Roma. 06.05.2025
‘Un anno fa l’operaicidio di Casteldaccia ma qualcuno se n’è già dimenticato. Soprattutto la politica” – così Bruno Giordano, magistrato, coautore con Marco Patucchi del libro Operaicidio – “Cinque operai uccisi dal lavoro, uno dietro l’altro dentro una vasca-collettore degli scarichi ma oggi sul luogo della strage è stata scoperta una targa senza nessun politico, ad eccezione del sindaco di Casteldaccia. Nessun politico durante un incontro coi familiari e altre vittime di altri operaicidi accaduti a Palermo,che attendono verità e giustizia, come hanno scritto e detto. Dove sono finiti quelli che piangevano lacrime di coccodrillo e si battevano il petto un anno fa? Promesse non mantenute. Provvedimenti regionali non pervenuti. In Sicilia si parla di omicidi e feriti di lavoro, come nel resto d’Italia, solo per i funerali. Parafrasando Sciascia si dovrebbe dire che la Sicilia è la metafora del Paese dove in questi due giorni abbiamo avuto altri cinque (non morti ma) omicidi di lavoro. Stefano Alborino (della provincia di Caserta), che ha perso la vita a causa di una caduta dall’alto mentre stava lavorando alla ristrutturazione di una facciata; Francesco Solimando (della provincia di Foggia ma che prestava lavoro a Nettuno), anche lui di 47 anni, padre di tre bambine, che è morto folgorato in un impianto fotovoltaico; un uomo di 60 anni (a Carpiano nel milanese), Roberto Vitale, che è stato travolto da una motrice mentre camminava; un muratore di soli 24 anni (a Milano), Endrit Ademi, che è precipitato da 12 metri di altezza perdendo la vita sul colpo; Raffaele Galano, di 58 anni (di Brendola nel Vicentino), che è deceduto macellato da un ingranaggio di un macchinario.
L’ operaicidio continua”.

Di Redazione

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