrati di Via Veneto -Terlizzese in testa- non durerà in eterno. “In assenza di risposta sulle 61 concessioni prive di titolo autorizzativo -commenta  Francesco Masi, del Coordinamento Nazionale No Triv” risponderemo con un ricorso al TAR Lazio e, su tutto il resto, con una nuova stagione di mobilitazione nei territori che incrocerà la campagna del referendum di ottobre sulla Costituzione”.

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